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zione, allora sbalorditiva, di 1.000 cappelli al giorno, fu appunto

quella della ditta Valera. Naturalmente l'esempio del Villa e del

Ricci fu trascinante: tutte le altre ditte, per sostenere la concor–

renza, trasformarono in breve tempo i loro impianti con l'introdu–

zione delle macchine e dei nuovi processi di fabbricazione dedican–

dosi quasi tutte , d'allora in poi, alla produzione meccanica del

cappello di lana.

L'abbandono o quasi della lavorazione dei feltri di pelo con la

corrispondente intensificazione progressiva della produzione mecca–

nica di feltri di lana

è

spiegata in termini eloquenti dalla stessa

«

Cappelleria Italiana

»:

La fabbricazione del cappello

di

lana è molto più facile

cd

assai più

eco–

nomica

di

quella

di

peli

i

più economica perché la stoffa costa molto meno e

perché le macchine per la sua fabbricazione e confezione, meno costose, richie–

dono

per

la loro azione una terza parte

di

forza motrice e di spazio, quanto

[sic!] !'altre

per

il

cappello di feltro (di pelo); richiedono inoltre minor

numero

di

lavoranti nonché meno abilità

18,

Le ditte A. Meroni e P. Paleari furono tra le prime ad ade–

guarsi ai nuovi sistemi di produzione ; intanto anche la ditta Villa,

superate le difficoltà iniziali, spediva regolarmente i suoi feltri,

prodotti ad Acquaseria, a Monza, dove venivano finiti dalla ditta

Castiglioni Cattaneo e Mantegazza, raggiungendo fin dal 1882 la

cospicua produzione di 1.500.000 feltri all'anno

19

I primi impianti, sottolinea il Riva, furono

«

valorosamente

difesi fra scioperi ed agitazioni operaie continuamente ripetute

» "':

come vedremo infatti, anche nella Monza sonnolenta di allora i

lavoranti cappellai cercarono di resistere al nuovo intensificato sfrut–

tamento, ma inutilmente; i padroni potevano aver ragione abba–

stanza facilmente della loro resistenza oltre che per la debolezza

della loro organizzazione, soprattutto per la grande disponibilità

di manodopera contadina non organizzata esistente nel circondario.

Emblematica, a questo proposito, l'affermazione dell'organo padro–

nale che, facendo la cronistoria della ditta Meroni, cosl commen–

tava il primo sciopero da questa subito:

[Esso] ebbe

il

risultato che generalmente tali opposizioni ai meccanismi

hanno, cioè l'effetto opposto allo sperato, obbligando l'industriale a compie,.

tare inticramente l'impianto per rendersi

il

più possibile inclipendente dalla

mano d'opera professionale

21.

La necessità di una sempre più forte concentrazione di capitali

per la strutturazione della nuova fabbrica moderna a base mecca–

nica portò proprio dal 1878 al 1880 alla trasformazione di diverse

imprese individuali già esistenti in società commerciali formal–

mente costituite

21 •

Nel 1883 nasceva il primo organo padronale di categoria, la

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