

CINEMA
ALTMAN E ANGHELOPULOS
«Nashville» di Robert A ltman
Altman è cresciuto nello spettacolo, e ne sa le regole e gli spazi. La sua novità nel
quadro del cinema americano è grande perché egli non si discosta da queste regole al pun-
to di dover rompere con quell'America (come con scelta conseguente ha fatto un Robert
Kramer: e varrebbe le pena di affrontare un paragone più diretto tra
Milestones
e
Nash-
ville, tra
il girovagare per gli Stati conseguente a una ricerca
politica
degli 80 personaggi-
compagni del primo, e i 24 del secondo alla ricerca del successo chiusi in una città -
microcosmo di una nazione, ai quali però aggiungere
tutti
gli altri personaggi, e sono or-
mai tanti, del cinema di Altman) ma nello stesso tempo sabota finemente le regole con in-
vidiabile freschezza, pur riaffermandone, in modo critico ma non nemico, la loro conti-
nua rinascita e la vitalità del loro fondo.
Un primo confronto si impone, tra i registi del nuovo cinema hollywoodiano (o post -
hollywoodiano), privi ormai tutti di quella fiducia che rendeva immediata e spontanea l'a-
desione alle regole (ai canoni del genere e al sistema hollywoodiano, come ai valori che
quelle regole e quei canoni erano chiamati a riaffermare dal sistema politico per la sua so-
lidità) da parte dei vecchi registi (i Ford e gli Hawks, per intenderci). A questa fiducia
erano almeno parzialmente assenti, nell'epoca del massimo trionfo di Hollywood, soltanto
quei registi di origine mitteleuropea (i Lang e gli Wilder, per intenderci) che dentro le re-
golemettevano una coscienza precisa del proprio gioco, e una personale e distanziata let-
tura dell'America. I nuovi registi americani, maestri tutti di un'apparente spontaneità,
hanno invece ben poco di spontaneo, anche se al loro confronto i nostri sembrano tutti
mummificati intellettuali di mezza tacca. Se prima i generi proponevano miti consoni an-
che alla cultura e ai valori dei cineasti, oggi quei miti sono stati abbondantemente disse-
zionati e analizzati — soprattutto dalla critica letteraria degli anni Cinquanta, in testa il
geniale Fiedler di
Amore
e
morte nel romanzo americano.
E i nuovi registi ne conoscono
amemoria l'essenza e i meccanismi e sanno renderli operanti dentro la retorica del nuovo
cinema. Se un Hemingway o un Fitzgerald vi si potevano calare «spontaneamente», oggi
questo non è più possibile: in ogni college decente si insegna come da Cooper a Melville,
a Twain a, per l'appunto, Hemingway, il subconscio americano si sia nutrito di ossessioni
sessuali, di misoginia, di fuga verso una selvaggeria assieme (in coppia latamente omoses-
suale) al negro e all'indiano. E perfino il gentile Forman, dopo un po' di ambientamento
egrazie allo smaliziatissimo Nicholson, sa riconoscerli e costruirci lo spettacolo dai cento
oscar infilandoli vagamente aggiornati in un abilissimo cuculo. Figuriamoci un Pollack,
unoSchatzberg, uno Spielberg.
Le riletture della mitologia collettiva dell'America, sianoesse critiche o nella sostanza
la ripropongano aggiornata, sanno dunque di sapientemente costruito: questi film ci pro-
pongono una lettura già data, e in ogni caso non aggiungono molto alle nostre conoscenze
di quella cultura.
Il caso di Altman è diverso in cosa? Egli accetta le regole ma, forte dei suoi occasio-
nali grossi successi, si permette un grado di autonomia maggiore a quello di qualsiasi al-
tro regista che non voglia rompere il ponte col sistema dello spettacolo. Ma soprattutto
egli ripercorre i miti (e i l loro consolidamento nei generi) con due originalità invero
straordinarie per la tradizione cinematografica americana. La prima è stilistica: Altman
distrugge le sceneggiature prefabbricate, improvvisa e sa far improvvisare. La seconda è
ideologica: egli è il primo ad aver affermato con tanta forza e chiarezza una verità che ci
era già stata spiegata dagli esuli francofortesi (che certamente egli non conosce): in Ame-
rica politica e spettacolo sono retti dalle stesse identiche leggi. Questa coscienza si afferma
con più precisione che in qualsiasi altra opera proprio in
Nashville,
ma l'insistenza di Alt-
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