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Tanto

è

vero che questa

fu

poi una clausola presto cancellata nella

vita dell'istituzione

176

e che

pochi

anni dopo, nel 1865, nasceva in

Monza, in evidente antagonismo, una sezione dell'Universale Cap–

pellai Filantropica, detta

«

dei foresti perché costituita per gran parte

di immigrati

»

m che non ebbe però mai in Monza una posizione

di rilievo .

Mentre altrove gli operai del ramo trovarono spesso nelle

loro antiche società di M. S. la risposta alle nuove esigenze poste dalla

nascente industria e dalla conseguente loro nuova volontà di lotta

e coscienza di classe, con la successiva trasformazione delle Società

di M. S. in leghe di resistenza

178,

in Monza, dove per anni si era

accantonata la solidarietà con i

«

foresti

»,

gli operai si trovarono

praticamente disorganizzati sul piano sindacale e della resistenza, e

proprio su questo fenomeno, come poi riconobbero gli stessi indu–

striali, fondò le sue fortune

il

moderno cappellificio meccanico.

In–

fatti, anche se la lotta nei vecchi centri, spec;e piemontesi, non

fu

vittoriosa (in quanto, come sottolineava la

«

Gazzetta dei Cap–

pellai»

179 ,

i nuovi industriali

«

preferirono formarsi deUe maestranze

nuove con dei manovali e dei contadini, sacrificando deUe somme

enormi in anni di tentativi e di prove, piuttostoché assoggettarsi alle

intransigenze delle vecchie organizzazioni

»),

in Monza la mancanza

per lungo tempo di una organizzazione di resistenza

fu

la condizione

che permise l'enorme espansione della grande industria capitalistica

con lo scandaloso sfruttamento delle maestranze che abbiamo già

rilevato.

Abbiamo detto come

il

decennio 1870-1880 sia stato decisivo per

la formazione in Monza della grande industria meccanica del cap–

pello, e non ci meraviglia quindi che nel 1881

il

Pio Istituto, sotto

la presidenza dell'avv. Mapelli

180,

abbia rinnovato il suo Statuto

«

rendendolo più rispondente ai tempi

»

e abbia assunto la denomi–

nazione più moderna di

«

Società di M. S. fra Lavoranti in Cappelli

di feltro in Monza »

181•

Pur troppo non ci

è

stato possibile analizzare

in che cosa consistesse questo ammodernamento, ma non

fu

certa–

mente comunque un rinnovamento decisivo che manifestasse una più

sensibile incidenza sulle condizioni dei lavoratori: questi infatti do–

vettero cercare altrove (anche se solo sporadicamente e con poca

fortuna per lungo tempo) la difesa dei loro diritti.

Il decennio decisivo per la formazione del moderno cappellificio

fu

superato dunque senza alcun inizio di organizzazione di resistenza

allo sfruttamento padronale. Alla nascita della grande industria mec–

canica il fenomeno iniziale della disoccupazione tecnologica frenò

ancora per qualche anno, come abbiamo già osservato, le latenti ten–

sioni degli operai che, come sottolineava il prefetto Basile nella rela–

zione citata del 1882

182 ,

«

lungi dal poter dettar patti, come solevano,

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Biblioteca Gino Bianco