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Pio Ist ituto de' Cappellari in Monza; ma qui il sentimento

di

fratel–

lanza cosmopolita che caratterizzava il cosl detto

«

compagnonna~e ,.

doveva essere meno sentito che altrove se la nuova società ricalcò

in tutto le norme del Regolamento del Pio Istituto milanese tranne

che per ciò che riguardava appunto i soccorsi per i lavoranti nazio–

nali

od

esteri in arrivo o in partenza

163•

Della nuova società furono

iniziatori quattro operai monzesi (tali Camesasca Luigi, Colombo Do–

menico, Alfieri Giovanni e Conti Battista) che ebbero l'appoggio

«

morale e materiale

»

del signor Andrea Ribolcli, che fu cosl il primo

Protettore del Pio Istitut o

164 •

Non abbiamo purtroppo potuto rin–

tracciare il Regolamento originario, del quale possiamo però farci

un'idea in base alle notizie forniteci dalla pubblicazione del Maic

sulla Federazione dei Cappellai

165•

Scopo generale dell'associazione era

il

«

benessere intellettuale,

morale ed economico

»

dei soci

166 ,

soprattutto mediante la distribu–

zione di soccorsi in caso di malattia, disoccupazione temporanea e

cronicità. L'organizzazione, tipica di tutte le società di mutuo soc–

corso, rivelava

il

suo carattere paternalistico nella struttura gerar–

chica, che al suo interno vedeva all'apice della struttura i cosl detti

soci benemeriti, cioè

il

protettore con diritto cli voto deliberativo ,

il

delegato politico, il notaio,

il

cassiere,

il

computista e il medico chi–

rurgo, tutte persone estranee alla professione e, quel che

è

più

grave, alla classe. La società era formalmente diretta da una de–

legazione, scelta fra i lavoranti, composta da un dirigente che fun–

geva da Presidente, da un vice dirigente e tre delegati; ma, partico–

lare significato, l'ammissione, su versamento di una tassa d'in–

gresso di 5 franchi milanesi, era riservata

ai

lavoranti che, pur

senza limiti di età, potessero dimostrare un guadagno settima–

nale non inferiore alle lire 12

167 •

La quota settimanale era stabi–

lita in 22 centesimi austriaci. Il sussidio malattia, limitato a tre

mesi, consisteva in 76 centesimi austriaci al giorno per i primi due

ed in 38 centesimi per il terzo. Era previsto anche un sussidio per

i cronici in lire 3 austriache al trimestre.

Ai

disoccupati erano assi–

curati 17 soldi e 6 denari per le prime due settimane, dopo le quali

per sei mesi non si aveva diritto a soccorso.

Ai

familiari dei soci

defunti venivano versate 14 lire austriache per i funerali. Alla sua

nascita il Pio Istituto contava 99 soci ed

il

suo Regolamento fu va–

riamente ritoccato nel tempo. Nella primavera del 1860 infine fu

emanato

il

nuovo Regolamento (da noi rintracciato presso la Biblio–

teca Civica

di

Monza).

Veniva questo volta dichiaratamente ricalcato

il

Regolamento del

Pio Istituto milanese

168

,

anche per ciò che riguardava il soccorso ai

lavoranti nazionali

od

esteri in cerca

di

occupazione. Se la struttura

organizzativa della società, regolata nei minimi particolari, era cer–

tamente ineccepibile dal punto di vista formale, sono però le dispo-

198

Biblioteca Gino Bianco