

78
RINASCITA
metedi far definitivagiustiziadelsubdoloedinteres-
satoluogocomuneconiatodagli scrittori eduomini
politicidellareazione,che il Risorgimentosia stato
l'impresamiracolosadi unaminaianzaaristocraticae
borghese.La falsità. di questaaffermazione,del resto,
è 'statariconosciuta,edichiarata,alla, lucedeglistudi
piùrecenti,daglistoricipiùinformatie imparziali (1).
Neicinquant'annidal1796al1848l'afflussopopolare
nellacorrenteprogressista inmoto, fucontinuo,lento
all'inizio,semprepiùvastoerapidoverso lametàdel
secolo.Questoafflussoè il grandefenomenostoricoche
vasottò ilnomediRisorgimentoitaliano. E' il bisogno
dilibertà,all'interno, di indipendenzadallostraniero,
diunità.del territorio,chenonèpiùsentitosolamente
daungrupporistretto di uominid'avanguardia,ma
diventacomuneamassesemprepiùnumerose.
Nel1900,FrancescoSaverioNittiscrisse: « Il movi-
menrtounitarioèstatopiùchealtro laconseguenzadi
unagrandetradizioneletterariaedartistica»(2).Dopo
quarantasetteannil'uomodi statomeridionalenonha
cambiatoparere; in un radio-messaggiotrasmessa11
logennaio1947egliharibadito:«111848èstatolag^ande
epocaidealistica,l'epocadellapassioneliberale».
AncheBenedettoCrocehaespressolamedesimaopi-
nionenell'articolo«
Nontravisare la storia
Dpubblicato
sula
GazzettadelPopolo
il 6novembre1947«... in Italia
larivoluzione fu affattopolitica enazionale e i rari
sporadicimotidicarattereproletariononebberoalcuna
importanzanèrilievo».
Comesipuòpensaleche lemigliaia dicombattenti
popolanifosseromossisolamentedamotivi letteraried
artistici,quandopoi si ricordichel'analfabetismoera
purtroppoancoramoltodiffuso?E inqualmodoil sen-
timentodi nazione o il concettoastratto di libertà,
avrebberospinto i lavoratori ascendereinpiazza,se
nonsifosseroidentificatinel loroanimocolnaturale
desideriodi unavitamigliore?
•
Delresto, l'importanzadel fattoreeconomiconella
rivoluzioneeragià,stataavvertita in Italiaancheda
scrittoricontemporanei. Il Correnti, adesempio,nella
suaoperetta
L'Austria
e
la Loinbarctia
disseesplici-
tamente:«Già.assaivolteSièripetutochelerivoluzioni
piùgrandisonopreparatedalleidee,manonvengono
realizzateche permezzo di catastrofieconomicheT,
(pag.73).E il Pisacane,
nel'Saggiosullarivoluzione
(3)
ispiratodallevicendedelQuarantotto: «Ciòbastaper
dimostrareadevidenzaquantosiaassurdo il concetto
chele rivoluzioni, i mutamentinegliordinisociali si
faccianoprimanelpensieroepoinellarealtà;essisono
conseguenzadellecondizioni e relazionidegliuomini
ecominciano.amanifestarsiconl'ideaquandogià.sono
latentinellasocietà».
IlCorrentie ilPisacaneparlavanoin talmodoperchè
essiavevanopotutoanalizzare il fenomenodelQuaran-
tottonellesueorigini enelsuosvolgimentoattraverso
lapropriaesperienzapersonale.Unrapidoesamedelle
premessee•deldivamparedelQuarantottolombardo
potrà,maggiormenteconvincereanchenoi.
La trasformazioneeconomicadellaLombardia
Allafinedel'Settecento,durante il periododell'assolu-
tismoilluminato e dell'invasionefrancese, lo sciogli-
mentodeifedecommessi,l'abolizionedellemanomorte
eladispersionedimoltecomunitàreligiose,ponendo
sulmeecatounagrandequantitàdibeni,corrispondenti
acircametà.dell'estimototalelombardo,avevanogran-
dementefrazionato laproprietàeaccresciutolaclasse
deipossidenti.L'erezione di Milano in capitaledel
Regnoitalibo, lapresenzadellaCorte,deiMinistri, di
numerosiufficicivili emilitari, l'affluiredidiplomatici
edi viaggiatori,avevanosviluppatol'artigianato,per-
messoallaborghesiaindustriosadi faredei risparmi
edavevanodiffuso e frazionato la ricchezza.Mentre
(1)Cfr. A. M.GHISALBERTI,Ancorasullapartecipazionepo-
polare al RiSOTOmento.RassegnaStoricadelRisorgimento,
1944-1946.
(2) S . NITTI,
Nord
e
Sud.
Torino,1900,
pag.
4.
(6)CARLOPISACANE,
SaggiosullaRivoluzione.
