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Il1848

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ferrovie,desideratesia dai ceti ricchi, chevedevano in

essela possibilità di facili guadagni,comedalle altre

correntiprogressisteper lequali le ferroviesignincavano

unostimolo ali unita del territorio, unmezzoper lo

sviluppodel commercioe l'occasione di un continuato

eproncuolavoro.

S'intendeche le idee e i progetti variavanosecondo

lecondizioni sociali degli interessati;esistevaun pro-

grammamoderatoedeiprogranunidemocratici.11primo

fuespostodaMassimod'Azeglionellasua

Proposta di

unprogrammaper l'opinionenazionale itatiana.Esso

sipoteva'riassumere in questi punti: promuovere l'in-

dustria e l'agricoltura con lo sforzodella liberaasso-

ciazionee con l'applicazionedelleconoscenzetecniche;

estendere le ferrovie su un pianonazionale; libertà di

commercio, libertà di stampa; istruzionepopolare laica;

filantropiacheunisce í poveri ai ricchi.

Appariva,attraversoquesteproposte, lapreoccupazione

di raggiungere gli scopieconomiciperseguiti dai ricchi,

attraverso riforme di carat.ere liberale, tali però da

impedireun troppovasto rivolgimento e uneccessivo

pro&essodei ceti popolari.Bisognava,perciò,ottenere

questeriformecanmezzi legali,senzascuoterel'ordine

dicoseesistenteecon lacolaborazionedei vari sovrani

dellapenisola.

Assai più variato era i l panoramademocratico, gra-

duatosecondolenumerosestratificazioni dellaborghesia.

Nelagrandevarietàd'idee, di proposte, di progetti, si

giungevatalvoita aposizionimoltoavanzate,chespesso

avevanol'appaienzadel socialismo.Epoichènonesiste-

vanointeressi costituiti dasalvaguardare,mapiuttosto

nuovi interessi dacreare, la nostraborghesiapiccolae

mediaeradecisamentecontro l'Austria econtro i prin-

cipi, per unanuova Lalia. In Lombardiaessafaceva

capoa duegrandi gruppi: quellomazzinianoe quello

impersonatodaGianDomenicoHomagnosiedall'illustre

pleiadedei suoi allievi: CarloCattaneo,GiuseppeFer-

rari,CesareCantù,CesareCorrenti,GiuseppeeDefen-

denteSacchi, ai quali si dovettero gli

Annali di Stati-

stilca, i l Politecnico, la RivistaEuropea,pubblicazioni

cheonorarono là nostra cultura edove la fusione tra

esigenzeeconomichee rivendicazioni politicheapparve

assoluta.

L'AustriainLombardia

Unapiattaforma sulla quale tutti i partiti lombairdi

s'incontravano,formando.unveroeproprio fronte uni-

•tario, era l'ostilità contro l'Austria. La trasformazione

dell'ambienteeconomicoavevagrandementeapprofon-

dito i contrasti che'esistevano fra la popolazionelom-

barda e la monarchiadominante. Dal 1814 al 1848

l'Austriadivenne una potenzachiaramentenemica,

nemicaper natura, nemica per elezione,nemica per

necessità,

comescrisse il Correnti e apocoapocoessa

trovòqualchesimpatia solo negli ambienti più retrivi

einvecchiati,cosicchè i suoi soldati e i suoi impiegati

vivevano inmezzoal nostropopolocomestranieri igno-

rati odisprezzati.

Leragioni fondamentali, di carattereeconomico,del-

l'ostilità lombardacontro i dominatori,eranodue:prima

di tutto l'Austria, isolando la Lombardia dalle altre

regioni d'Italia e dalle altre nazioni d'Europa, le im-

pedivadi sviluppare leproprie industriee i propri com-

merci, limitando in tal modo la prosperitàdellapopo-

lazione; in secondoluogo l'Austria rastrellava, in mi-

suramaggioreche per gli altri paesi dell'impero, i

guadagniche,malgradoogni impedimento e barriera,

i Lombardi riuscivano a fare.

Laprima ragione di soontentonon era solamente

lombarda,macomune a tutta Italia, ed i l più forte

argomentoper i fautori dell'unitàMazzini l'esponeva

eloquentementeper tutti gli

« Siamosmembrati

—egli scrissenel1844—in otto stati indipendenti l'uno

dall'altro,senzaalleanza,senzaunità di intenti, senza

contattorecipiocoregolare.Ozto lineedoganali,senza

numeraregli impedimenti chespettano alla tristaam-

ministrazione interna d'ogni stato, dividono i nostri

Interessimateriali, inceppano i l nostroprogresso, ci

vietanoogni incremento di manifatture, ognivas*Laat-

tivitàcommerciale.Proibizioni o enormi diritti colpi-

sconol'importazione e l'esportazione. Prodotti indu-

striali o territoriali abbondano in una provincia e

difettano in un'altrasenzachesipossapernoi r

istab

ilire

l'equilibrio, vendere o permutare il superfluo.

