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RINASCITA

metedi far definitivagiustiziadelsubdoloedinteres-

satoluogocomuneconiatodagli scrittori eduomini

politicidellareazione,che il Risorgimentosia stato

l'impresamiracolosadi unaminaianzaaristocraticae

borghese.La falsità. di questaaffermazione,del resto,

è 'statariconosciuta,edichiarata,alla, lucedeglistudi

piùrecenti,daglistoricipiùinformatie imparziali (1).

Neicinquant'annidal1796al1848l'afflussopopolare

nellacorrenteprogressista inmoto, fucontinuo,lento

all'inizio,semprepiùvastoerapidoverso lametàdel

secolo.Questoafflussoè il grandefenomenostoricoche

vasottò ilnomediRisorgimentoitaliano. E' il bisogno

dilibertà,all'interno, di indipendenzadallostraniero,

diunità.del territorio,chenonèpiùsentitosolamente

daungrupporistretto di uominid'avanguardia,ma

diventacomuneamassesemprepiùnumerose.

Nel1900,FrancescoSaverioNittiscrisse: « Il movi-

menrtounitarioèstatopiùchealtro laconseguenzadi

unagrandetradizioneletterariaedartistica»(2).Dopo

quarantasetteannil'uomodi statomeridionalenonha

cambiatoparere; in un radio-messaggiotrasmessa11

logennaio1947egliharibadito:«111848èstatolag^ande

epocaidealistica,l'epocadellapassioneliberale».

AncheBenedettoCrocehaespressolamedesimaopi-

nionenell'articolo«

Nontravisare la storia

Dpubblicato

sula

GazzettadelPopolo

il 6novembre1947«... in Italia

larivoluzione fu affattopolitica enazionale e i rari

sporadicimotidicarattereproletariononebberoalcuna

importanzanèrilievo».

Comesipuòpensaleche lemigliaia dicombattenti

popolanifosseromossisolamentedamotivi letteraried

artistici,quandopoi si ricordichel'analfabetismoera

purtroppoancoramoltodiffuso?E inqualmodoil sen-

timentodi nazione o il concettoastratto di libertà,

avrebberospinto i lavoratori ascendereinpiazza,se

nonsifosseroidentificatinel loroanimocolnaturale

desideriodi unavitamigliore?

Delresto, l'importanzadel fattoreeconomiconella

rivoluzioneeragià,stataavvertita in Italiaancheda

scrittoricontemporanei. Il Correnti, adesempio,nella

suaoperetta

L'Austria

e

la Loinbarctia

disseesplici-

tamente:«Già.assaivolteSièripetutochelerivoluzioni

piùgrandisonopreparatedalleidee,manonvengono

realizzateche permezzo di catastrofieconomicheT,

(pag.73).E il Pisacane,

nel'Saggiosullarivoluzione

(3)

ispiratodallevicendedelQuarantotto: «Ciòbastaper

dimostrareadevidenzaquantosiaassurdo il concetto

chele rivoluzioni, i mutamentinegliordinisociali si

faccianoprimanelpensieroepoinellarealtà;essisono

conseguenzadellecondizioni e relazionidegliuomini

ecominciano.amanifestarsiconl'ideaquandogià.sono

latentinellasocietà».

IlCorrentie ilPisacaneparlavanoin talmodoperchè

essiavevanopotutoanalizzare il fenomenodelQuaran-

tottonellesueorigini enelsuosvolgimentoattraverso

lapropriaesperienzapersonale.Unrapidoesamedelle

premessee•deldivamparedelQuarantottolombardo

potrà,maggiormenteconvincereanchenoi.

La trasformazioneeconomicadellaLombardia

Allafinedel'Settecento,durante il periododell'assolu-

tismoilluminato e dell'invasionefrancese, lo sciogli-

mentodeifedecommessi,l'abolizionedellemanomorte

eladispersionedimoltecomunitàreligiose,ponendo

sulmeecatounagrandequantitàdibeni,corrispondenti

acircametà.dell'estimototalelombardo,avevanogran-

dementefrazionato laproprietàeaccresciutolaclasse

deipossidenti.L'erezione di Milano in capitaledel

Regnoitalibo, lapresenzadellaCorte,deiMinistri, di

numerosiufficicivili emilitari, l'affluiredidiplomatici

edi viaggiatori,avevanosviluppatol'artigianato,per-

messoallaborghesiaindustriosadi faredei risparmi

edavevanodiffuso e frazionato la ricchezza.Mentre

(1)Cfr. A. M.GHISALBERTI,Ancorasullapartecipazionepo-

polare al RiSOTOmento.RassegnaStoricadelRisorgimento,

1944-1946.

(2) S . NITTI,

Nord

e

Sud.

Torino,1900,

pag.

4.

(6)CARLOPISACANE,

SaggiosullaRivoluzione.

