Table of Contents Table of Contents
Previous Page  124 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 124 / 460 Next Page
Page Background

proporzionalmente più alta, invece, nella torcitura, ma soprattutto

essa era rilevante nella tessitura, specialmente prima dell'introdu–

zione su larga scala del telaio meccanico, che, invece, come abbiamo

detto, veniva anch'esso affidato tendenzialmente al lavoro femmi–

nile

104

Si può quindi dire che nel ramo serico i lavoratori adulti e

di sesso maschile rappresentassero quasi una categoria a sé rispetto

alla massa delle donne e dei fanciulli occupati negli opifici.

Per quanto riguarda i livelli salariali, le maestranze maschili im–

piegate nella trattura e nella torcitura, categorie, come si

è

detto ,

molto ristrette, godevano di un trattamento e di livelli retributivi

più elevati rispetto a quelli riconosciuti alla manodopera femminile:

nel primo ventennio post-unitario i salari degli uomini partivano da

minimi di lire 1,30-1,50 per gli operai meno specializzati e salivano

a 2-3 lire per i lavoratori più qualificati (per esempio i tintori)

105

Circa gli orari di lavoro, non c'era divario notevole tra quelli in

vigore per le donne e i fanciulli e la giornata lavorativa degli uomini,

che aveva una durata media di 12 ore in inverno e di 14-15 ore in

estate. Anche i tessitori a domicilio lavoravano generalmente dalle

12 alle 15 ore al giorno. Il lavoro notturno era praticato generalmente

nei torcitoi in cui si utilizzava la forza idraulica ",..

I locali di lavoro erano privi di sufficiente aerazione, umidi, mal–

sani '

07

A Como la scarsezza di abitazioni operaie decorose costrin–

geva i tessitori, che lavoravano a domicilio, a operare in locali deci–

samente insalubri

108

In

generale le abitazioni riservate alle famiglie

dei lavoratori lasciavano molto a desiderare essendo in maggioranza

«

case anguste, spesso mal riparate , umide, poco ventilate: si ag–

giungeva di spesso l'immondizia, di cui non hanno colpa né il caro

affitti, né la scarsità e l'angustia dei locali, ma quella incuranza di

quanto si riferisce all'igiene e alla nettezza, [ ...

J

indotta dall'ignoranza

e dal torpore in cui si lasciano vegetare »

109 .

La categoria dei lavoratori tessili era considerata ordinariamente

«

meno sana del resto della popolazione, specialmente gli operai ad–

detti alla tessitura»

110

Tra gli operai erano assai diffuse l'anemia,

la clorosi, la scrofola

III

e la tisi, malattie tutte derivanti

«

dall'umi–

dità, dai pulviscoli e dalla posizione incomoda » negli opifici, oltre

che dalla trascuratezza delle principali norme igieniche, dal lavoro

troppo prolungato, dalla sottoalimentazione e dalle privazioni di ogni

genere imposte ai lavoratori dal basso livello delle mercedi

112•

In

particolare gli operai addetti alla tessitura erano quelli più frequen–

temente soggetti a

«

malattie di petto, tisi polmonari e vizi incurabili

del cuore », i torcitori di seta a tossi e catarri bronchiali

113 •

L'alimento-base degli operai-contadini era il pane, consumato raf–

fermo perché saziasse di più, umidiccio e mal cotto, ottenuto con

farine di qualità inferiori, spesso avariate, per lo più di granoturco

114•

Il companatico, in genere quantitativamente molto scarso, compren-

114

Biblioteca Gino Bianco