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Carteggio

63.

Salvemini a Arcangelo Ghisleri, a Lugano

[Lodi, 13 dicembre

1899]

Caro Arcangelo,

scusami se non ho risposto prima alla tua ultima lettera! Ho lavora–

to disperatamente per finire in tempo il volume sui partiti milanesi. Mi

è venuto un po' piu lungo di quel che non prevedessi e ho dovuto stron–

car di molto l'ultimo capitolo trasformandolo in uno studio generale sui

partiti italiani dal

'59

a oggi.

2

Ma anche in quella forma spero che possa

esser utile a distruggere qualche leggenda; tutto questo nella supposizio–

ne che i nostri giovanotti abbiano voglia di legger di quella roba piut–

t~sto che di masturparsi col materialismo storico e colla repubblica bo–

v1ana.

Questa lettera avevo cominciato a scriverla venti giorni addietro e

posso riprenderla solo oggi (13 dicembre). In questo frattempo mi son

capitati molti accidenti.

È

morta la nonna di mia moglie, lasciandoci un

migliaio di lire di rendita, con cui ho ristabilito l'equilibrio del bilancio.

E per compensazione sono stato bocciato per l'università di Pavia. Mi

hanno dichiarato ineleggibile, dando naturalmente la eleggibilità a tant'altra

gente piu cretina di me. Il Consiglio superiore ha proposto l'annullamento;

ma Baccelli farà certo il maiale anche lui. Moralmente sono soddi–

sfatto, ma materialmente son rimasto seduto a terra come prima. Ed ec–

comi ora a preparare un altro volume per il probabile concorso di Pa–

dova. Son stato incetto sulla questione se non avrei fatto meglio ad ab–

bandonare per sempre il mestiere di insegnante. Ma che posso fare? vi–

vere sulla dote di mia moglie non voglio e non posso... perché non ba–

sterebbe. Fare il giornalista mi piacerebbe, ma 'dovrei trovare un giornale

a mio modo, perché non vorrei esser un mercenario della penna. I posti

dell'Avanti!

son tutti occupati. Ho pensato che per un altro paio d'anni

mi conviene aspettare e tentare la via universitaria: se non riescirò, sarò

sempre a tempo a fare il salto prima che sieno scoccati i trent'anni.

Nel concorso di Pavia mi han bocciato non per ragioni politiche, ché

la mia prudenza mi ha impedito di diventare ... famoso; mi han bocciato

per

favorire i protetti del Cipollai'

.

Che ne dici dell'azione dell'Estrema?

Io

ne sono stomacato, non s'è visto

mai spettacolo di piu profonda idiozia. L'ho detto a Turati; gli ho detto che

in un mese l'Estrema ha distrutto tutta l'educazione rivoluzionaria di due

anni. Ma anche lui spera nella caduta di Pelloux per opera di Zanardel–

li

!

E tutti sperano. L'argomento, con cui ha potuto chiudermi la bocca,

63.

AG.; ed. in

Ghisleri,

pp.

368-369.

1

Si riferisce probabilmente alla lettera pubblicata al n. 60

di

questa raccolta.

2

Vedi nota n. 1 alla lettera n. 55.

J

Lo

storico Carlo Cipolla (1854-1916)

fu

professore alla università di Torino dal 1882, e

dal 1906 a quella

di

Firenze.

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