Torino,Eineuoi,

1942,pag.20.

nel1765inMilanosicontavano1784proprietari di sta-

bili,essierano4037nel1837,senzache lapopolazione

fossedimoltoaccresciuta.Lamaggiorpartedeiproprie-

tariappartenevaallapiccolaborghesia,laqualecontava

olire58.000persone,mentre il cleroe lanobiltàsierano

ridotti apochecentinaia.L'aumentatadiffusionedella

ricchezzaavevafattoaumentareanche il numerodelle

aziendeartigiane,degliesercentiedeipubbliciesercizi,

cheimpiegavanounpiccoloesercitodi lavoratori,49.171

cioèpocomenodi unterzodelnumerocomplessivodei

cittadini. Il commercioerarappresentatoda440grossi

commerciantioon2225impiegati; labancada234titolari

con2198dipendenti,5469eranogli impiegaticivili,mili-

tarie di polizia(4).

Nelecampagneladiffusionee il frazionamentodella

ricchezzasieranomanifestati inproporzioniancorapiù

vaste.Nel1848,secondouncalcolodel'economistaJacini,

leproprietàruralilombardeerano437.723e i proprietari

eranocirca350.000.Poichè lapopolazionesielevavaa

2.800.000personee il territorioa.21.000Km2risultavaun

proprietarioogni8abitantieogni6ettari disuperficie.

Iproventinonpotevanoesseremoltoabbondantiper

l'enormemaggioranzadeiproprietari,affittuari emez-

zadried infatti lostessoJacini stabiliche il reddito

nettodeibeni rurali lombardiammontavaa40milioni

annui,cioèaunamediadi115lirescarseperproprie-

tario,cifraassaibassaancheperqueitempi(6).

Qual'era laconseguenzanaturale di questostato di

cose?Lanecessità,per il contadino, di arrotondare il

bilanciofamigliarecon altri proventi. Gli agricoltori

delezonemontuoseprovvedevanoemigrandotempora-

neamenteinSvizzerae inGermania,quellidellezone

colinose,dove piùdiffusa era la piccolaproprietà,

risolvevano il problemasviluppandonelmaggiormodo

possibilela loropartecipazionecasalingaalleindustrie

complementaridell'agricolturaed inmodoparticolare

alleindustrietessilidellaseta,della lana, del lino e

delcotone,cosicchènonv'eracasolarelombardodove

mancasserotelai, fusi obacinelle.

Lapossibilitàdidisporrein talmododimanod'opera

abassoprezzo, la favorevoleposizionegeografica, la

maggiorerichiestadimerciintuttaE

uropaacausadel-

l

'aumentataricchezzasospingeva.no

i ricchimilanesi

sullavia dellaproduzioneindustri

ale, che dal 1830

al1850fecenotevoliprogressinellanostraregione.Se

ilprocessoproduttivorimase in granpartecasalingo,

affidatospessevolteall'iniziativadeglistessiproprietari

delterreno, i qualiraccoglievanolamercee lavende-

vanodirettamenteaimercantidiMilano,tuttaviasico-

minciòanche lacostruzionedi fabbriche,specialmente

per la lavorazionedel&Acnee inprossimitàdei salti

d'acqua,chefornivano la forzamotrice.Nel1823ebbe

inizio laproduzionedelcotonificiodiSolbiate,mentre

altrineeranosortiaMilano,findalprincipiodelsecolo,

eda Busto, a Varano, a Gallarate, a Legnano, nel

periododal1815al1830.Più tarda fu lanascitadelle

officinemetalurgiche,dopoche,con la finedel(regime

napoleonico,avevanopersod'importanza le fabbriche

d'armidiBrescia.Bisognòattendere il sorgeredelpro-

blemaferroviariopervedernascerenel1845leofficine

Grendona(oggiMiani-Silvestri),Elvetica(oggiBreda)

emoltealtre.

L'organizzazionetecnicadellefabbriche, i problemidi

produzioneedismercio,cheognigiornosipresentavano

agliimprenditorilombardi,davano vita a tutto un

movimentochenonsi limi:ava al solocampoecono-

mico,mainvestivanecessariamenteanche il campapo-

litico,perché la prosperitàdei traffici edelleaziende

dipendevain lineadirettadallacondottadelgoverno.

LaFrancia e l'Inghilterraerano i grandimodelli;ciò

chesi facevapressoleduegrandinazionioccidentali

eraimmediatamenteconosciutoeappassionatamentedi-

scusso.Destavaparticolareinteresse laquestionedelle

(4)ANTONIOVIANELLO, I presuppostieconomicidel1848. In

AttidelXXVIICongressodell'Istitutoper lastoriadelRisorgi-

mento. (6)RAFFAELECIASCA,L'evoluzioneeconomicadellaLombardia.

NelvolumeLaCassadi risparmiodelleProvinceLombarde

nel'evoluzioneeconomicadellaregione.