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N A S C I
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•,tééciSi.làProvocareun conflitto a tutti i costi erano
Poi' i. militari austriaci, convinti di poterdomarecon
facilità l'eventualemotopopolaree dì stroncare in tal
modo, fin dall'inizio, tutto i l movimento liberale.
•Quando si parladellevarie correnti nonbisognapen-
sarea partiti organizzati enemmenoa gruppi di una
bertaampiezza. Si trattava di numerosissimi nuclei di
amici e di uomini dellamedesimatendenza, che si
radunavanonei vari caffèe circoli della città e.talvolta
In'caseprivate, discutendo,,accordandosi,cospirando,
E'solodopol'annuncioinaspettatodei fatti di Vienna,
ela fugadelVice.-Ree delGovernatore,che fu tenuta
UnconvegnonellacasadelDeLuigi e dei Porro,dove
supropostadel Correnti, fu decisaunadimostrazione
datenersi il giornodopoe l'affissiene di unproclama
nelquale si chiedeva,«offrendopacee fratellanza,ma
nontemendo la guerra
»tutta una serie di provvedi-
menticheavrebbero trasferito i l poteredalle autorità
austriacheaquellemilanesi impersonatedalMunicipio.
Lamattina del 18marzo la cittadinanzamilanese
scesein piazza,senzachefossestata lanciataunavera
epropriaparolad'ordine; migliaia di persone si radu-
naronodinnanzi allasededel Municipio e adesse si
mischiarono gli esponenti delle correnti democratiche.
Invano il vice-presidenteaustriacoO'Donnel fecepub-
blicare un manifestodove si annunciava l'abolizione
delacensura e la oonvocazi:onedelleCongregazioni
centrali; la /olia volevaarmi percombatteree il trasfe-
rimentodel poterealleautorità, cittadine; fudomandato
agranvoceuncorteo,con II podestàconteCasati alla
testa,chesi recasseal palazzodelgovernoper imporre
questevolontà popolari; i l corteo fu fatto, passò tra
l'entusiasmodellapopolazionechesventolava il tricolore,
giunsedinnanzi allasededelGovernoe la invase,dopo
cheuna sentinella fu uccisa, strappò, permezzodel
Cernuschi,emalgradol'esitazionedel titubante,podestà,
tredecreti. al vice-presidenteaustriaco, lo fece prigio-
nieroe lo portò via consè. IntantoRadetzkyfaceva
avanzare i suoi soldati per le vie della città; nellacon-
tradadel MonteNapoleonesoldati e cittadini s'incon-
trarono, e i primi fecerofuoco.
Immediatamente,l'insurrezionedivampòconunasubì-
taneitàeduna rapidità tali cheoggi, a tantadistanza
di tempo; è difficile darsi ragione, attraverso i docu-
menti,dellasuccessionedei fatti. Si sache i generali
austriaci, inviati dal Radetzky a rioccupare i l palazzo
delgovernoe a presidiarequelladel vice-re,urtarono
subitonelleprimebarricate,maquandosia statopos-
sibilecostruirleecome,nonè facileprecisarlo;sembra
quasichesianosortepermiracolo.
Percinquegiorni, dietro a quasi duemilabarricate,
il popolocombattè, in principiosenzaguidaperchè il
Consiglio di guerra,presiedutodalCattaneo, fu creato
solo i l giorno M Chi fece le barricate? «Le*casedei
poveri si •sonovuotate»,raccontava il Montanelli, che
eraaMilano il 22marzo.«Sivedonotavolini, carrozze,
materazze,panchedi chiesa,botti, scaffali, gli uni sopra
gli altri. Le stradesonodisselciate (1) ».Quasi tutti
lavoratori i morti e i feriti. Quasi tutti lavoratori gli
eroi, l'oreficeBallarelli, le popolaneBattistotti, Lazza-
roni, Bertarelli, Sangiorgio, i l macchinistaBerretta, i l
meccanicoCacciamognaga, i l ferroviereVassenna,
gli
operaiBiraghi e Onetti, i calzolai Broggi, Perdoni, e
Sottocorno, i contadiniMonti eRimoldi, Il cencivendolo
Bissoni, i l cuocoCanti, i l marmorinoCurti, i l fabbro
Locarno, i l fornaioMarazza, il lattivendoloMeschia, il
droghierePurioelli, i l falegnamePirovano, i l merciaio
ambulanteSperati, i l bronzistaVenegoni, i l dagherro-
tipistaVicenzinì ecentoecento altri chetennerotesta
all'austriacoe lo ricacciarono di casa incasa.
Il piano di Radetzkyera statoquello di circondare
conle sue truppeMilano, di assediarla e isolarla; la
conquistadella PortaTosa, compiuta dagli insorti al
comandodi LucianoManaraequelladellaPortaGoma-
sina, fatta dai partigiani dellacampagna,minacciò in-
vecedi separareed isolare i vari reparti austriaci. La
ritirata era inevitabile, urgente ed i l vecchioesperto
marescialo locomprese.
