

di ar i a , si debba cercare la seconda grande mi sura
della di t tatura del proletar iato che non si potrà più
distruggere. Ciò è tanto più verosimi le, in quanto
che qu i vediamo un movimento che si compie in t u l l i
g l i Stat i moderni , anche in quel l i capi tal ist ici . Le ne–
cessità della guerra lo hanno prodot to (r icordiamo
la statizzazione delle ferrovie in America), la neces–
sità della pace lo cont inueranno. Dovunque dobbia–
mo rassegnarci a monopol i f iscal i .
Ma ciò attesta già che economia statale non ò
ancora social ismo. Che lo sia o no, ciò dipende dal
carattere del lo Stato.
Ora, lo Stato russo è uno Stato d i contadini .
Lo è oggi più che mai , perchè ogg i i l contadino ha
appreso a conoscere la propr i a forza. Eg l i è in Rus–
sia così poco, come altrove, in grado d i esercitare
direttamente la sua forza nello Stato, a ciò non lo
rendono propr i o le sue condizioni di vi ta. Ma egl i
non tollererà più nessuna forza che non real izzi i
suoi interessi, anche d i fronte al proletar iato delle
città*--
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D i fronte alla produzione agricola per i l mer–
cato, anche l ' industria statale produrrà per i l mer–
cato e non per i l propr i o bisogno del lo Stato. I l suo
principale campo d i smercio, i l suo mercato interno,
sarà formato appunto dai contadini .
I l contadino è tanto interessato al l 'alto prezzo
dei prodot t i agr i col i ch'egl i vende quanto al basso
prezzo dei prodot t i indust r ial i ch'egl i compra. Può
essergli indifferente, d i fronte al l ' industria pr ivata,
in qual modo questi bassi prezzi si avverino, se a
spese del salario o del profìtto; egl i non ha interesse
a un alto profìtto del capitale industriale pr i vato . Ma
la cosa va al t r iment i con feconomia statale. Quanto
più sono al t i i pro f i t t i d i quel la, tanto più è basso
l ' importo delle entrate statal i da copr i rs i con im–
poste e che i n uno Stato di contadini deve essere es-