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operaia sulla prassi centralizzata di mediazione; le lotte studentesche e giovanili

hannomesso in crisi la scuola e i suoi meccanismi di selezione; i movimenti fem-

ministi hanno aperto spazi di riflessione e di intervento in settori decisivi della vi-

ta sociale sottoponendo all'arma della critica — ed anche alla critica delle armi

il ruolo della famiglia, il rapporto tra i sessi, in fin dei conti la divisione del

lavoro e dei ruoli nei gruppi primari; in tutte le istituzioni sociali, insomma, da

quelle deputate alla formazione del consenso a quelle delegate alla istituzionaliz-

zazione della esclusione, le lotte antiautoritarie degli ultimi anni hanno prodotto

esiti radicali. Se esse non hanno prodotto la nascita di nuove organizzazioni poli-

tiche alternative ai partiti storici del movimento operaio, hanno però prodotto

una frattura irreversibile nella concezione del mondo borghese (resta da vedere se

l'esito di tali movimenti dovesseessere la nascita di nuove organizzazioni di tipo

partitico e, secondariamente, quanto abbia influito su tale esito l'azione dei parti-

ti storici diretta a neutralizzare e volgere a proprio vantaggio tali spinte). La vec-

chia morale è morta e le nuove forme di contestazione politica sono la espressio-

ne— strategica e permanente, anche se non organica — della nascita di una nuo-

va scala di valori. Esse hanno proposto una concezione etico-politica in cui la

gestione non delegata della propria energia lavorativa, del proprio corpo, il dirit-

to alla soddisfazione dei bisogni, alla felicità anche individuale, il rifiuto della se-

lezione e il diritto all'eguaglianza, la libertà intesa come assenza di costrizioni e

come autonomia del soggetto, i l rifiuto di un'etica dell'astinenza e della presta-

zione, sono frammenti che comunque ricomposti forniscono i primi elementi di

una nuova concezione etica diversa sia da quella liberale quanto da quella propria

dei movimenti socialisti e comunisti della I I e della I I I Internazionale. Essa si

fonda sul deperimento delle ragioni di un'etica della scarsità e dell'ascesi monda-

na e sull'enorme sviluppo delle forze produttive prodotto dal capitalismo ed è

materialistica, sia nelle sue forme esterne quanto nella sua fondazione ontologica,

in quanto le possibilità di un'etica fondata sulla soddisfazione dei bisogni trovano

la loro giustificazione proprio nella dimensione tecnica, produttiva, di dominio

sulla natura di questa società. E tale etica è anche eminentemente rivoluzionaria

poiché esplicita e dà coscienza alla contraddizione che consiste nella impossibilità

di volgere a favore di questo nuovo modo di vivere l'enorme potenziale produtti-

vo da essastessa generato; ma ciò collega anche le nuove forme di lotta delle so-

cietà avanzate con il senso reale della riflessione marxiana che individuava appun-

to nello sviluppo delle forze produttive la base reale del processo rivoluzionario.

In questo senso (usando la terminologia di un vecchio articolo di Bobbio) è possi-

bile iniziare a definire i contenuti della libertà dei «posteri»; poiché non può dar-

si — se si dà è comunque astratta ed indeterminata — una riflessione sulla libertà

che non muova dalle condizioni materiali che presiedono alla costituzione della

soggettività. In questo senso la libertà è la dimensione etico-politica della autono-

mia del soggetto e il suo grado di realizzabilità dipende dal soddisfacimento di bi-

sogni e desideri storicamente possibili, anche se la sua fondazione è trascendenta-

le rispetto alla dimensione tecnica della società.

Il dato significativo è comunque il fatto che essa non nasce dalla prassi dei

partiti che sono stati i portatori di massa della teoria marxista; anche se ciò non

deve troppo sorprendere, solo che si pensi alla integrazione tra marxismo e auto-

coscienza scientifica borghese operata sia da Engels che dai teorici della I I Inter-

nazionale. Ma resta comunque un dato assai significativo che essa trovi opposi-

zio,ne nei partiti operai (basti pensare, in casa nostra, alla posizione del PCI in

materia di diritti civili, al ritorno da parte comunista verso concezioni selettive

nella scuola, all'«austerità»). Ma ciò deve indurci a riflettere sul nesso tra elabo-

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