costo della vita): infatti il salario medio dei fanciulli e dei ragazzi
al–
l'inizio del '900 si aggirava tra i 40 e gli 80 centesimi. Per quanto ri–
guarda le filatrici adulte, esse percepivano compensi compresi tra mi–
nimi di lire 0,60-0,80 e massimi di lire 1-1,50, ma assai limitata
era
la
diffusione dei salari di 1 lira
95 •
Da una statistica del 1903 risultava
che tra le operaie di età superiore ai 15 anni impiegate nel settore
serico in provincia di Como il 9,5
%
percepisse salari giornalieri in–
feriori a lire 0,75, il 37,3% avesse mercedi comprese fra lire 0,76 e
1 lira, e il 46,4% ricevesse salari compresi tra lire 1,01 e lire 1,50,
mentre solo una ristretta minoranza del 4,8o/'o fosse interessata a
salari compresi tra lire 1,51 e lire 2
06 •
Tuttavia occorre tener pre–
sente che questi calcoli non comprendevano le operaie sotto i 15
anni, che rappresentavano in provincia di Como più di un quarto
del totale di donne impiegate nell'industria serica.
Anche dal punto di vista igienico-sanitario l'ambiente di lavoro
continuava ad essere fortemente nocivo: i locali degli opifici erano
umidissimi, superaffollati e mal aerati, l'aria era irrespirabile per
gli acidi, le tinture velenose e per il polverio emanato dai tessuti,
con grave danno per l'apparato polmonare dei lavoratori
97 ;
diffusis–
simi tra le lavoratrici di filanda e tra i figli delle filatrici apparivano i
fenomeni di rachitismo e di tisi:
«
Il lavoro de setifici - scriveva
un giornale cattolico nel 1903 -
è
costituzionalmente funesto alla
salute. Tutto l'organismo vi
è
minacciato e deve fare triste prova
per l'aria, la luce, il calore, la posizione della lavoratrice . La giornata
della setaiuola
è
una cambiale che essa e la sua famiglia pagheranno
sui nascituri e sulla robustezza della madre affranta a 25 anni
»
98 •
Tra le lavoratrici tessili, in particolare tra le addette alla tessi–
tura, infierivano la tisi ed altre affezioni alle vie respitatorie. Innu–
merevoli erano le operaie che venivano stroncate dalla tisi a circa
20 anni, dopo 10-12 anni di lavoro negli opifici, ed anche quando
la morte le risparmiava, conducevano una vita stentatissima tra una
malattia e l'altra
99
•
L'insorgenza di queste malattie era causata dal
contatto orale e dalla continua inspirazione di polvere di tintura e
di tessuto. Il giornale
«
Le
Arti Tessili
»
riportava nel 1903 la descri–
zione di un processo di lavorazione diffuso nella tessitura dimostrando
come esso danneggiasse la salute dei lavoranti. L'attività di tessitura
comportava, tra le altre, una operazione consistente nell'infilare nella
navetta, ogni volta che la spola si esauriva, una spola riempita di
trama; ma per far passare il filo della trama dall'interno all'esterno
della navetta la tessitrice (o tessitore) era costretta a portarsi
la
na–
vetta alle labbra risucchiando il filo attraverso il foro della navetta.
Siccome questa operazione, da una tessitrice addetta a due telai come
normalmente avveniva, era ripetuta almeno 800 volte al giorno, nel–
l'infilamento veniva assorbitij• una forte quantità di polvere
«
com–
posta in parre di cotone od in parte di materie coloranti, le quali si
112
Biblioteca Gino Bianco