Torino,Eineuoi,
1942,pag.20.
nel1765inMilanosicontavano1784proprietari di sta-
bili,essierano4037nel1837,senzache lapopolazione
fossedimoltoaccresciuta.Lamaggiorpartedeiproprie-
tariappartenevaallapiccolaborghesia,laqualecontava
olire58.000persone,mentre il cleroe lanobiltàsierano
ridotti apochecentinaia.L'aumentatadiffusionedella
ricchezzaavevafattoaumentareanche il numerodelle
aziendeartigiane,degliesercentiedeipubbliciesercizi,
cheimpiegavanounpiccoloesercitodi lavoratori,49.171
cioèpocomenodi unterzodelnumerocomplessivodei
cittadini. Il commercioerarappresentatoda440grossi
commerciantioon2225impiegati; labancada234titolari
con2198dipendenti,5469eranogli impiegaticivili,mili-
tarie di polizia(4).
Nelecampagneladiffusionee il frazionamentodella
ricchezzasieranomanifestati inproporzioniancorapiù
vaste.Nel1848,secondouncalcolodel'economistaJacini,
leproprietàruralilombardeerano437.723e i proprietari
eranocirca350.000.Poichè lapopolazionesielevavaa
2.800.000personee il territorioa.21.000Km2risultavaun
proprietarioogni8abitantieogni6ettari disuperficie.
Iproventinonpotevanoesseremoltoabbondantiper
l'enormemaggioranzadeiproprietari,affittuari emez-
zadried infatti lostessoJacini stabiliche il reddito
nettodeibeni rurali lombardiammontavaa40milioni
annui,cioèaunamediadi115lirescarseperproprie-
tario,cifraassaibassaancheperqueitempi(6).
Qual'era laconseguenzanaturale di questostato di
cose?Lanecessità,per il contadino, di arrotondare il
bilanciofamigliarecon altri proventi. Gli agricoltori
delezonemontuoseprovvedevanoemigrandotempora-
neamenteinSvizzerae inGermania,quellidellezone
colinose,dove piùdiffusa era la piccolaproprietà,
risolvevano il problemasviluppandonelmaggiormodo
possibilela loropartecipazionecasalingaalleindustrie
complementaridell'agricolturaed inmodoparticolare
alleindustrietessilidellaseta,della lana, del lino e
delcotone,cosicchènonv'eracasolarelombardodove
mancasserotelai, fusi obacinelle.
Lapossibilitàdidisporrein talmododimanod'opera
abassoprezzo, la favorevoleposizionegeografica, la
maggiorerichiestadimerciintuttaEuropaacausadel-
l
'aumentataricchezzasospingeva.noi ricchimilanesi
sullavia dellaproduzioneindustriale, che dal 1830
al1850fecenotevoliprogressinellanostraregione.Se
ilprocessoproduttivorimase in granpartecasalingo,
affidatospessevolteall'iniziativadeglistessiproprietari
delterreno, i qualiraccoglievanolamercee lavende-
vanodirettamenteaimercantidiMilano,tuttaviasico-
minciòanche lacostruzionedi fabbriche,specialmente
per la lavorazionedel&Acnee inprossimitàdei salti
d'acqua,chefornivano la forzamotrice.Nel1823ebbe
inizio laproduzionedelcotonificiodiSolbiate,mentre
altrineeranosortiaMilano,findalprincipiodelsecolo,
eda Busto, a Varano, a Gallarate, a Legnano, nel
periododal1815al1830.Più tarda fu lanascitadelle
officinemetalurgiche,dopoche,con la finedel(regime
napoleonico,avevanopersod'importanza le fabbriche
d'armidiBrescia.Bisognòattendere il sorgeredelpro-
blemaferroviariopervedernascerenel1845leofficine
Grendona(oggiMiani-Silvestri),Elvetica(oggiBreda)
emoltealtre.
L'organizzazionetecnicadellefabbriche, i problemidi
produzioneedismercio,cheognigiornosipresentavano
agliimprenditorilombardi,davano vita a tutto un
movimentochenonsi limi:ava al solocampoecono-
mico,mainvestivanecessariamenteanche il campapo-
litico,perché la prosperitàdei traffici edelleaziende
dipendevain lineadirettadallacondottadelgoverno.
LaFrancia e l'Inghilterraerano i grandimodelli;ciò
chesi facevapressoleduegrandinazionioccidentali
eraimmediatamenteconosciutoeappassionatamentedi-
scusso.Destavaparticolareinteresse laquestionedelle
(4)ANTONIOVIANELLO, I presuppostieconomicidel1848. In
AttidelXXVIICongressodell'Istitutoper lastoriadelRisorgi-
mento. (6)RAFFAELECIASCA,L'evoluzioneeconomicadellaLombardia.
NelvolumeLaCassadi risparmiodelleProvinceLombarde
nel'evoluzioneeconomicadellaregione.