0.to

si-

stemidiversi di monetazione, di pesi emisure

, di le

gi-

slazionecivile, commerciale e penale, di ordinamento

amministrativo ci farina comestranieri gli uni agli

altriDkl).

Lariccaborghesiaconservatricesperava in unrimedio

chenonavesseinfrarLopericolosamente lo

statuquo:

unalegadoganale fra gli stati italiani sull'esempiodel

Zollverein

germanico, ma l'Austria osteggiòaccanita-

menteques:oprogettoperchèogni idea di unione ita-

liana le eraosticaeperchè in tal modo la Lombardia

sarebbesfuggita al sistemaeconomicoaustriaco.Questa

regione, infatti, costituiva la più redditiziaminieradella

monarchiaasburgica; purcontandopocopiù di 1/7della

popolazionetotale dell'impero, essapagava oltre 1/4

deleimposte.Per di più lesommeriscossedall'Austria

venivanosolo in minima partespese nel paese,ma

affluivanoinvecenelle altreprovincie.

Ilmovimentooperaio

Vi era, dunque, in Lombardia,come del resto con

diversaintensità, in altre regioni d'Italia, unacontinua

produzioneed importazioned'idee, effetto ecausa, nel

medesimotempo, dei vari ambienti sociali e politici

dell'Europa in trasformazione. Fra queste idee c'era

anche il socialismo.

Chivolesseavere la pazienzadi scartabellare le vec-

chiecronache o

frugare

tra le carted'archivioscopri-

rebbechemoti proletari in Lombardia e nélle regioni

dell'ala Italiacenefurono più di quantonon si creda,

anchesesporadici, di piccolaentità e durata, fin dal

principio del secolo.Già nel Settecento le autorità di

Milano si eranodovute'occuparedi frequenti tumulti e

scioperi, e dovetteroordinare lavori pubblici e creare

unaPiaCasadi lavorovolontario, percalmare i disoc-

cupati. E gli operai nonavevano tutti i torti perchè lo

sfruttamentoesercitatodai padroni eraveramente inu-

mano.Unesempioper tutti. Daunarelazione fatta dal

marcheseOdescalchi,che fu incaricato di un'inchiesta

nel1781,appareche in unadellepochefabbricheesi-

stenti i 91operai eranocasi' ripartiti per età: 37da 5

a10anni; 35 a 15anni e gli altri da15 in. su.Una

maestranzadi bambini (2).

Questecondizioni non eranocambiatedopomezzo

secolo,tantochedella tristepiagacostituitadal lavoro

dei fanciulli si interessaronoCesareCorrenti,Gottardo

Calvi, i l Petitti e alzi economisti, i quali portarono

nel1843-1844laquestionedinanzi ai variCongressidegli

scienziati italiani (3).Egualmentepessimi,sebbenemi-

gliori di quelli inglesi,erano i salariegli orari di lavora.

E'naturale, perciò, che i lavoratoriattendesserodallo

imminenterivolgimento unmiglioramento e si agitas-

serodurante gli avvenimenti di quel periodoper rag-

giungere la soddisfazione delle loro aspirazioni. Nè

manca,riono,suscitati dallacarestia, vasti sommovimenti

contadini.

Nel1846la Crisigeneraleeuropeasi ripercosseanche

inLombardiaperchè i proprietari preferivanoesportare

i nostri grani inSvizzerao inGermaniadovemaggiore

era il profitto, con laconseguenzache i prezzi interni

salivanoogni giorno. «D'improvviso,raccontava il Cor-

renti, levasi in tumultopressochècontemporaneamente

tutta laplebecontadinadell'al.a.Lombardiaeprorompe

inmolti luoghi al saccheggio di magazzeni e dei con-

vogli,edallegrida di sanguecontro l'aviditàdei•signori

ela nequiziadegliammassataridei grani e degli affa-

matori del popolo .(4).

L'importanza di questi tumulti contadini eranel loro

(1)Opera,

VI, pp.137-138.

(21ALESSANDROVISCONTI,

Note sulla condizione degli operai

agli albori dell'industria libera in Lombardianel secolo

XVIII.

Ferrara,1946,pag.22.

(3)GASTONEMANACORDA,

Sulle origini del movimentooperaio

in Italia. Società,

1947,pp.37-56.

(4)CORRENTI,OP. Cit. pag. 63.