

fronte ai 54 opifici lombardi con 26 cavalli vapore, 10
cli
forza
idraulica e 743 operai (538 uomini, 122 donne e 82 fanciulli).
I totali generali del Regno erano i seguenti: 521 stabilimenti, 86
cavalli vapore, 33 di forza idraulica, con 5.317 operai (3.869 uo–
mini, 887 donne, 561 fanciulli)
12 •
Queste cifre erano riportate dal–
l'Ellena anche nella sua
Statistica di alcune industrie italiane
del
1880, dove significativamente l'industria monzese non era nomi–
nata, mentre era messa in rilievo la produzione piemontese
13
•
Non si può a questo punto dimenticare che dal 1875 al 1880
anche l'industria del cappello monzese, come tutte le industrie
italiane, subl i riflessi della crisi mondiale in atto,
il
che ci
è
di–
rettamente confermato dalle risposte all'Inchiesta sugli scioperi isti–
tuita dal governo con decreto 3 febbraio 1878. Gli industriali mon–
zesi interpellati affermavano tra l'altro, con evidente autocommise–
razione ed una polemica inclinazione al pessimismo:
2
notorio
che da due anni in poi tanto la tessitura cotone, quanto la fabbri–
cazione capp,elli, non presenta verun utile.
E aggiungevano poi:
Nel non creduto caso che la crisi commerciale d'oggigiorno perdurasse,
oppure nel caso che le tariffe testè votate dal 1
°
ramo del Parlamento andas-–
sero in vigore, questi industriali si
uoverebbcro
certamente nella circostanza
di
dover, loro malgrado, proporre all'operaio condizioni tali che lo trascine–
rebbero assai probabilmente allo sciopero. Né potrebbero gli industriali fare
altrimenti per sostenere
la
concorrenza coll'estero.
Significativo, in merito all'importanza ormai assunta dalla fab–
bricazione dei cappelli nel monzese, era il fatto che a rispondere
a questa inchiesta, su quattro industriali, fossero chiamati due fab–
bricanti di cappelli: Pietro Mauri e Giuseppe Valera (gli altri due
erano rappresentanti dell'industria cotoniera: Paolo Pirovano e
Luigi Fossati)
14
•
Anche all'Esposizione di Parigi del 1878 la cappelleria mon–
zese non
fu
presente, mentre l'anno seguente fra gli espositori di
una mostra locale figuravano, a rappresentare i cappellai cittadini,
le due ditte G. B. Valera e A. Meroni che appunto per prime si
erano avviate nel processo di modernizzazione degli impianti con
l'introduzione dell'arsone meccanico"·
Ma per lo sconvolgimento radicale dei metodi
cli
produzione
che si effettuò dal 1876 al 1880
fu
decisiva l'iniziativa di Antonio
Villa, della ditta Luigi Villa. Questa, fondata nel 1776, era una
delle più antiche fabbriche monzesi; nel 1872 aveva adottato
per
prima la
souff/.euse,
e nel 1874, approfittando di una forza d'acqua
che possedeva ad Acquaseria (sul lago
cli
Como), aveva messo in
azione 6 arsoni meccanici oltre alle
souff/.euses
e ad una
melan-
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