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lungamente la concezione che Marx già nel 1871
espose nel suo scri tto sulla guerra civi le in Francia,
che i conladini potessero partecipare alla prossima
rivoluzione proletar ia così, come essi avevano pro –
ceduto nella rivoluzione borghese, la mano in mano
col proletar iato. Anche oggi i social isti di governo
cercano un programma agrar io, cioè un programma
che i sp i r i ai contadini un interesse per la lot ta d i
classe proletar ia. Ma la pratica mostra dappertut to
un crescente contrasto fra proletar iato e contadini .
Soltanto quegl i elementi hanno un interesse alla
terra eguale a quel lo del proletar iato urbano, che
sono essi medesimi proletar i , cioè che vivono non
della vendita di prodot t i agrar i , ma della vendita
della forza d i lavoro, del lavoro salariato.
La vi t tor ia del proletar iato dipende ciana csien-
sione del lavoro salariato sul suolo; un processo che
si svolge soltanto lentamente, spesso non con l 'au–
mento della grande azienda agricola, ma mol lo rap i –
damente col trasferimento dell 'esercizio industriale
sulla ferra col t ivabi le. Inol t re la v i t tor i a proletaria
dipende da questo che la popolazione cittadina e i n–
dustriale cresca più rapidamente d i
quella
rurale e
eli quella agr icola.
E questo è
un processo che pro–
gredisce in fretta. Netta maggior parte degl i Stati i n –
dus t r i a l i , la popolazione delle campagne diminuisce
non soltanto in modo relat ivo ma anche in modo as–
soluto. Nel l ' impero tedesco la popolazione delle cam–
pagne ammontava ancora nel 1871 a 26.2 mi l i on i su
41, cioè al 64 per cento della popolazione totale,
ma nel 1910 soltanto a 25.8 mi l i on i su 65, cioè
al 40 per cento. La popolazione agricola è ancora
minore d i quella delle campagne. Essa formava, se–
condo i l pr imo censimento professionale del 1882.
ancora 19.2 mi l i on i su 45.2 mi l i on i d i abi tant i , cioè
i l 42.5 per cento della popolazione totale, nel 1907
soltanto più 17.7 mi l i on i su 61.7, cioè it 28.7 per