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I comunisti al lavoro.
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a)Espropriazione ed organizzazione
Né l a guerra ha ri.sospinto indietro moralmente e
intellettualmente l a classe lavoratrice soltanto imbestia-
lendo quasi tutt i gli strati della popolazione, mettendo in
prima linea nel movimento proletario gl i elementi prole-
tari meno evoluti, e finalmente acuendo infinitamente l a
miseria del proletaiiato e mettendo così la disperazione al
posto della tranquilla riflessione. Essa ha fomentato nel
proletariato concezioni primitive anche perché ha promos-
soattivamente i l modo di pensare militarista, quel modo
di pensare cioè, che di per sé molto si attaglia all'uomo
ignorante e di vi ta superficiale, secondo cui l a nuda forza
sarebbe i l fattbre decisivo nella storia mondiale, e baste-
rebbe l a neoessaria forza e risolutezza per fare tutto ciò
ohs si vuole.
Marx ed Engels tottarono senza tregua contro tale
concezione Engels nel suo classico libro sul
Rivolgimento
delta scienza dei signor Eugenio Dühr ing,
t rat ta i n tre
capitoli esclusivamente la «teoria della violenza» (36 edi-
zione (tedesca), p . 162-192). Questa teoria é i n ogni sua
parte antimarxistica Engels non esitava a porlesi contro,
anche quando essa compariva in veste rivoluzionaria Eg l i
non era dell'opinione, oggi cosi diffusa, che non si deb-
bano mostrare g l i e r r o r i d i un movimento quando si
tratta di un movimento rivoluzionario e proletario, per-
chteciò potrebbe indebolire lo slancio rivoluzionario.
S'intende, che in una rivoluzione non ci si put, eri--
gere
a
giudici arcigni d i
singol i er ror i e sciocchezze
L a
situazione storica più difficile è quella costituita da; una
rivoluzione, nella quale ei si trova di fronte a situazioni
affatto nuove e imprevedute. Sarebbe del farisaismo spre-
gevole quello di un osservatore, che da luogo sicuro o da;
lontano volesse biasimare severamente gl i sbagli, i n cui
fossero incorsi gl i uomini che stanno in mezzo allo lotta
edebbono portarne tutti i pesi e i pericoli.