

che si pensi allo stato dell'industria di soli dieci
anni
addietro,
e forniscono per questo una rappresentazione oltremodo
concreta
del grado di sviluppo capitalistico raggiunto a questa data dall'in–
dustria monzese del cappello. Appare cosl chiaro come attraverso
l'esportazione fosse stata imboccata la via più sicura per evitare
le crisi di sovrapproduzione temute. Ma la concorrenza rimaneva
apertissima e si risolveva poi, in campo nazionale, in un continuo
avvilimento dei prezzi che aveva turbato notevolmente soprattutto
il mondo del dettaglio, dove i fallimenti si succedevano senza
tre–
gua. E fu soprattutto per limitare la concorrenza e per la tutela ·
dei crediti (almeno a giudicare dai primi articoli dello Statuto
che abbiamo potuto esaminare) che nacque nel 1892 l'Unione Fab–
bricanti Cappellai Monzesi, promossa per iniziativa di un francese,
il
Siegfried (cognato di Manfredo Camperio), che aveva una cospi–
cua partecipazione nella ditta Carozzi.
Lo
Statuto dell'associazione,
che entrò in vigore dal 1° gennaio 1893, fu firmato da tutti i prin–
cipali fabbricanti
il
16 ottobre 1892
36 •
La costituzione di questa assocrnz1one non poté evitare
l'acuirsi della profonda crisi che ebbe
il
suo culmine nel 1895 e
che travolse soprattutto i produttori più deboli, contribuendo al
contemporaneo processo di consolidamento della concentrazione ca–
pitalistica in atto nelle aziende maggiori. I suoi promotori infatti
- come affermava
il
settimanale moderato
«
Il monitore di Mon–
za
» -
avevano trovato
non lieve resistenza in alcuni fabbricanti, sia per quello spirito
di
indi~
pendenza assoluta a cui si era sin qui assuefatti, vuoi per l'attrito naturale
esistente fra concorrenti
11.
Le materie prime
(in
specie i cascami di lana erano notevol–
mente aumentate di prezzo anche in relazione al rialzo del cambio,
e quindi il rinvilimento dei prezzi di vendita dei prodotti nato
dalla accanita concorrenza incideva anche sul fabbricante: per que–
sto uno dei primi passi dell'associazione fu quello di arrivare ad
un accordo per aumentare i prezzi di listino
38
•
Tornando alle statistìche, per il 1893 siamo in possesso di
dati preziosi fornitici dal Sabbatini nelle sue
Notizie sulle condi–
zioni industriali di Milano.
A Monza erano in quell'anno in fun–
zione 21 opifici per la fabbricazione di cappelli di feltro, con 28
caldaie a vapore della potenza complessiva di 880 cavalli, 23 mo–
tori a vapore per 648 cavalli, un motore idraulico di 6 cavalli,
3 motori a gas per 13 cavalli, un numero complessivo di ben
3.315 lavoranti (1.600 uomini, 118 fanciulli minori di anni
15,
1.425 donne e 172 fanciulle),
59
«
folle» meccaniche,
25
«folle,.
a mano e 83 macchine speciali. Erano inoltre in opera
5
opifici
per la rifinitura di cappelli con
5
caldaie a vapore della potenza
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Biblioteca Gino Bianco