

1899
è: quand'anche qualcuno di noi accettasse le tue idee, si troverebbe iso–
lato, perché né i radicali, né i repubblicani, né la maggioranza dei depu–
tati socialisti ne vogliono sapere di andare avanti.
Oramai bisogna sperare un nuovo stato d'assedio, durante il quale
sieno fucilati tutti i blateroni dell'Estrema. Se non vanno al diavolo i
rappresentanti del popolo, il popolo continuerà sempre a esser rappresen–
tato male. Mi sento diventare anarchico. Pare impossibile che i nostri mi–
gliori, appena arrivati a Roma diventino cretini. Si mettono a fare subito
i Machiavelli; e non capiscono che in fatto di furberia riesciranno sem–
pre inferiori ai monarchici; e non capiscono che le masse la furberia
non la capiscono e vogliono solo situazioni nette. Sacrificano il grande utile
sicuro della educazione politica delle masse al vantaggio puerile ·e insi–
gnificante di abbattere un ministero per innalzarne un altro... peggiore.
Non c'è che il Bissolati, che abbia la testa al posto, perché è il . solo
che non abbia desiderio di far bella figura.,
Mi vengono di tanto in tanto degli articoli sotto la penna, ma non
li scrivo.
È
inutile. Un anno fa la corrente era a nostro favore e i no–
stri articoli trovavano buona risonanza; oggi nessuno piu li capisce. Bi–
sogna aspettare l'esperienza centesima zanardelliana. Il meglio che pos–
siamo fare - dato che tutti sono innamorati di Zanardelli - è approfittare
del breve periodo di respiro, che Zanardelli dovrà darci, per parlar
chiaro e andare avanti.
Addio, caro Ghisleri; saluta la tua signora.
64.
Salvemini a Francesco Papafava, a Padova
Lodi, 13 dicembre 1899 ·
Pregiatissimo signor Papafava,
è tanto che mi propongo di scriverLe; ma ho avuto tanto da fare
- fra le altre cose un piccolo viaggetto fino a Napoli - che non ho
potuto finora avere un'ora a mia piena disposizione.
Il Suo ultimo articolo sui boeri è proprio una delle Sue piu belle
cose; ne parlavamo venerd( passato col Piacei a Milano e ci trovammo
d'accordo nell'emettere questa inappellabile sentenza. La Sua letterina al
De Viti è poi piena di buon senso e di arguzia! Cosa vuole? io anche dopo
aver letto nel Suo articolo tutti i torti dei boeri, sono stato contento
come una pasqua ieri quando ho letto che gl'inglesi le han prese ancora
64. CP.
1
F.
PAPAFAVA,
Il superuomo anglosassone e
i
boeri dell'avvenire,
nel ''Giornale degli
Economisti,"
2"
ser., a. X (1899), voi. XIX, pp. 479-490. Nel citato numero del "Giornale de–
gli Economisti," sotto
il
titolo
La guerra nel Transvaal,
è
pubblicata una lettera di Antonio
De Viti De Marco a Papafava ed una di quest'ultimo a De Viti De Marco, alle pp. 476-478.
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Biblioteca Gino Bianco