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geuse:

innovazioni queste che però fino a quel momento riguar•

davano unicamente la lavorazione del cappello di pelo e che oltre

tutto non avevano dato risultati soddisfacenti. Fu appunto nel 1876

che Antonio Villa si recò a Lione dove, lavorando come semplice

operaio in una delle più importanti fabbriche di cappelli, vi ap–

prese molte utili informazioni sui processi di feltrazione, sulle

materie prime e sui metodi di confezione. Nel 1878 tornò quindi

a Monza con carde e folloni per feltri di lana, macchine allora an•

cora del tutto sconosciute in Italia. Da quel momento egli abban•

donò la lavorazione del feltro di pelo e si dedicò, non senza gravi

difficoltà tecniche iniziali, alla produzione meccanica dei feltri di

lana in quel

«

cantuccio remoto del lago di Como

»

dove si era

rifugiato - secondo l'acuta osservazione del Riva -

«

geloso del

proprio successo e timoroso che i concorrenti ne potessero inter–

pretare i segreti

».

Le

difficoltà tecniche cui accennavamo sono

evidentemente testimoniate dal fatto che la ditta Villa non com•

parve all'Esposizione monzese del 1879 e che solo nel 1880 poté

presentare sul mercato

«

una piccola produzione al solo stadio di

feltro

»

16 •

Quasi contemporaneamente, e cioè verso la fine del 1879, un

altro monzese, Carlo Ricci (gerente della ditta Valera) intrapre se

un viaggio di informazione in vari stati europei, in quanto era

ormai evidente che il sistema meccanico di produzione, adottato

soprattutto in Inghilterra e per l'articolo di lana, minacciava pesan•

temente la produzione nazionale. A Stockport, in Inghilterra, il

Ricci vide messa in atto nella fabbrica del sig. Giles Atherton la

completa lavorazione meccanica del feltro di lana e immediatamente

- come si afferma nella sua biografia pubblicata dall'organo pa–

dronale alla fine del secolo - ,

non stette molto in forse, fece un acquisto completo mettendo in requi•

sizione tutti

i

fabbricanti

di

macchlne

di

Stockport e Denton, comperando un

po'

di

qua e un

po'

di là, quello che secondo l'apparenzagli sembrava atto a

rendere uno stabilimento

il

più

perfetto possibile

17 .

Tralasciamo ogni commento sull'origine e consistenza del capi•

tale •di cui poteva con tanta disinvoltura disporre: basti ricordare

che il Ricci agiva per conto di quella famosa ditta Valera che per

prima aveva introdotto in Monza l'uso dell'arsone meccanico. Inu–

tile anche aggiungere e anticipare che proprio il Ricci diventerà in

breve il più importante capitano d'industria del ramo. Fatto sta

che nel 1880 poteva così cominciare a lavorare in Monza la prima

vera e propria grande fabbrica moderna per la produzione dei cap•

pelli di lana merinos, e i risultati questa volta furono immediati:

all'Esposizione nazionale di Milano del 1881 l'unica mostra com–

pleta di cappelli merinos che poteva annunciare una produ-

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Biblioteca Gino Bianco