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«

Cappelleria Italiana

»,

che non a caso si pubblicava a Milano.

Con un certo evidente compiacimento questa rivista pubblicava i

dati statistici per

il

1885 (dicembre escluso), dai quali ricaviamo

che la cifra riguardante l'esportazione di cappelli di feltro ( 151.800)

superava di gran lunga quella dell'importazione dello stesso ge–

nere (95.900)

23

Vedremo alla fine del secolo la stessa esporta–

zione più che decuplicata, ma già questo del 1885

è

comunque un

dato significativo se si pensa ai timori per la concorrenza francese

e inglese che pochi anni prima impensierivano i produttori mon–

zesi. Fra l'altro occorre aggiungere subito che l'industria monzese

del cappello continuerà a basarsi proprio su una massiccia espor–

tazione per un lungo periodo, e che proprio dalla progressiva chiu–

sura dei lontani mercati transoceanici (dove ormai si sono affer–

mate industrie di produzione nazionale) deriva l'odierno stato di

estremo disagio del settore.

Purtroppo fino al 1893, non abbiamo dati statistici precisi

sulla consistenza del proletariato industriale del cappello che senza

dubbio ebbe una crescita notevole

fin

dal 1880. Ricordando che i

dati del 1878 ci parlavano di un totale in Monza di 363 lavo–

ranti cappellai,

è

oltremodo significativo il dato di circa 1.270 ope–

rai per

il

novembre 1884 che ci

è

fornito dalla pubblicazione del

MAIC

sulla Federazione dei Cappellai

24•

E ancor più rilevante, in

merito alla concentrazione capitalistica delle industrie maggiori, la

relazione al questore di Milano in occasione del grande sciopero

del 1885 nella quale la manodopera impiegata nelle

5

maggiori

fabbriche

è

indicata in 1.140 operai

25

.

Quello degli scioperi era ormai un problema grave per gli in–

dustriali: era messo al primo posto fra quelli cui una unione fra

i fabbricanti avrebbe potuto porre rimedio. La questione dell'uti–

lità di una associazione fra fabbricanti

fu

posta in termini con–

creti proprio fin dal 1886 dalla

«

Cappelleria Italiana », dalla quale

ricaviamo che oltre a quello dei salari (ché in rivendicazioni pura–

mente economiche si estrinsecava allora la lotta dei cappellai mon–

zesi) gli altri problemi che portavano

«

inciampo all'industria

»

erano quelli che derivavano già da una prima crisi di sovrapprodu–

ziom:, e dalle tariffe daziarie sull'importazione, ancora troppo de–

boli - a detta degli industriali - per frenare la concorrenza stra–

niera

26 •

Altro ostacolo, del quale del resto abbiamo trovato tracce

come di problema di lunga data, era quello relativo al dazio sul–

l'alcool, ingrediente di larghissimo uso nella cappelleria, per

il

quale

si chiedeva

il

riabbuono. Problema questo presto risolto con le

nuove tariffe del 1887, ma che si sarebbe ripresentato più tardi"·

A testimoniare l'espansione degli impianti

è

il prestigio ormai

conseguito dal ceto imprenditoriale monzese in campo internazio–

nale. Nel 1888 la ditta G. B. Valera

&

Ricci (ormai Carlo Ricci

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Biblioteca Gino Bianco