Table of Contents Table of Contents
Previous Page  210 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 210 / 460 Next Page
Page Background

completa adesione degli operai.

Lo

sottolineava nel 1864

il

Cotta

Ramusino

172

,

il

quale, mentre registrava per

il

Pio Istituto un nu–

mero invariato di soci, parlando della Società Generale di Mutuo Soc–

corso degli Operai in Monza, costituita nel 1860, metteva in rilievo

come

«

lo spirito di associazione tra gli operai di questo Circondario

non è ancora diffuso in modo da portare quei frutti che possono

essere desiderati da quanti amano la prosperità del paese».

In ef.

fetti l'unica categoria che in quegli anni dava prova di grande vo–

lontà di organizzazione era proprio quella dei cappellai che potevano

contare nel loro Pio Istituto quasi tutta la totalità della categoria

(ricordiamo che secondo la stessa fonte i lavoranti cappellai addetti

alle

«

grandi industrie » erano appunto in quell'anno a Monza 173),

mentre, su un totale di 13.940 operai delle altre industrie, solo 261

risultavano iscritti alla Società Generale di Mutuo Soccorso.

È

necessario a questo punto riflettere sulla differenza rilevata tra

il

Pio I stituto monzese e le associazioni dei cappellai di altri centri.

Abbiamo detto come il Pio Istituto fosse nato disconoscendo quella

che era da lungo tempo la costumanza caratteristica dei cappellai di

tutti i paesi, cioè

il

soccorso ai forestieri. Un forte senso di fratel–

lanza cosmopolita legava invece le altre società di cappellai esistenti

che, come quella di Alessandria nata nel 1826, si intitolavano sezioni

della cosl detta

«

Universale Cappellai ».

L'Univer sale Cappellai -

«

una specie di massoneria cappella–

resca creata da una classe di operai generosa, allegra e spensierata »,

come la definl poi la

«

Gazzetta dei Cappellai »

173

-

era una straor–

dinaria federazione i cui legami erano stretti unicamente dallo spi–

rito di fratentità, di solidarietà di classe e dalla consuetudine, poiché

non esisteva nessun vincolo formale, nessuna organizzazione di ver–

tice, nessuno Statuto. Da questo senso di fratellanza cosl radicato, le

sezioni dell'Universale, pur nate come semplici società di mutuo soc–

corso, seppero trarre quello della solidarietà di classe che si mani–

festò, al sorgere dell'industria moderna, nelle forme della resistenza

attiva allo sfruttamento capitalistico (infatti già dai tempi remoti

i vincoli del

«

compagnonnage » erano stretti fra gli operai non solo

per la reciproca assistenza, ma anche

«

a tutela contro le soverchie

esigenze dei padroni e dei capi-fabbrica»)

174

Il porsi fin dall'inizio al di fuori di questa, che venne poi quali–

ficata come

«

federazione » dagli esperti del Maic preoccupati dal

nascente fenomeno delle organizzazioni di resistenza operaia

17

5,

non

fu senza conseguenze, non solo per la storia dell'organizzazione dei

lavoranti cappellai monzesi, ma addirittura per la stessa nascita e

sviluppo della grande industria meccanica del cappello. L'aver in–

cluso fra le norme del nuovo Regolamento del 1860 il soccorso ai

forestieri non servl infatti a sanare l'ormai incolmabile differenza esi–

stente fra il Pio Istituto monze'see le società aderenti all'Universale.

200

Biblioteca Gino Bianco