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Carteggio

tutte le camorre universitarie e non universitarie mi avrebbero nelle loro

file, ma mi vergognerei di me stesso; e Lei sarebbe il primo a disprezzarmi.

Quanto al timore che Ella ha di vedermi abbandonare la scienza per la

politica, io ho la certezza che esso sarà sempre smentito dai fatti. La mia

testa

è

probabilmente storta; ma

è

certamente dura. La politica la faccio

nei mesi di vacanza. Dieci mesi dell'anno per studiare mi resteranno

sempre. E so il punto dove devo fermarmi.

Il curioso

è

questo: che se io invece di dedicare due mesi alla poli–

tica, dedicassi tutti i dodici mesi dell'anno a un'amante o a far quattrini,

la gente perbene non troverebbe nulla da ridire sul mio conto. E se invece

di fare per due mesi soli la politica mia, facessi per tutti

i

dodici mesi

la politica viceversa, allora entrerei anch'io nell'olimpo delle persone per–

bene, quando pure trascurassi del tutto il mio dovere scientifico. Questo

non lo dico per Lei, di cui conosco l'altezza morale; lo dico per alcune

di quelle persone per bene, che Ella si

è

degnato di mettere in fascio

con Sé, parlandomi non in prima persona singolare, ma in prima persona

plurale. Finché Ella mi parlerà a nome Suo e dirà

io,

Ella troverà sem–

pre il discepolo, memore dei grandi benefizi ricevuti, dolente di aver ad–

dolorato il maestro buono e benefico. Quando dirà

noi,

allora le cose

cambieranno: io desidererò di sapere chi sono questi

noi,

perché non

vorrei che fra essi ci fossero delle persone, a cui io non riconosco il diritto

di addolorarsi delle mie azioni, perché non sono miei maestri come

Lei,

perché di fronte a qualcuno di essi io ho il diritto di ritenermi intellet–

tualmente e moralmente superiore. Voglia tenere per sé, caro Maestro,

questo sfogo.

169.

Salvemini a Ernesta Battisti Bittanti, [a Trento]

Messina, 7 dicembre 1904

Cara Ernestina,

vedendo che la Sua lettera cominciava con un "Egregio Gaetano,"

ho capito che era aria di tempesta.

Ella ha torto a pensare che i fatti di Innsbruck mi abbiano poco

interessato.' Modestia a parte, credo di essere uno dei pochissimi in Italia,

che capiscono qualcosa nella fricassea del vostro orribile impero austro-

169. CB.

• Manca in AS la lettera della Battisti cui Salvemini risponde. I fatti di cui si parla

avvennero ad Innsbruck

il

3 novembre 1904: per festeggiare l'apertura della prima facoltà giuridica

italiana, studenti e professori si riunirono in una manifestazione che fini con tafferugli e scontri

con i tedeschi. La situazione peggiorò

il

giorno seguente, in cui vi

fu

una generale esplosione

di odio antitaliano. Si veda su ciò l"' Avanti!" del 7, 15, 19, 20 e 26 novembre 1904.

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