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materie pr ime, le miniere, i t raspor t i , vien meno
anche la fabbr ica. L'esercizio social istico d i quel la
presuppone che sia creata un' int iera rete d i produ –
zione sociale. Sol tanto se la società può crearla, ò
possibile una produzione social istica.
La socialdemocrazia non domanda la consegna
del la fabbrica ai suoi operai , ma tende a una produ–
zione sociale, produzione per i l propr i o uso della so–
cietà i n luogo del la produzione mercant i le, e ciò si
può
ottenere
soltanto mediante la proprietà sociale
dei mezzi d i produzione. Anche i bolscevichi finora
proclamano la nazionalizzazione delle fabbriche, non
i l passaggio d i queste nelle mani degl i operai . Que–
st 'ul t imo significherebbe sol tanto i l passaggio a una
nuova forma di capital ismo, come mostrarono le
esperienze fatte con numerose cooperative d i produ–
zione. 1 nuovi propr i et ar i difenderebbero la loro pro–
prietà come una posizione pr ivi legiata di fronte a
nuovi venut i in cerca di lavoro, come specialmente
i contadini russi i n causa del le insufficient i spar t i –
zioni d i terra devono sempre d i nuovo crearsi la loro
posizione.
Non è possibile abbattere durevolmente i l capi –
tal ismo col trasferire le fabbriche agl i operai che in
esse lavorano, ma solo col trasfer i re i mezzi di pro–
duzione i n possesso del la società, cioè della col let t i –
vità dei consumatori , onde si produca per i bisogni
d i quel l i : e qu i nd i in possesso dello Stato o, se si
tratta soltanto di mezzi di produzione local i , dei co-
sumi , eventualmente anche d i cooperative d i consu–
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Si è anche tentato in Russia d i battere questa
via. Non si può ancora prevedere quanto rontano si
andrà per essa. I n ogn i caso questo lato della re–
pubbl ica dei Soviet è d i altissimo interesse per noi ,
ma. f inora ondeggia completamente nel buio. Certo
non mancano decreti , ma mancano notizie attendi-