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RINASCITA

remote,unadifferenziazionecheèassaimenoesclusiva

di quelchedaprincipionon si ritenesse; e traccedella

diffusionedi canti eleggendedel primo tiposonostate

ritrovatenell'areaseconda, e viceversa.

In

questosenso,appunto,abbiamoaffermatoche i l

Quarantotto italiano potrebbeefficacementecaratteriz-

zarsicome l'« annodel folclore31.Nei moti sociali e

politici di quell'epoca, ritroviamo infatti questastessa

embrionale e spontaneacomunità di motivi, che pur

giungonoadesplodere, di regione in regione, in un

motocheassumeuncaratterenazionale;ma loassume,

proprio,ancora in una formaelementare,spontanea,

folcloristica, con una incoerenzache tipicamente si

esprime,dall'alto in basso,nelletendenzee nelle rilut-

tanzefederalistiche e campanilistiche.

Nonci sembrerebbecompiuta un'analisi storica del

Quarantotto italiano, cheprescindesseda questa più

profondaradice delle caratteristiche di quei grande

motonazionaleesociale.Aquestostudiooccorreaccin-

gersi,beninteso, con unadocumentazionefilologica di

cuisiamoamara ben lungi, in Italia, dall'aver con-

quistato le premesse.Dopo le importanti ricerche del

Rubieri, del D'Ancona e della suascuola emalgrado

gli importanti contributi del Barbi edel Santoli,anche

inquestocampo i l predominiodelle teorichecrociane

hagravemente limitato e distorto i l sensodegli studi

di folclore.Quello.chequi cerchiamo di dare, !rapida-

mentespigolando tra i canti popolari dell'epoca, è

perciòpiuttosto un contributopreliminare, l'indicazione

di un indirizzo di ricercastoriografica,chenonufagià.

maturatoapporto alla storia di un'Italia, chenon sia

quellaesclusivadella«classeetico-politica».

Di_un'attività

autonoma

sociale, politica, culturale

dellemassepopolari italianegià, nellaprimametàdel-

l'Ottocento, la documentazione,più immediata ed im-

pressionante•ci è data dalla diffusione tradizionale e

dallanuovaproduzione di canti popolari, nei quali

questaattivitàSiesprime jn unsensodi rivoltaaperta

contro tutta la società.Caratteristici in questosenso

sono i canti e le starie di briganti e di banditi, che a

tutt'oggi.appassionanoe alimentano la fantasiapopo-

lare, i canti delle«guerre di contadini»che, dal1648

al1799,agli anni del dominio,napoleonico,hanno in-

sanguinato le campagnee le città, d'Italia.Quando si

tengaconto dellabaseprevalentementecontadinadei

moti sociali e politici ai quali abbiamoaccennato,non

puòmaravigliare che l'opposizionepopolare, che in

questi canti si esprime, abbia un carattereanarchico,

•dispersivo, frammentario, caratteristico appunto d i

queimoti contadiniche si sviluppano all'infuori di una

direzione

daparte di classi urbane—borghesi o prole-

tariechesiano—chesolaècapacedi imprimerea un

motocontadinounasuperioreunità ecóerenza.Nondi-

meno,l'espressione della rivolta popolarecontro re-

gimi di oppressionee di sfruttamentodellemasseas-

surgesovente, in questi canti e racconti di briganti e

di banditi, a una'potenzae ad una efficacia, chesa-

rebbedifficile ritrovare nellamaggior partedellecon-

temporaneeproduzioni dellapoesiacosiddetta«d'arte».

Informavigorosaedefficace,caratteristiciaspettidella

vitaedella lottadei briganti trovano la loroespressione

in canti diffusi dalla Sicilia allaToscana al Piemonte

nellaprimametà.dell'Ottocento:

Avitade 'u lupu vuogliuhare

Giacchideccussibbóha sortamia.

'Ujuornumi ndevaju anonemboseare

Lianottemi ndevajuppe' lla via;

liazzu 'a guardiaduv'è tu pecuraru,

Mumescarta 'n'aniglia a bogliamia,

Essi ppe'casuabbajanu li cani

iettu 'nu sautuemmetruovu a la via.

