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82

R I

N A S C I

T A

•,tééciSi.làProvocareun conflitto a tutti i costi erano

Poi' i. militari austriaci, convinti di poterdomarecon

facilità l'eventualemotopopolaree dì stroncare in tal

modo, fin dall'inizio, tutto i l movimento liberale.

•Quando si parladellevarie correnti nonbisognapen-

sarea partiti organizzati enemmenoa gruppi di una

bertaampiezza. Si trattava di numerosissimi nuclei di

amici e di uomini dellamedesimatendenza, che si

radunavanonei vari caffèe circoli della città e.talvolta

In'caseprivate, discutendo,,accordandosi,cospirando,

E'solodopol'annuncioinaspettatodei fatti di Vienna,

ela fugadelVice.-Ree delGovernatore,che fu tenuta

UnconvegnonellacasadelDeLuigi e dei Porro,dove

supropostadel Correnti, fu decisaunadimostrazione

datenersi il giornodopoe l'affissiene di unproclama

nelquale si chiedeva,«offrendopacee fratellanza,ma

nontemendo la guerra

»tutta una serie di provvedi-

menticheavrebbero trasferito i l poteredalle autorità

austriacheaquellemilanesi impersonatedalMunicipio.

Lamattina del 18marzo la cittadinanzamilanese

scesein piazza,senzachefossestata lanciataunavera

epropriaparolad'ordine; migliaia di persone si radu-

naronodinnanzi allasededel Municipio e adesse si

mischiarono gli esponenti delle correnti democratiche.

Invano il vice-presidenteaustriacoO'Donnel fecepub-

blicare un manifestodove si annunciava l'abolizione

delacensura e la oonvocazi:onedelleCongregazioni

centrali; la /olia volevaarmi percombatteree il trasfe-

rimentodel poterealleautorità, cittadine; fudomandato

agranvoceuncorteo,con II podestàconteCasati alla

testa,chesi recasseal palazzodelgovernoper imporre

questevolontà popolari; i l corteo fu fatto, passò tra

l'entusiasmodellapopolazionechesventolava il tricolore,

giunsedinnanzi allasededelGovernoe la invase,dopo

cheuna sentinella fu uccisa, strappò, permezzodel

Cernuschi,emalgradol'esitazionedel titubante,podestà,

tredecreti. al vice-presidenteaustriaco, lo fece prigio-

nieroe lo portò via consè. IntantoRadetzkyfaceva

avanzare i suoi soldati per le vie della città; nellacon-

tradadel MonteNapoleonesoldati e cittadini s'incon-

trarono, e i primi fecerofuoco.

Immediatamente,l'insurrezionedivampòconunasubì-

taneitàeduna rapidità tali cheoggi, a tantadistanza

di tempo; è difficile darsi ragione, attraverso i docu-

menti,dellasuccessionedei fatti. Si sache i generali

austriaci, inviati dal Radetzky a rioccupare i l palazzo

delgovernoe a presidiarequelladel vice-re,urtarono

subitonelleprimebarricate,maquandosia statopos-

sibilecostruirleecome,nonè facileprecisarlo;sembra

quasichesianosortepermiracolo.

Percinquegiorni, dietro a quasi duemilabarricate,

il popolocombattè, in principiosenzaguidaperchè il

Consiglio di guerra,presiedutodalCattaneo, fu creato

solo i l giorno M Chi fece le barricate? «Le*casedei

poveri si •sonovuotate»,raccontava il Montanelli, che

eraaMilano il 22marzo.«Sivedonotavolini, carrozze,

materazze,panchedi chiesa,botti, scaffali, gli uni sopra

gli altri. Le stradesonodisselciate (1) ».Quasi tutti

lavoratori i morti e i feriti. Quasi tutti lavoratori gli

eroi, l'oreficeBallarelli, le popolaneBattistotti, Lazza-

roni, Bertarelli, Sangiorgio, i l macchinistaBerretta, i l

meccanicoCacciamognaga, i l ferroviereVassenna,

gli

operaiBiraghi e Onetti, i calzolai Broggi, Perdoni, e

Sottocorno, i contadiniMonti eRimoldi, Il cencivendolo

Bissoni, i l cuocoCanti, i l marmorinoCurti, i l fabbro

Locarno, i l fornaioMarazza, il lattivendoloMeschia, il

droghierePurioelli, i l falegnamePirovano, i l merciaio

ambulanteSperati, i l bronzistaVenegoni, i l dagherro-

tipistaVicenzinì ecentoecento altri chetennerotesta

all'austriacoe lo ricacciarono di casa incasa.

Il piano di Radetzkyera statoquello di circondare

conle sue truppeMilano, di assediarla e isolarla; la

conquistadella PortaTosa, compiuta dagli insorti al

comandodi LucianoManaraequelladellaPortaGoma-

sina, fatta dai partigiani dellacampagna,minacciò in-

vecedi separareed isolare i vari reparti austriaci. La

ritirata era inevitabile, urgente ed i l vecchioesperto

marescialo locomprese.

