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Popoloepoesiadipopolo

inItaliaattornoal '48

« ... nellostato in cui lenazionid'Europasonoridotte

dalla fine del xvsecolo, stato di tranquillamonarchia

assoluta, i popoli (fuorchè i l greco) nonhannopotuto

nèpossoinoavere di tali tradizioni epoesie.Lenazioni

nonhannoeroi; seneavessero,questinoninteressereb-

bero il popolo; e gli antichi che si avevano,sonostati

dimenticati dai popoli, da chequestidivenendostra-

nieri alla,coSapubblica,sonoanchedivenuti stranieri

allapropriastoria.Seperò si puòchiamare lor propria

unastoriachenonède' popoli,ma di principi. Infatti

nessunarimembranzaeroica, nessunaaffezione, •per-

fettaignoranzadellastorianazionale, sl antica, sì anco

recentissima, ne' popoli dellamodernaEuropa. In sif-

fatti stati, gli eroi delle leggendepopolari non sono

altri che santi o innamorati; argomenti al più di no-

velle,non di poemi o canti eroici, nè di tragedieeroi-

chili». •Così,nella primametàdell'800,GiacomoLeopardi

fissava,nello

Zibaldone,(1)

il rapporto tra libertàepoe-

siapopolare in Europa,«eparticolarmente in Italia. La

suatesi fupoi largamenteripresanellapolemicacheti,t-

torno alla poesiapopolare, alla sua natura e al suo

valore, fu sviluppatadallascuolaromantica; si ritrova,

anchedopo l'Unità, nella troppo dimenticata

Storia

dellapoeslapopolare in Italia del Rulpieri. E certo,

nonva sottovalutata l'importanza chequesta tesi ha

avuto, in un'epoca in cui la borghesia italianapreten-

devaancora ad una funzionedemocratica e progres-

siva, e i suoi più avanzati ideologhi eranocapaci di

intendere i l rapporto che intercorre tra

l'attività

so-

ciale, politica, artistica dellerpa,sse, e la possibilit[t.

stessadi unaculturanazionale, nelsensopropriodella

parola. Pure, la tesi del Leopardi e della scuolaromantica

italiana, ripresa poi dal Rublieri, .appare inevita.bil-

menteschematica nella sua drammaticità. La realtà

èchenon si è 'dato e non si potràmai dare, nè in

Italianè in alcunaltropaese,unostato,unacondizione

dellemasse,che sia di purapassività e ricettività so-

ciale,politica, culturale. Per quanto la vita e l'attività

déllemassepopolaripossanoesserericacciatenel sotto-

suolodalle classi e dalla culturadominante,questa

vita e questa attività sonooandizioneimprescindibilé

del'esistenzastessadellasocietà, si esprimono inevi-

tabilmente in una

produzione

culturale: che potrà

-quanto si vuolesubire i l suggellodella culturadomi-

nante,esserecostretta nel suoquadro, masempre di

nuovo lo spezzerà, a significare una libertà che è

insopprimibilenell'uomosinchè vive, e• lotta, e pro-

duce.Così in quell'epocastessa, in cuiGiacomoLeopardi

venivavergando lepaginedel suo

Zibaldone,

il folclore

italiano si venivaarricchendoovenivarielaborando,sì,

fflovele

ecanti di amoree di santi, cheeranpurema-

teria e forma di espressione di unasua attività cultu-

rale; ma vita ben più larga seguitava a prorompere

dalsottosuolodellasocietàitaliana, sul qualegià,opera-

vanole forze,chedei,movimenti edelle rivoluzioni del

'48dovevanodivenir,lemotrici.

Sipotrebbe anzi dire, in un certosenso, che, per

(1)GIACOMOLEOPARDI.

Lo Zibaldone.

EdizioneMondadori,

vol. ILPagg.1282-128.

l'Italia, il Quarantotto, piùancoracheunaaprimavera

delpopolo», è stato proprio l'«annodel folclore». E

vogliamoprecisare il sensodi questaaffermazione,che

potrebbeapparire a prima vista bizzarra e gratuita.

E' stato più di una volta sottolineata, nella storio-

grafiadelRisorgimento(parliamonon di quella reto-

ricaeapologeticadella«conquistaregia») i l fattoche

l'ideadell'Unità d'Italia restavaancora, nella prima

metàdell'Ottocento, piuttosto tradizione letteraria ed

aulica di ristretti gruppi delle classi •dirigenti, d'al-

trondecosmopolite più che nazionali, che non patri-

moniocomunedel nostropopolo. E certoanchequesta

èstataedèunapolemicachehaavutoedhaunvalore

progressivo, in quantosottolinea la limitatezzastorica

dellaborghesia italiana, la sua incapacità di portare

atermineunarivoluzionenazionale,chenonpuòesser

tale, nel pienosensodellaparola,senonè rivoluzione

popolare. E popolare,senzadubbio, i l motonazionale

unitariodelRisorgimentononèmai riuscito a divenire

sotto la direzione dellaborghesia.. Ma questaneces-

sariapolemicanon ci deve far dimenticareche, al di

sotto(o al di sopra) di quella tradizioneaulicae lette-

raria, unqualchegermedi piùprofondaunità italiana

dovevapureesserematurato tra lemassepopolari

italiane, se alla lotta per i suoi mercati e per i l suo

dominiopolitico le nuoveclassi borghesi han potuto

cercare, e trovare, nel Risorgimento, proprio

quella

basegeografica,epolitica, e sociale, e culturale, cheè

venutaa configurare la nuova Italia.

Il fatto si ècheuna tal qualeunità italianaesisteva,

primaancora della unificazione 'politica, non solo in

quellacircolazione di uomini di corte e di dottrina,

chegià aveva fatto esserDante «

per le parti quasi

tutte, alle quali questa. lingua si stende,peregrino»;

ma in una circolazione più larga e più profonda, di

mercanti e di pellegrini, di pastori transumanti e di

servi fuggiaschi, una -circolazioneche si esprime, tra

l'altro., proprio in una tal qualeunità del folclore ita-

liano.Certo,questarelativa,embrionaleunità dell'Italia

delpopoloha un caratterebendiverso da quellodel-

l'unità degli uomini di corte e di cultura, o daquello

delenuove correnti unitarie che nella borghesia si

afermerannocollosviluppodei traffici. E' un'unità tutta

tradizionale, e inconscia, e passiva, che si manifesta,

appunto, in un folclore: con tutta lacasualità, la frani-

mentarietà, la varietàche è caratteristicadel folclore.

E'un'unità, perciò, non di lingua, ma di dialetti, che

variamenteelaborano un comunesubstrato lingui-

stico; e nei dialetti variamente si esprimeun folclore,

chepresenta filoni ecorrenti comuni,variamente inca-

nalatenell'antico letto di forme tradizionali, già diffe-

renziatee cristallizzate nei secoli più lontani. Nel fol-

clore'italiano si possonodistinguere, così, due princi-

paliaree di diffusione di canti e di racconti popolari:

quel'a.centro-norde quellacentro-meridionale,caratte-

rizzateLaprima dal predominio dei canti epico-lirici,

chesi 'ritrovano in •Franciae nellapenisolaiberica, su

di un territorio nel quale si sonoallargate le invasioni

deiGalli e deiGermani; la secondadal predominio di

formeliriche, cionformemetricheemusicali profonda-

mentediversedalle prime. Maanche tra questedue

areedi differenziazione, i più recenti studihannodimo-

strato e documentato, fin per epocherelativamente