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1905

173.

Giuseppe Kirner a Salvemini

16 aprile 1905

Caro Salvemini,

mi è doluto di non poterti essere utile; ma, per la malattia di mia

madre, sin dal dicembre sono impegolato io stesso. Tra medici, medicine,

casa di salute, viaggi ecc. ho dovuto spendere un orrore, e prender da–

nari a prestito, naturalmente pagando l'interesse, per lire millecento. Ades–

so da tre mesi a poco per volta estinguo il debito. Com'è naturale, quando

ho riscosso lo stipendio, trattengo in casa quello che mi può abbisognare,

e il resto lo porto alla banca dove ebbi i danari.

Ed ora poche cose intorno alla Federazione. Delle tue cartoline ho

sempre tenuto conto, pur essendo troppo pigro per risponderti. Le ho tutte

davanti a me, in ordine cronologico. E avrai visto che, sebbene un po'

a rilento, ho fatto sempre quello che mi dicevi: anzi in alcuni casi ti

avevo prevenuto. Adesso il nuovo Consiglio è fatto, ed è buono, anzi ot–

timo. Mi duole solo che non voglia accettare

il

Filippini; ma tra giorni

lo vedrò e cercherò di smuoverlo dal suo proposito. Per ora non ho dato

nessun corso alle lettere né di lui né del Vailati,' colle quali, in risposta

alle mie comunicazioni ufficiali di nomina, rispondevano rinunziando. La

Federazione sta bene finanziariamente, anche perché s'è speso pochissi–

mo negli ultimi tempi, e con un buon fondo di cassa si può fare mol–

to quando tornino momenti migliori. Io ho avuto ed ho ancora, di

tanto in tanto, dei periodi di vero sconforto; e mi pare allora che tutta

la fatica di tre anni sia stata vana. Ma quando poi guardo ad altre or–

ganizzazioni simili, ed al momento politico presente, mi riconforto pen–

sando che la odierna depressione non può non essere transitoria. Intanto

di una cosa mi sono convinto sempre meglio, ed ora la tengo come ar–

ticolo di fede; la intima connessione dei problemi concernenti la scuola

e la nostra classe, col movimento generale del proletariato e coll'azione

socialista. Ormai mi sento "orientato" non solo verso i partiti democra–

tici in genere - questo lo ero già sin dal congresso di Firenze -

ma esclusivamente verso il partito socialista. Dal quale però mi tengono

ancora lontano due categorie di socialisti:

1) gli anarcoidi bagoloni, gretti, ignoranti. Degli scatti anarchici,

delle impulsività credo ne abbiamo un po' tutti, ed anch'io non riesco

a guardarmene: quando vedo un ministero come questo mi vien '!oglia

di augurare un cataclisma universale; ma poi la ragione riprende il so–

pravvento. Invece in certuni l'anarchismo è cosi intimamente connaturato

173.

AS.

1

Francesco Filippini, titolare di storia nell'istituto tecnico 'Pier Cr~scenzio' di Bologna.

Giovanni Vailati (1863-1909), professore di matematica in vari istituti medi, si dedicò allo studio

della storia e della teoria della scienza.

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