Il popoloavevaliberatoMilano.

La reazionee_lapauradelcomunismo

Alontanandosi da MilanoRadetzkycompiva i l più

abileedefficaceatto di guerrache un capoaustriaco

potesseattuare in quelmomentocriticoper gliAsburgo;

nonsolch in tal modo, egli poneva in salvo i resti del

suaesercito, una delle poche forze organizzate che

rimanesseallaMonarchia, ma toglieva, nelmedesimo

tempo, al fronte patriottico italiano, l'elemento di coe-

sione,ecioè l'ostilitàcomunecontro l'Austria.

IMilanesi avevano trionfatoperchèavevanosaputo

dar vita a unapolitica d'unitànazionale. E' innegabile

che il merito di ciò risalì principalmente ai democra-

tici: Tu il Correntichenella riunione in casaDeLuigi,

lamattina del18marzo,propose di mettere alla testa

delmovimento' i moderati dellaCongregazionemuni-

cipale.Nella sua intenzione e in quella del Cattaneo,

cheper tutta la durata della lotta cercò di celare al

popolo le gravimanchevolezzedel podestàCasati, la

partecipazionedei maggiorenti dovevaservire a dar

fiduciaal 'proletariatocombattente.Questapolitica era

necessariaper liberarsi dagli Austriaci ma eraanche

necessario,per poter costruire e rafforzare un nuovo

regime,che la classeprotagonistadella rivoluzionene

assumessee nemantenessel'effettivadirezione. Il Cat-

taneoStessoriconobbequestoerrore: « I democratici,

eglidisse, si rovinaronoper un furore di concordiaad

ognicosto».Quando, il 15maggio1848, i migliori espo-

nenti dellademocrazia fra i quali il Mazzin,., il Sirtori,

PietroMaestri e RomoloGriffini,Giuseppe Piolti De

Bianchi,ÌCarloTenca, FilippoDeBoni, EmilioVisconti

Venosta,EnricoCernuschi,FrancescoBrioschie il socia-

lista F. G. Urbino, pubblicarono unmanifesto di pro-

testacontro lemenemonarchichedelGovernoprovvi-

sorio,era troppo tardi e la lorovocenon trovòalcuna

eco. Inutile e vana fù una dimostrazionecompiuta

15giorni dopo, con l'invasione del palazzoMarino,

sededelGovernoprovvisorio,.

Assaipiùconseguenteeomogenea fu la condottadei

ceti abbienti; anch'essi nonavevano,certamente, una

organizzazioneo un partito, ma la lineadaseguireera

lorodettatadagli interessi che li legavano l'uno all'al-

tro.Esistevano fira di loro dei conservatori austriacanti

edegli ultra-cattolici, ma la maggioranzaavevacom-

pletamenteabbandonato l'Austria, cheneavevadelusa

ognisperanzadi onoree di lucrocon i suoi sistemi di

accentramentoburocratico. Vi eranopoianchemolti sin-

ceramentedesiderosi di inserire i l loro paese nella

civiltàprogressiva,dandogli la possibilità di una vita

piùprosperaefelice. Tutti, però,menolesoliteeccezioni

checonfermano la regola, eranofermamentedecisi a

difendere i loro privilegi di classee i loro averi epen-

savanoche solo la forte dinastiasabauda lo avrebbe

potuto fare consuccesso.Perciò, nell'attesa dell'inter-

vento, la loro politicaeraquesta:partecipareall'insur-

rezionesenzacompromettersi troppocon gli Austriaci;

tenereabada il popola; fare inmodochenessunavve-

nimentopoliticocompromettesse la progettata fusione

colPiemonte. Enonarrischiare troppo le loropreziose

persone.«Lasciamo al bassopopolo l'esporsi disse

unodi loro. Noi dobbiamo!riservarci peresseremag-

giormenteutili»(2).

Lapoliticamoderata fu abilmenteattuatadalpodestà

conteGasati. Egli partecipò alla rivoluzionesenzacon-

trastarla,macon la maggiorepassivitàpossibile,met-

tendosempre in rilievo dinanzi alle autoritàaustriache

cheunacosaera la suaopinioneequelladeimoderati,

eun'altracosal'opinione dei democratici repubblicani,

chedovevasubire.Dopo la vittoria, seppeabilmente

eliminare.dai posti di comando tutti gli avversari della

(1)U.MONDELLO.Epistolario di GiuseppeMontanelli dal 22

marzoal 29maggio1848.RassegnaStoricadelRisorgimento,

agosto1937.

(2)RERUMSCR1PTOR. I partiti politicimilanesinelsecolom.

Milano,1899,pag.62.