Il popoloavevaliberatoMilano.
La reazionee_lapauradelcomunismo
Alontanandosi da MilanoRadetzkycompiva i l più
abileedefficaceatto di guerrache un capoaustriaco
potesseattuare in quelmomentocriticoper gliAsburgo;
nonsolch in tal modo, egli poneva in salvo i resti del
suaesercito, una delle poche forze organizzate che
rimanesseallaMonarchia, ma toglieva, nelmedesimo
tempo, al fronte patriottico italiano, l'elemento di coe-
sione,ecioè l'ostilitàcomunecontro l'Austria.
IMilanesi avevano trionfatoperchèavevanosaputo
dar vita a unapolitica d'unitànazionale. E' innegabile
che il merito di ciò risalì principalmente ai democra-
tici: Tu il Correntichenella riunione in casaDeLuigi,
lamattina del18marzo,propose di mettere alla testa
delmovimento' i moderati dellaCongregazionemuni-
cipale.Nella sua intenzione e in quella del Cattaneo,
cheper tutta la durata della lotta cercò di celare al
popolo le gravimanchevolezzedel podestàCasati, la
partecipazionedei maggiorenti dovevaservire a dar
fiduciaal 'proletariatocombattente.Questapolitica era
necessariaper liberarsi dagli Austriaci ma eraanche
necessario,per poter costruire e rafforzare un nuovo
regime,che la classeprotagonistadella rivoluzionene
assumessee nemantenessel'effettivadirezione. Il Cat-
taneoStessoriconobbequestoerrore: « I democratici,
eglidisse, si rovinaronoper un furore di concordiaad
ognicosto».Quando, il 15maggio1848, i migliori espo-
nenti dellademocrazia fra i quali il Mazzin,., il Sirtori,
PietroMaestri e RomoloGriffini,Giuseppe Piolti De
Bianchi,ÌCarloTenca, FilippoDeBoni, EmilioVisconti
Venosta,EnricoCernuschi,FrancescoBrioschie il socia-
lista F. G. Urbino, pubblicarono unmanifesto di pro-
testacontro lemenemonarchichedelGovernoprovvi-
sorio,era troppo tardi e la lorovocenon trovòalcuna
eco. Inutile e vana fù una dimostrazionecompiuta
15giorni dopo, con l'invasione del palazzoMarino,
sededelGovernoprovvisorio,.
Assaipiùconseguenteeomogenea fu la condottadei
ceti abbienti; anch'essi nonavevano,certamente, una
organizzazioneo un partito, ma la lineadaseguireera
lorodettatadagli interessi che li legavano l'uno all'al-
tro.Esistevano fira di loro dei conservatori austriacanti
edegli ultra-cattolici, ma la maggioranzaavevacom-
pletamenteabbandonato l'Austria, cheneavevadelusa
ognisperanzadi onoree di lucrocon i suoi sistemi di
accentramentoburocratico. Vi eranopoianchemolti sin-
ceramentedesiderosi di inserire i l loro paese nella
civiltàprogressiva,dandogli la possibilità di una vita
piùprosperaefelice. Tutti, però,menolesoliteeccezioni
checonfermano la regola, eranofermamentedecisi a
difendere i loro privilegi di classee i loro averi epen-
savanoche solo la forte dinastiasabauda lo avrebbe
potuto fare consuccesso.Perciò, nell'attesa dell'inter-
vento, la loro politicaeraquesta:partecipareall'insur-
rezionesenzacompromettersi troppocon gli Austriaci;
tenereabada il popola; fare inmodochenessunavve-
nimentopoliticocompromettesse la progettata fusione
colPiemonte. Enonarrischiare troppo le loropreziose
persone.«Lasciamo al bassopopolo l'esporsi disse
unodi loro. Noi dobbiamo!riservarci peresseremag-
giormenteutili»(2).
Lapoliticamoderata fu abilmenteattuatadalpodestà
conteGasati. Egli partecipò alla rivoluzionesenzacon-
trastarla,macon la maggiorepassivitàpossibile,met-
tendosempre in rilievo dinanzi alle autoritàaustriache
cheunacosaera la suaopinioneequelladeimoderati,
eun'altracosal'opinione dei democratici repubblicani,
chedovevasubire.Dopo la vittoria, seppeabilmente
eliminare.dai posti di comando tutti gli avversari della
(1)U.MONDELLO.Epistolario di GiuseppeMontanelli dal 22
marzoal 29maggio1848.RassegnaStoricadelRisorgimento,
agosto1937.
(2)RERUMSCR1PTOR. I partiti politicimilanesinelsecolom.
Milano,1899,pag.62.