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R I N A S C I T A
questo attaccamento maturato nel corso dei
secoli, mi appariva ora come un segno straordi–
nario di cul tura, paragonato al regime del b i –
vacco, all'aspra corsa al guadagno della v i t a
americana ». Questo era i l linguaggio d i un eu–
ropeo. Maiakovski i si considerava allora come un
fautore dell'estetica industriale; par t i va in guerra
contro i l passato. Ma in quanto europeo, apprez–
zava come si doveva i secoli della civiltà; com–
prendeva quale somma d i lavoro era stata inve–
st i ta nei piccoli or t i e giardini dei contadini nor–
manni .
Ora, in Normandia hanno già raccolto le mele.
I n Borgogna si spremono i grappol i d'uva, e la
foresta d i Fontainebleau risplende di colori caldi .
Ma una certa amarezza mista d' inquietudine e d i
allarme rende opaca la pace dell 'autunno. Presso
alle querce di Fontainebleau si è instal lato lo
stato maggiore dell'« esercito occidentale ». I
contadini normanni sentono parlare di « zone d i
difesa ». I vignarol i di Borgogna si dicono che
se, grazie a questa estate torr ida e secca, i l vino
sarà forte, avrà pure un nascoto sapore amaro:
i l pat to di guerra. Non v i è pace per la Francia.
Non v i è pace nemmeno per gl i a l t r i paesi: oggi,
t u t t i i popoli sono solidali.
Nel mondo int iero, ci si interroga con un b r i –
vido: sarebbe dunque possibile che ricominci?
Mi si dirà: « La minaccia viene dalle due par t i ».
È ciò che hanno sempre detto coloro che hanno
paura d i guardare la verità i n faccia, che sognano
la neutralità spirituale e accettano, nella loro
cecità fìnta o sincera, d i mettere nello stesso
sacco la v i t t ima e l'assassino.
No, la minaccia non viene dalle due par t i . Chi
può augurare una nuova guerra? Nè i colcosiani
della Russia, nè i col t i vator i dell 'Oklahoma, nè
gl i operai d i Mosca, di Londra, d i Parigi e d i
Chicago, nè gl i uomini semplici che lavorano e
percipiscono un salario i n rub l i , i n dol lari , i n
l ire, no, non sono essi che augurano la guerra.
Possono sognar la guerra soltanto coloro cui
essa reca prof i t to; che non vedono, nelle città
distrut te dai bombardamenti , rovine e tragedie,
ma dividendo e rialzo delle loro azioni, unico
contenuto della loro v i ta cupida e inumana. I l
giornale
Los Angeles Daily News
affermava d i
recente che gl i affari degli industr ial i dell 'avia–
zione in California erano dei più prosperi, ma
erano minacciati dalla 8 offensiva di pace dei
russi ». Chiedo a t u t t i d i meditare queste parole.
Gl i uomini semplici, siano essi russi, francesi o
americani, sono minacciati dalla guerra, ma i
proprietari d i officine d'aviazione sono minac–
ciat i dalla pace. Dopo ciò, si può ancora sostenere,
se si ha una coscienza, che la minaccia d i guerra
viene dalle due parti? Non v i è t ra noi un solo
uomo che sogni la guerra. L'abbiamo t u t t i in
orrore. Ma si può dire che abbiano in orrore la
guerra gl i uomini d'affari americani?
Ho t rovato,
nell'Epoque
del 26 agosto, un
articolo del suo corrispondente da New York.
Gl i americani, afferma questo articolo con ric–
chezza di part icolar i , si propongono d i bombar–
dare le città sovietiche al l ' improvviso, lasciando
cadere le loro bombe da grande altezza. L'autore
si riferisce al settimanale
US.News
and World
Report
e aggiunge che i l lancio delle bombe ato–
miche non sarà che la prima fase della guerra,
seguita immediatamente da una seconda fase:
la guerra terrestre fat ta dal le.divi s ioni francesi
dotate di materiale americano e poste sotto co¬
* mando americano. E la seconda fase sarà seguita
da una terza: riconquista e necessaria distruzione
della Francia da parte delle unità bl indate ame–
ricane, con l ' aiuto delle aviazioni americana e
inglese.
A mio avviso, chiunque legga t a l i test i e sia
dotato di buon senso deve chiedersi: ma perchè,
10 o i miei bambini , dovremo fare la guerra sotto
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comando d i generali americani, per essere final–
mente « l iberat i » dalla v i t a dalle bombe atomi –
che?
La stampa che diffonde queste idee risponde:
« Perchè bisogna difendere la cul tura occidentale
contro i bolscevichi! ».
Lo Stato sovietico avrà t ra poco trentadue
anni. Da l giorno della sua nascita, i giornal i d i
Parigi , d i Londra, d i Berl ino, di New York , scri–
vevano che bisognava « difendere la cul tura con- .
t r o i bolscevichi ». Eppure, noi non minacciavamo
nè Parigi , nè Londra, nè Berl ino, nè New York .
I nostr i soldati non avevano invaso nè la Scozia,
nè la Borgogna, nè la California; mentre gl i eser–
c i t i delle potenze occidentali, invasa la Russia,
tentavano d i strangolare la giovane repubblica,
così come i monarchi del secolo
X V I I I
avevano
tentato di strangolare la repubblica francese.
Coloro che invocano una terza guerra mon–
diale pretendono che vogliamo distruggere gl i
a l t r i Stat i con metodi d i disgregazione. Ciò sa–
rebbe provato dalla presenza, nei diversi paesi,
di comunisti che l'esempio del popolo sovietico
ispira. L'espandersi delle idee, e soprat tut to
delle idee realizzabili, è un fat to sempre esistito.
Nel secolo
X V I I I ,
gl i enciclopedisti francesi ave–
vano discepoli i n t u t t i i paesi. I n Russia, l i chia–
mavano « vol terr iani », poi « giacobini » e gl i zar
l i gettavano i n prigione. Era una campagna della
Francia contro la Russia? No! Fu Napoleone, e
proprio quando ebbe rinnegato l'eredità della
rivoluzione, che intraprese una campagna contro
la Russia. Perchè non v i sono oggi i n I t a l i a degli
ammi rator i entusiasti del Signor Schumann, o
del Signor Reynaud? come v i erano ammi rator i
degli uomini pol i t i c i francesi al tempo della Re–
pubblica partenopea? Perchè nessuno i n Inghi l –
terra si sente l 'anima scossa dalle idee prove–
nient i dalla Francia, come avveniva ai tempo d i
Pi tt? Probabilmente perchè non si t r a t t a nè d i
uomini , nè d i idee capaci d i suscitare l ' entu–
siasmo degli a l t r i popoli.
No i non abbiamo mai tentato d i provare la
giustezza delle nostre idee con la forza delle armi .
Prima di t u t t o , non si può costruire i l socialismo
sulle rovine. Poi , noi non vogliamo conquistare i l