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Carteggio

same di coscienza e a... rifiutare la loro adesione. Invece parlando di li–

bertà, progresso, protezione· delle classi inferiori, ecc. non diciamo nulla

e tutti quelli, che desiderano andare avanti, sono democratici. Ho letto

il discorso dell'avvocato Levi Civita, un altro democratico padovano.'

Dice: noi vogliamo il rispetto rigoroso delle leggi, noi ci opporremo ad

ogni sconfinamento di competenze, ma vogliamo il progresso. Parole, pa–

role, parole. Vorrei conoscere quel signore per domandargli: ha mai letta

Lei la legge comunale e provinciale?, Come avvocato dovrebbe almeno

averla sentita nominare, quando scaldava le panche dell'Università. E non

sa che questa legge determina minutamente tutti i doveri dei comuni,

fissa le spese obbligatorie, limita le spese facoltative, dà al prefetto autorità

assoluta sui comuni, vieta qualsiasi progresso? Con che faccia tosta

si può dire vogliamo rispettar le leggi e vogliamo il progresso?

Tutte queste mistificazioni possono avvenire sol perché non si di–

scute un programma concreto. Quando questo si facesse, si vedrebbe

che ogni seria riforma è impèdita dalle leggi, e i democratici dovrebbero

o rifiutare qualunque riforma o mettere a base del loro programma la

lotta contro il governo e quindi dovrebbero dimenticare le leggi.

È

appunto questa la ragione, per cui i democratici non vogliono

sentir parlare di programmi precisi, e si offendono personalmente quando

si sentono domandare delle dichiarazioni categoriche. Essi sentono di non

potersi impegnare a niente, perché la legalità,. cioè il rispetto pel signor

prefetto, li uccide.

Io

quindi vedo molto nero l'avvenire. Tutto il movimento popola–

re, che ben diretto potrebbe arrivare a ottimi risultati, si risolverà in

una colossale mistificazione. I democratici si rifiuteranno di andare avan–

ti, i socialisti per reazione pretenderanno piu di quanto non sia possibile

ottenere; e dopo la luna di miele verrà la luna d'aceto.

Come vede, come democratico Ella non trova presso di me troppa

compassione. Ma la Sua ultima

Cronaca

mi

fa

credere che su questo

punto siamo perfettamente d'accordo.

Suppongo che le elezioni di Padova siano andate bene per i popo–

lari. E Lei certo riescirà fra i primi. Voglio vedere in che modo se la

caverà; è impossibile che Ella non faccia if Suo dovere di galantuomo e

di democratico... sul serio; ma temo che si debba trovar presto in di–

scordia coi democratici veronesiani; e magari anche coi socialisti, se que–

sti non avranno giudizio. Cosf a voler fare il Suo dovere, riescirà a Dio

spiacente ed ai nemici sui.

Riguardo alla conferenza padovana, se essa dovesse determinare qual–

che noia fra la Unione morale e le altre associazioni, oppure se il posto

è preso da altri conferenzieri, Le dico proprio sinceramente che io sono

pronto a rinunziarci. Dopo tutto di inviti io non ne ho avuti; mi sono

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Giacomo Levi ·Civita (1846-1922), garibaldino, poi radicale; senatore dal 1908,

fu

per

molti anni •indaco di Padova.

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