

Non bisogna distruggere le condizioni
che
permcttODO
all'industria
di
vivere e lottare con successo nel vasto e combattuto campo del mercato inter–
nazionale. L'Italia per l'industria della fabbricazione dei cappelli
è
tributMia
di
rutte le materie prime all'estero. [...] Quello che ristabilisce l'equilibrio
e
fa anzi pendere la bilancia in favore dell'italiana
è
la
mano d'opera,
buona,
attiva ed a buon mercato
154.
L'organo padronale commentando poi nel luglio la lista unica
presentata dall'organizzazione operaia che prendeva come parametro
le tariffe più alte in uso a Monza, cosl affermava:
«
Oltre che dalle
tariffe protettrici degli altri paesi, l'esportazione italiana dei cappelli
di
lana
è
minacciata seriamente anche dalla nuova tariffa unica
»,
aggiungendo, con una notevole spudoratezza,
di
considerare equo
un
«
minimo
di
lire 3,50 per gli uomini e
di
lire 1,75
per
le
donne
155
•
Le
richieste operaie erano più che giustificate, anche per
il
co–
stante aumento del costo della vita registrato in quegli anni
156
,
ma
gli industriali respinsero la lista (come affermava la
«
Gazzetta dei
Cappellai
», «
perché le condizioni presenti del mercato non permet–
tono
di
aumentare
il
costo
di
produzione
»
157
e nel novembre pre–
sentarono le loro controproposte.
Le
trattative continuarono e solo
nell'aprile 1902 fu possibile concretare l'accordo che vedeva aumen–
tati in varia misura i minimi proposti dagli industriali. Questa fu cer–
tamente una conquista per i cappellai: si fissava infatti per ogni
funzione il salario minimo orario; rimaneva vigente il sistema del
cottimo, calcolato, sulla base del minimo orario, in relazione al pro–
dotto giornaliero. Ma l'esistenza di una tariffa unica era soprattutto
una garanzia contro gli abusi padronali che nel passato si erano con–
cretati senza nessun freno in sperequazioni notevoli. Con essa si ga–
rantiva agli uomini un salario minimo dalle lire 2,50 alle lire 4, alle
donne dalle lire 2 alle lire 2,70, ai ragazzi dalle lire 1,50 alle lire 2.
Era previsto inoltre un compenso superiore del
50%
per il lavoro
straordinario.
Il Regolamento per l'applicazione della Tariffa
ls&
contemplava
la
creazione di una Commissione Mista cui sarebbero state da quel mo–
mento affidate tutte le vertenze di lavoro, con l'evidente scopo
di
limitare al massimo l'iniziativa
di
resistenza degli operai: i tempi
erano decisamente cambiati anche a Monza, e
di
fronte all'ormai
salda organizzazione operaia, gli industriali avevano
ben
compreso
come
per
loro fosse più salutare la conciliazione piuttosto che la
lotta
di
classe!
Pochi mesi dopo si firmava anche il Regolamento Interno unico,
comune.a tutti gli stabilimenti
159
,
che fissava il limite massimo
di
10 ore lavorative ed il riposo festivo. Ulteriore segno tangibile del
nuovo clima
di
contrattazi6ne dovuto alla forza dell'organizzazione
operaia, fu in esso
la
creazione del delegato
di
reparto .
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