(Carlopoli)

Lupievolpi, fierebraccatedaufnasocietàche.nonsa

trovareper essi un posto nel suoseno,foss'ancheun

luogo di sfruttamento e di oppressione.Questesono le

immaginichesoventeritornano nei canti del brigan-

taggioe dellaguerracontadina alla finedelSettecento

enella primametàdell'Ottocento:

Sugnucumu la vurpa alli valluni,

Pocu li

CUTU

'sti cani abbaijari.

I lietticielli mei su' li timpuni,

I cuscinielli su' l i tiermfinali,

Ca' li cumpagnimiasu' li cursuni,

Eli sirpenti su' frati carnali.

'Usangu 'u fazzu jiri alli jumari,

'Uflcatu l'arrustu alli carvuni.

(Bisignano)

Eppurequestefiere'braccatesonouomini, con la loro

umanitàcheprorompenellapoesia, nella volontà an-

coraoscuraeincoerente di conquistarsi unacondizione

umana.Dandosi allacampagna"eallamacchia,conun

famosocapo di briganti, queste fiereson già uomini,

perchècercano« lu filici stari»,chenonsignificasolo

vestiti di damascoe di panno fino,maeguaglianza in

unacomuneumanità. E così appuntocomincia una

lungastoria di briganti, raccolta dal Pitre a

Messina:

Ala campagna tu ftlwi stari,

Ala campagnacuNinuMartinu;

'reni l'omini so' tutti a l'aguati,

Vistuti di darrnaseuepanna finu.

(Messina)

Questomotivo dell'elementareegualitarismo conta-

dinoritorna in centinaia di canti di briganti, chesono

canti di unanuovaamicizia:

Nnistiiriavamud'amici

'Nta la nostracumpagnia;

Eadognunucei dieta:

Rigulativiaccusi.

Nu'arrubbavamua. li Ricchi

Benistantie a li Burgisi;

Egridavaogni paisi:

-- Li PaluirreiniMisti su'.

(Sicilia)

Ecosì

Purequesto

motivo di classe,del rubare

ai

ric-

chi per dare ai poveri, si ripete di continuo e in varie

formenei racconti enei canti dei briganti:

LuNinuTestalonga

Addi poviri

Eulevu a chikldi ricchi

C'hannulabarunia.

Avui ca siti poviri

Campatintra tu stentu

Manciati, stati allegri

Vi fazzu

cumprimentu.

(Sicilia)

Nel-cantoprecedentementecitato, il prendereai ricchi,

èancorasentitocome«cattivacoscienza»,come« ru-

bare».Ma per NinuTestalonga,prendere ,ai ricchi le

ricchezzee la baronianon è già più rubare,maMa-

glierie,«levare», i l maltolto. E nei momenti di crisi

politica e sociale, ,questaembrionale e dispersa.Co-

scienza,che è caratteristicadelle classi contadine, già

siprecisa in unaoscuracoscienzapolitica, come nei

numerosissimi e forti canti fioriti sulle labbra delle

popolazionid'ogni parte d'Italia, all'epocadell'invasione

francese e della !rivoluzionegiacobina. Se nel primo

slanciorivoluzionario, infatti, anche in Italia lemasse

contadineavevanoattivamenteeprogressivamentepar-

tecipatoalla lotta liberaleecostituzionale, nel '99come

nel '48, i fatti s'incaricano di chiarire rapidamente

l'equivoco di classesul quale il primocomuneslancio

rivoluzionarioerastatofondato.Adifferenza di quelche

eraavvenuto in Francia, in Italia unaborghesia, più

terrieracheagricola, ingrassatasulle terreusurpate ai

demanicomunali, simostraincapacedi porsi alla testa

delmotocontadino; conessa, anzi, entra in diretto

conflitto',sicchèquesto,puòessere'facilmentecaptato

dallareazione politica, assolutistica .e semi-feudale.

Cosìsi sviluppa,nel '99epoi nel '21enel '48, il dramma

delRisorgimento italiano, nel quale si vedono lemasse

contadineprive di unadirezioneprogressiva,daparte

delenuoveclassi cittadine, porre delle rivendicazioni