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alle più elementari necessità della vita,

il

cui costo annuo

per

una

famiglia di 4 persone, era valutabile in lire 1.164,25 (di cui 140 lire

per

il

vestiario e 130 lire per il fitto di due locali) ,.,_

Sarà proprio questa situazione di diffuso malessere, determinata

dalla sottoccupazione e dal sistematico abbassamento delle retribu–

zioni, che, come vedremo, spingerà le maestranze cittadine dei tessili

a rafforzare le loto organizzazioni e a ricortere allo sciopero come

strumento di pressione sulle categotie padronali.

Gli scioperi e l'organizzazione: dal mutuo soccorso alla resistenza.

La crisi apertasi nell'industria setica comasca all'atto dell'unifi–

cazione per effetto della perdita dell'importantissimo mercato au–

striaco, produsse un calo repentino nel numero dei telai battenti a

Como e dintorni, il ribasso delle tariffe e l'aggravarsi del fenomeno

della disoccupazione. Como assisté allora, all'inizio della estate 1860,

allo scoppio in forma

«

spontanea

»

di uno sciopero dei tessitori,

volto ad ottenere un aumento della retribuzione

131•

In

quell'occasione

i tessitori rivolsero una petizione al Municipio perché svolgesse opera

di mediazione presso i fabbr icanti, ma ne ebbero un rifiuto; le

autorità, infatti, ttincerandosi dietro rigide affermazioni di principio

come quella che

«

non si impone ciò che solo può essere oggetto di

libera contrattazione , né si può comandare alle circostanze», stigma–

tizzarono il

«

contegno adottato » dagli operai richiamandoli alle

legalità e all'ordine e minacciarono di passare all'adozione di misure

repressive nel caso che i lavoratori avessero persistito nel loro atteg–

giamento "'. Lo sciopero del 1860 si risolvette praticamente in un

nulla di fatto, sia perché privo di organizzazione e di direzione poli–

tica, sia per le condizioni particolarmente critiche in cui l'industtia

serica versava in quel periodo.

Altre agitazioni di tessitori si verificarono nel 1864-65, ancora

in corrispondenza con un momento particolarmente cruciale per la

tessitura serica, colpita in quegli anni, e anzi minacciata nella sua

stessa esistenza, dall'accordo commerciale italo-francese stipulato nel

1863. Bisognerà attendere però fino al 1877 per assistere a uno scio–

pero di maggioti proporzioni e sottoposto al controllo e alla direzione

dell'organizzazione operaia.

Negli anni immediatamente successivi all'unificazione

il

movi–

mento operaio nel Comasco, come altrove del resto, agiva ancora

esclusivamente nell'ambito assistenziale delle società di mutuo soc–

corso. Nell'estate 1860 era sorta a Como una

«

Società di Mutuo

Soccorso dei tessitori in seta

»,

grazie all'appoggio e all'intervento di

Lorenzo Valerio, Governatore Regio e successivamente Prefetto, e

del notaio mazziniano Tomaso Perti. La Associazione,

il

cui statuto

118

Biblioteca Gino Bianco