

per
tredici e fin quattordici ore di un lavoro sorvegliatissimo e che richiede con•
tinuata attenzione
54.
Uno dei molti sindaci che il Bonomi aveva interpellato asseriva
che, anche ammettendo che l'età precoce e la durata eccessiva·della
giornata lavorativa non si dovessero considerare quali
«
cause di–
rette
»
di morte, era pur sempre vero che esse rovinavano l'orga–
nismo degli operai-contadini del Comasco, favorendo la diffusione
di numerosissime malattie
55 .
La Deputazione provinciale di Como
nel 1880 denunciava gli effetti rovinosi esercitati dal lavoro troppo
precoce e ripetitivo sullo sviluppo emotivo ed intellettuale dei fan–
ciulli osservando come le operazioni da loro svolte
il più delle volte meramente automatiche, come la fattura di un nodo e
il
ricambio di un fuso, spengono nell'ebetismo la mente e
il
cuore, nella
clo–
rosi e nella scrofola la salute, se non la vita
56 •
Un grado di nocività molto elevato caratterizzava l'ambiente
di lavoro nel settore tessile, specialmente negli stabilimenti minori
dislocati nelle campagne. Gli opifici erano generalmente eccessi–
vamente riscaldati d'estate e molto freddi in inverno e quasi dap–
pertutto era scarsa o nulla l'aerazione. L'aria, densa di vapori acidi,
esalazioni e pulviscolo, era viziatissima e irrespirabile. Nelle fi–
lande l'umidità era molto intensa e i pavimenti, sui quali sovente
le filandaie camminavano a piedi nudi, venivano continuamente
innaffiati
57 •
In alcuni opifici - scriveva
il
Bonomi - l'evaporazione delle caldajuole
ove si lavorano i filugelli
è
tale e tanta da rimanere le vesti inzuppate con•
tinuamente dal vapore acqueo condensato al contatto dell'aria, donde le ar–
triti,
i
reumatismi,
i
vizii cardiaci da cui sono colpite quelle lavoratrici
58 •
Negli incannatoi invece l'aria era surriscaldata,
dovendosi
per
la specialità dell'industria tener chiusa ogni apertura ed evi•
tare qualsiasi ventilazione, onde non venga a scemare il
peso
della seta che
vi si lavora
59,
Le giovani donne e i ragazzi che dall'alba al tramonto e fino
a notte inoltrata prestavano la loro opera in opifici tanto malsani,
vi contraevano numerose malattie: diffusissime nella classe lavora–
trice comasca apparivano la scrofola, la tubercolosi, le rachiti,
l'itterizia , le affezioni addominali e gastroenteriche, la tisi, la clo–
rosi e l'asma
60 •
In
aumento era anche la frequenza di decessi im–
maturi provocati da malattie contratte sul luogo di lavoro
61
•
Particolarmente gravi apparivano le condizioni sanitarie delle
operaie-contadine;
il
deperimento delle filandaie era la conseguenza
più immediata di un lavoro troppo prolungato .
e
_inpessime condi–
zioni igieniche, compensato con pochi centesimi:
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Biblioteca Gino Bianco