

guadagnandone
75
).
I salari minimi e massimi per i cappellai erano
i seguenti: per gli uomini da 2 a 2,50 lire, per le donne da 30 a 60
centesimi, i fanciulli 30 centesimi.
Per calcolare il valore reale di queste retribuzioni
è
molto inte–
ressante la tabella riportata nel medesimo studio e relativa al prezzo
medio dei principali generi di consumo in base alla quale possiamo
tentare di dedurre la spesa relativa all'alimentazione assorbita dal
salario giornaliero: il vino di prima qualità costava
55
lire all'etto–
litro, quello di seconda 35 lire, l'olio d'oliva lire 141,61 al quintale,
la carne salata lire 1,40 al Kg., la carne fresca cent. 98 al
Kg.,
il
riso lire 30 all'ettrolitro, il frumento lire 21,50 all'ettolitro, la
meliga lire 13,50 all'ettolitro, i fagioli 22 lire all'ettolitro, i lupini
12 lire all'ettolitro, le fave secche 15 lire all'ettolitro. Ci si riferiva
evidentemente alla vendita all'ingrosso, e quindi il prezzo al detta–
glio di questi generi doveva in realtà essere notevolmente più elevato.
Il lavoratore era pagato a cottimo (sistema generalmente in uso
del resto per tutto il periodo considerato nel nostro studio) e non
esistevano limitazioni d'orario: la giornata lavorativa effettiva si
può presumere raggiungesse le 12 e più ore. Quanto alla divisione
dei lavoratori per sesso e per età, gli uomini erano ancora
in
larga
preponderanza rispetto a donne e fanciulli (120 contro 22 e 31)
e ciò era dovuto al fatto che la lavorazione del feltro, ancora del
tutto manuale, richiedeva una forza muscolare notevole : donne
e
fanciulli erano impiegati semplicemente nelle fasi accessorie della
rifinitura (vedremo invece come all'introduzione delle macchine si
accompagnò il progressivo crescente impiego della manodopera fem–
minile e minorile).
Il Bodio, nel suo
Indici misuratori del movimento economico in
Italia,
ci offre qualche dato per confrontare i salari degli operai
monzesi del cappello con quelli di altri lavoratori italiani dello stesso
periodo: i filatori del Cotonificio Cantoni di Milano guadagnavano
al giorno nel 1862 lire 1,10 e nel 1867 lire 1,40; i tessitori dello
stesso stabilimento nel 1862 lire 1,35 e nel 1867 lire 1,70; i filatori
del Lanificio Rossi di Schio nel 1867 lire 2,75
e
i tessitori nello
stesso anno lire 2,31; i filatori del Lanificio Sella nel 1862 lire 2,86
e nel 1867 lire 3,19; i cardatori nel 1862 lire 1,50 e nel 1867 sem–
pre lire 1,50 (per non citare altre categorie più infelici)
83 •
Appare
da questi dati confermata una situazione di relativo privilegio
eco–
nomico dei cappellai, ma non possiamo non sottolineare come
i migliori salari fossero largamente compensati dalle dure condizioni
di lavoro .e non far presente ancora come la lavorazione del cappello
fosse una vera e propria arte, frutto di lunga esperienza e specia-
lizzazione.
~
L'introduzione dell'arsone meccanico nel 1868, primo sconvol–
gimento nelle modalità tradizionali del lavoro e primo avvio ciel
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Biblioteca Gino Bianco