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1903

gresso nostro sarebbe nei giorni 27-29 e forse anche 30 (quarto giorno).

Ma di questo un'altra volta.

151.

Salvemini a Carlo Piacei

Messina, 21 agosto 1903

Carissimo amico,

nella seconda metà di settembre, dopo che la mia piccola moglie

mi avrà regalato il quarto o la quarta erede dei miei estesissimi lati–

fondi, andrò a Cremona pel Congresso degl'insegnanti, passando

per

due

o tre giorni dalla signora Elena; rimarrò in Lombardia fino ai primi

d'ottobre; e poi ritornerò in giu verso la Puglia. Se avrò sicurezza

di trovarLa a Firenze, passerò da Firenze, magari attardandomi nel

nord qualche giorno di piu, fino a quando Ella non sia ritornato ai

patri lidi. Se il ministro delle finanze me lo permetterà, voglio niente–

meno andar a salutare anche il Papafava, e naturalmente di H salterò a

Venezia, che non conosco, avendo anche modo di veder l'Esposizione.

Possibile che in tutto questo va e vieni non ci si debba incontrare in

nessun luogo?

Io

sono qui a lavorare, oppresso dalla mia Rivoluzione francese,

che

è

diventata per me un incubo, un succobo, uno spirito delle tenebre,

uno spirito delle procelle, una disperazione. Chi sa quando la finirò. Ep–

pure

è

un gran bel tema, piu bello ancora di quella storia della rivo–

luzione italiana che io non arriverò mai a fare. Vorrei - si figuri che

pazzia - vorrei presentare al lettore il quadro di tutta la vita sociale della

Francia dal 1789 al 1814, riducendo nelle sue giuste proporzioni la storia

parlamentare e militare, in cui per i piu si raccoglie tutta la storia della

rivoluzione; e vorrei che dal mio libro apparisse come gli uomini buoni

o cattivi - e piu cattivi che buoni - intelligenti o imbecilli - e piu

imbecilli che intelligenti - lavoravano, senza comprenderci nulla, allo sno–

damento di un problema che si era andato formando attraverso sette se–

coli. Idea non nuova, ché il Tocqueville l'aveva già sviluppata cinquan–

t'anni fa, e il Sorel l'ha dimostrata per la politica estera; ma non

è

stata ancora applicata sistematicamente a tutte le parti del fenomeno

rivoluzionario, né queste parti sono state descritte ancora tutte insieme in

un solo libro, in modo che appaiano le azioni e le reazioni delle une

sulle altre. E questo libro non deve essere piu lungo di settecento pa–

gine.

In

fondo temo che sia un assurdo pretender di risolvere tanti problemi

insieme in cosi piccolo spazio; ma oramai mi ci son messo e debbo riu-

151. CPI.

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