

Anna Bravo, Daniela Del Boca, Lucetta Scaraffia
GLI ANGELI DEL PERSONALE.
ANCORA SUL MOVIMENTO FEMMINISTA
Questo articolo parte dall'esigenza di riflettere sull'esperienza del movimento
in questi anni e sulle contraddizioni anche personali che abbiamo vissuto, spesso
senza la capacità e la volontà di affrontarle apertamente. Non vuole quindi in
nessun modo essere un'interpretazione complessiva o un tentativo di sintesi: al
contrario, è l'espressione di un comune disagio e frustrazione di fronte al crescen-
te svuotamento del dibattito e delle iniziative. Siamo convinte che i l movimento
abbia in sé la forza per rovesciare questa tendenza e per sviluppare le proprie po-
tenzialità; in questa prospettiva proponiamo questo momento di riflessione, frut-
to di una comune esperienza politica e di lavoro, che solo episodicamente siamo
riuscite a socializzare dentro le strutture del movimento.
Ci riferiamo qui alle nostre esperienze in collettivi femministi — per due di
noi collegati con la militanza in Lotta Continua — e al nostro lavoro di docenti
delle 150 ore sulla condizione femminile, che abbiamo svolto per due anni a Tori-
no e ad Alessandria e che stiamo continuando tuttora.
Quest'ultima esperienza, che ci ha costrette a mettere continuamente a con-
fronto la nostra problematica d i femministe «d'avanguardia» con le richieste
espresse dalle lavoratrici e dalle studentesse, ci ha permesso di verificare e di ar-
ricchire le nostre idee sulla condizione femminile, stimolandoci anche alla ricerca
di un nuovo rapporto fra donne e cultura.
Coesistenza della militanza politica e di quella femminista; contraddizioni
personali nostre confrontate con quelle di donne di altre classi ed altre età; con-
traddizioni interne al ruolo di docente a cui viene rivolta una esplicita richiesta di
contenuti conoscitivi insieme con una riflessione femminista su sé stesse: questi
sono i problemi che abbiamo affrontato in questi anni e da cui è partita la nostra
analisi.
Sta crescendo in questa fase una contraddizione ormai evidente tra la crisi
che attraversa il movimento e la gravità e l'urgenza sempre maggiori dei problemi
che le donne stanno vivendo. Ci sentiamo impotenti di fronte al peso che la crisi
economica carica sulle spalle delle donne in termini di peggioramento delle condi-
zioni di vita, non solo màteriali, e di violenta insicurezza; anche più drammatica-
mente ci scopriamo inadeguate rispetto alla consapevolezza, che si sta estendendo
in termini differenziati a tutti gli strati sociali, della disgregazione dei modelli di
rapporti consolidati, della socializzazione tradizionale, del ruolo della donna al
suo interno. Non per caso anche molte di noi si ritrovano oggi sole ad affrontare
problemi che avevamo sperato di non vivere mai più nell'isolamento.
Questa situazione contiene in sé i l pericolo di una profonda involuzione: ri-
schia di separarci, di respingerci verso la solitudine e la passività o, al contrario,
di farci cadere nel vecchio attivismo moralistico. Le stesse acquisizioni di fondo
del movimento si stanno trasformando, da strumenti per la nostra crescita e mo-
menti della nostra lotta, in principi rigidi, finalità immodificabili che finiscono
per reappresentare, più che un punto di forza, un ostacolo ai tentativi di sperimen-
tare terreni nuovi.
L'affermazione che i l personale è politico, espressione immediata del rifiuto
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