sizioni riguardanti i diritti degli iscritti che rivelano in modo lampante
tutti i limiti di questa associazione
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•
Il soccorso malattia era pagato solo se questa superava i tre gior–
ni
ed
era stabilito in centesimi 88 al giorno per tre mesi e in cente–
simi 44 al giorno per i successivi tre mesi, dopo i quali non veniva
più assegnato alcun sussidio.
In
caso di disoccupazione involontaria,
la società procurava di trovar lavoro al disoccupato, ed in caso nega–
tivo gli si assegnava il soccorso
«
una tantum » di lire 10,56. Quanto
all'indennità ai forestieri in arrivo o in partenza (che
è
il punto es–
senziale dal quale si ricaverà la sostanziale differenza che distinse
fin dal suo sorgere l'organizzazione monzese dei cappellai da quelle
che manifestarono ben altro senso di solidarietà operaia di altri centri
italiani e stranieri) il soccorso era prestato ai forestieri italiani o
stranieri in possesso di regolare passaporto, offrendo loro un buono
che assicurava vitto e alloggio
«
una tantum» sino a lire 2,60 (di
lire 4 in caso di arrivo in vigilia di giorno festivo). Il forestiero do–
veva cercarsi il lavoro nel corso di una giornata, e se non lo trovava
gli venivano versate lire
5,20
a titolo di viatico perché potesse pro–
seguire il viaggio. Se per caso durante il suo soggiorno a Monza si
fosse ammalato, gli veniva riconosciuto un sussidio di centesimi 44
al giorno per un massimo di tre mesi. Questi sussidi erano però con–
cessi solo nel caso che il forestiero dimostrasse la sua appartenenza
alla Pig Istituzione della sua località d'origine, con una contribuzione
minima di tre mesi
170
•
Nel caso in cui non fosse in possesso di questo
tassativo requisito, gli veniva concesso semplicemente un pasto ed
un alloggio.
La società contava, all'atto dell'approvazione del nuovo Regola–
mento, 149 soci; già nel 1862, secondo i dati della statistica uffi–
ciale
171,
questi erano saliti a 175 (di cui 2 onorari). L'aumento dei
soci
fu
probabilmente favorito dal fatto che si erano ridotti notevol–
mente
la
tassa d'ingresso (da lire 7 a lire 2,66) e il contributo an–
nuo (da lire 20,12 a lire 13), sacrificando il sussidio giornaliero per
malattia (sceso da centesimi 88 a centesimi 66). Il capitale sociale
al 31 dicembre 1861 risultava di lire 301,25 con un totale di en–
trate di lire 2.202,20 di fronte a 300 lire di spese di amministra–
zione e lire 439,45 di
«
spese diverse»; si erano erogate solo lire
1.214 in sussidi malattia e lire 150 per assistenza medica, rivelando
cos~ chiaramente come l'amministrazione della società fosse tutta
tesa
alla conservazione ed all'aumento del fondo sociale (
«
impiegato
nella Cassa di Risparmio
»)
più che alla distribuzione di sussidi (che
sommavano a poco più del 50% degli introiti).
Malgrado queste carenze della Pia Istituzione, evidenti nell'esi–
guità dei soccorsi distribuiti (il sussidio giornaliero per malattia rap–
presentava poco più di un terzo del salario medio), le si doveva però
dare atto di un indubbio successo nella categoria, dimostrato dalla
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Biblioteca Gino Bianco




