Table of Contents Table of Contents
Previous Page  118 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 118 / 460 Next Page
Page Background

seguita dal governo Depretis, doveva sondare le opinioni e gli umo–

ri dei maggiori fabbricanti a proposito dell'avvento di una

legisla–

zione sul lavoro femminile e infantile.

Il tono prevalente nelle risposte a tale questionario risultò impron–

tato all'ottimismo, nel tentativo evidente di avvalorare

e

diffon–

dere una visione positiva e rassicurante del problema, che allon–

tanasse il pericolo dell'introduzione di misure legislative in mate–

ria sociale.

Le

tesi allarmate e preoccupate non mancavano, ma es–

se nel testo finale erano come disperse nella massa delle osserva–

zioni ottimistiche. Cosl, a proposito della terza domanda: « Sono

frequenti i casi di bambini in più tenera età [ ...] ammessi nelle

fabbriche? » si rispondeva che « solo nei setifici avviene qualche

volta che si ammettano delle bambine di 7 anni o anche di 6,

ma ciò per condiscendere alle istanze di genitori bisognosi, che

ne ritraggono cosl un piccolo guadagno

».

Ugualmente mistificanti

erano le risposte all'ultima domanda:

«

Se il lavoro delle donne e

dei fanciulli fosse limitato per legge, ne avrebbero danno ed in

quale misura gli industriali da un lato e dall'altro le famiglie ope–

raie? Il danno sarebbe permanente o passeggero? Sarebbe compen–

sato da benefizi indiretti? »

«

La opinione espressa nella maggior

parte delle risposte - cosl suonava la dichiarazione conclusiva -

è

che

il

danno sarebbe immancabile e grave, più per le famiglie

operaie che per gli industriali , e che sarebbe permanente e non

compensato da alcun benefizio ». La Camera di Commercio di

Como faceva invece presenti le molteplici difficoltà che avrebbe

comportato l'applicazione della legge, tenuto conto delle « esigenze

diverse

»

delle industrie,

«

dei diversi costumi

»

dei paesi e delle

province, e della inutilità di una tutela nei grandi stabilimenti. La sola

risposta che lasciasse trasparire una certa consapevolezza dei termini

reali del problema era quella data dalla Società di mutuo soccorso

di Como, la quale ammetteva con realismo

«

che ne verrebbe un

danno grave per gli operai, lieve per gli industriali

»

ma si affret–

tava a precisare

«

però

il

danno per le famiglie operaie (eccetto

quelle poverissime), sarebbe passeggiero, e compensato dalla mag–

giore istruzione, e robustezza fisica, e dal maggior guadagno che

ritrarrebbe il fanciullo

81 •

In altre risposte si parlava di condizioni

igieniche «eccellenti» negli stabilimenti industriali, si negava l'esi–

stenza di industrie « insalubri » nella provincia, si giudicavano

«

sod–

disfacenti

»

le condizioni di salute degli operai, si asseriva che le

donne e i fanciulli prestavano un'attività « secondo le proprie forze».

A rendere infine piuttosto sospetta l'attendibilità di tali asserzioni

contribuiva l'assenza nella lunga esposizione delle risposte di qualche

rappresentante della parte più tlirettamente interessata, gli operai,

che pure erano stati esplicitamente invitati a dare

il

loro contributo,

108

Biblioteca Gino Bianco