

principotto tedesco che si rifiuta di pagare il debito di gioco e insulta il compare di Barry,
approfitta della sua superiorità sociale ma senza abusarne (e d'altra parte, pur non poten-
do provarlo, egli è ben sicuro d'essere stato imbrogliato); il prete e l'amministratore che
s'alleano a Bullingdon per estromettere Barry, agiscono per salvare il loro stipendio mi-
nacciato dalla rovina economica provocata dagli sperperi e dall'incapacità di Barry. An-
che il rapinatore in cui s'imbatte all'inizio, fa semplicemente il suomestiere (anzi con una
certa eleganza). E il gentiluomo che fa capire a Barry che l'alta società l'ha messo al ban-
do, lo congeda con grande discrezione, perfino con amabilità. Essi sono semplici funzioni
del sistema, un sistema tanto più forte, spietato, feroce quanto più può permettersi di
funzionare senza particolari malvagità e crudeltà, senza che occorra alzare la voce o ag-
grottare le ciglia. Quanto a Bullingdon, il nemico principale, è più che normale che odii
l'intruso che ha usurpato il posto del padre, (alla madre che lo rimprovera per aver offeso
suopadre, cioè Barry, replica con le parole di Amleto: «Voi, madre, avete offeso mio
padre») e che per di più umilia la madre con scoperti tradimenti: ma ciò che rende il suo
odio mortale è che Barry sta sperperando il patrimonio, la base economica del suo futuro
potere. È solo per salvare il denaro che egli supera la paura fisica che gli incute il patri-
gno ed è disposto ad affrontare anche la morte. Lo spettatore prova un poco più di sim-
patia per Barry soltanto perché socialmente più debole, non certo perché sia umanamente
migliore di Bullingdon o perché rappresenti un qualche valore alternativo (quando Barry
si trova all'apice della fortuna, si preoccupa solo di adeguarsi in tutto e per tutto ai mo-
delli aristocratici, senza peraltro riuscirci). Nell'ultimo duello, dopo che i l terrorizzato
Bullingdon ha sprecato la sua palla, la rinuncia di Barry a colpirlo non è un segno di ge-
nerosità o cavalleria, ma da una parte è una scelta obbligata (nella sua situazione ormai
molto precaria non può permettersi di uccidere un lord), dall'altra è un rischio calcolato,
la proposta di una tregua, di un compromesso. Ma Bullingdon non ci casca, cioè interpre-
ta esattamente come debolezza la moderazione dell'avversario, e con la seconda palla farà
centro, dando libero sfogo alla sua esultanza mentre Barry urlerà di dolore. Ancora una
volta Barry non ha voluto guardare in faccia la verità, illudendosi di poter aggirare l'osta-
colo dei rapporti di proprietà. Che invece impongono ferreamente la loro legge. La lotta
per il potere è una lotta alla morte.
Un elemento che ricorre significativamente nel film è il duello. Non c'è dubbio che
nel secolo XVI I I fosse usato come sistema per risolvere certe controversie. Ma, quale che
sia stata camente la sua diffusione e la sua importanza, migliaia di pellicole ne hanno im-
poso un cliché: cosicché anche lo spettatore più smaliziato accetta che materia della conte-
sadebba essere un qualche onore oltraggiato e che l'esito dello scontro debba premiare il
valore e il coraggio. A Kubrick basta sostituire ai motivi d'onore interessi economici e
mettere di fronte duellanti di non uguale condizione sociale, per smontare radicalmente
tale mito, per ridurre questo residuato cavalleresco, questo nobile sport a pura ipocrisia.
Il duello d'apertura è preso sul serio solo dall'ingenuo Barry, mentre il capitano non ha la
minima intenzione di giocarsi la pelle né la famiglia della fidanzata di rinunciare ai soldi
del capitano. Così, nei duelli che Barry deve sostenere per ottenere i l pagamento delle
somme vinte al gioco, mentre i gentiluomini non rischierebbero nulla uccidendo Barry,
questi non solo deve badare a difendere la pelle ma non può spingersi più in là di una vit-
toria platonica, dimostrativa, per non perdere i denari già guadagnati e finire in galera o
sulla forca. Fino all'ultimo duello dove, come s'è detto, la differenza di classe risulta de-
terminante. Questa disparità sostanziale — per cui un uomo può sparare su un altro ar-
mato solo formalmente, di fatto inerme — è resa in tutta la sua tragicità attraverso l'in-
sistenza quasi intollerabile sulla procedura legale (i padrini, l'arbitro, le operazioni di
controllo e caricamento delle armi, il rispetto dei turni), la cui rigorosa, puntigliosa osser-
vanza dovrebbe garantire l'uguaglianza delle parti in causa. È una perfetta lezione in ter-
mini marxisti su ideologia (falsa coscienza) e reali rapporti sociali, forme giuridiche e inte-
ressi economici, struttura e sovrastruttura.
Un altro cliché cinematograficoassegna all'avventuriero un'estrema galanteria. Ma, a
parte l'insuccesso con la cugina, le conquiste di Barry si limitano a una contadina tedesca
ea una domestica della moglie, oltre una scena (fissa) di orgia collettiva (che riproduce un
quadro di Hogarth). Anche il matrimonio con Lady Lyndon non rappresenta un gran suc-
- 213