della propaganda operaia nelle campagne, cercava di intavolare trat–
teative con le organizzazioni industriali, allo scopo
di
raggiungere
un accordo sulle tariffe. Ma questi tentativi non approdarono ad
alcun risultato, per
il
netto rifiuto da parte dei «fab bricanti», di
accettare « obblighi collettivi » e una tariffa unica
159•
Nell'estate 1883 scoppiò allora a Como una agitazione
di
grandi
proporzioni. Sui motivi che l'avevano determinata
il
Consolato Ope–
raio di Como, invitato nel luglio 1883 a rispondere a due quesiti
riguardanti il fenomeno della disoccupazione e i ribassi salariali
160,
così si esprimeva:
In rapporto al numero degli operai senza lavoro, se si tiene calcolo della
interruzione tra una pezza e l'altra, e che la media di questa sarebbe otto
giorni e più, può calcolarsi 600 operai stazionari che ogni giorno sono senza
lavoro.
A questi vanno aggiunti molte donne e fanciulli che un tempo battevano
telai per articoli leggeri e che attualmente
i
signori fabbricanti a preferenza
li
fanno confezionare in campagna.
In quanto al nome dei fabbricanti dai quali furono licenziati
gli
operai,
a noi
è
impossibile saperlo pel mistero cui tengono le cose
i
signori fabbri–
canti.
Si potrebbe aggiungere però che la maggior parte delle ditte hanno messo
in
libertà
i
propri operai, in quantoché in quasi tutti i libretti dei medesimi
si trova scritto
«
non si garandsce altra pezza». oppure
«
ultima pezza».
Rapporto alla misura dei ribassi sulle mercedi, varie ditte principali sono
in ribasso al presente del
15%
sulle tariffe convenute nel
1880.
Sulla maggioranza dei fabbricatori non si potrebbe, anche volendo, fare
una media dei salari, perché troppo sproporzionata
è
la differenza (fino
il
50%)
che esiste in giornata fra essi sui medesimi articoli.
Le cause dello sciopero erano dunque sempre le medesime:
di–
soccupazione, mancato rispetto delle tariffe, stagnazione dell'industria
serica.
Il 7 luglio si teneva, dietro invito del Sindaco, avv. Scacchi e
del presidente della Camera di Commercio, Nobili, una assemblea
di fabbricanti sulle cui deliberazioni informava una circolare a
stampa, in data 10 luglio, spedita per conoscenza ai fabbricanti as–
senti. Nel comunicato si diceva che:
i
fabbricanti intervenuti all'adunanza indetta dal municipio e dalla Camera
di
Commercio, deplorando le differenze troppo gravi verificatesi nei prezzi di
fattura
di
alcune ditte, fanno voti che siano per quanto
è
possibile ridotte
a misura più ragionevole e interessano l'onorevole presidenza a voler dare di
ciò comunicazione ai non intervenuti.
Il Sindaco e
il
Presidente della Camera di Commercio, confida–
vano che tutti i non intervenuti, avrebbero accolto l'ordine del
giorno
161
«
per quello spirito di solidarietà indispensabile al buon
andamento dell'industria
»
e avrebbero adott ato
«
in misura meno
127
Biblioteca Gino Bianco




