

problema della traslitterazione si pone in termini radicalmente diversi da quelli
cheritenevo reali: è cosa ancoranecessaria, anchese difficile, e ho letto con gioia
cheè ancora all'ordine del giorno.
Un altro aspettosu cui ho modificato radicalmente le mie convinzioni è quel-
lo della famiglia e del controllo delle nascite. Tutto quanto si è letto a proposito
di fine della venerazione per gli anziani, di fine della famiglia tradizionale, va ri-
ferito ad un prima in cui la veneraziOne diventava culto, il potere del padre sui
figli e la moglie era assoluto, la preminenza del figlio primogenito sugli altri e
sulle figlie istituzionale; come istituzionale la scissione tra rapporti affettivi e rap-
porti istituzionali.
Rispetto alla situazione attuale italiana, ma anche a quella di una ventina di
anni fa, le famiglie operaie di cui allo straniero si fanno visitare le case e che ri-
spondonocortesemente a domande sul reddito, le abitudini, le parentele, sembra-
noessere piuttosto «tradizionali», molto coese, con una netta separazione dei
ruoli tra marito e moglie (anche se c'è nel dover essere della scuola una diffusa
propaganda per la parità dei sessi), con una considerevole deferenza della nuora
nei confronti della suocera. Spesso i nonni convivono con i nipoti. Fa parte del
doveressereche i redditi
globali
della famiglia siano uguali. E viene giustificato
con il reddito dei genitori o della famiglia il reddito basso o nullo degli appren-
disti. Gli operai ad alto reddito hanno invariabilmente sposatocasalinghe o ope-
raie a basso reddito; le coppie a basso reddito hanno sempre un pensionato che
integra i guadagni. Certo è difficile fare confronti anche perché non sappiamo
nulla della famiglia in Italia e confrontiamo con oggetti ignoti. I figli per lo più
sonodue o meno. Era infatti in corso in quel momento una vigorosa campagna
per la limitazione delle nascite che puntava alla crescita zero nel lungo periodo:
due figli per coppia al massimo e matrimonio dopo i ventisei anni. C'era anzi
una «norma» di bambini per le comuni, che naturalmente, trattandosi di un tet-
to, le comuni da noi visitate non raggiungevano. I l tetto era una natalità dell'un
per cento per anno; dopo sei mesi loro erano sotto lo 0,5. Pochi i divorzi e am-
messimal volentieri. Ampia la diffusione e la conoscenza degli anticoncezionali,
campo in cui la Cina è senz'altro all'avanguardia nel mondo, non solo per la pro-
duzione di massa della pillola, che materialmente non è una pillola ma un qua-
dratino di carta assorbente che si stacca da un rettangolino che è tutta la dose
mensile (secondo una delegazione americana, che includeva Pincus, la Cina è il
massimoproduttore al mondo con una cinquantina di milioni di dosi, come si af-
ferma in un resoconto su «The China Quarterly») ma anche per l'uso di tutti gli
altri sistemi, dalla spirale alla sterilizzazione alla pillola mensile, ancora sperimen-
tale, alla iniezione. Legale l'aborto. Insomma la presa di posizione alla conferen-
zamondiale sulla popolazione è stata semplicemente letta male dalla sinistra ita-
liana: dopo aver difeso il diritto di non limitare le nascite, il documento conclu-
deva infatti dicendo che loro le limitano: cosa ben comprensibile, se si pensa che
la popolazione cinese è aumentata nei poco più di venticinque anni di esistenza
dellaRepubblica popolare di circa quattrocento milioni di uomini.
Lemerci esposte nei negozi e nei supermercati urbani, negli spacci delle co-
muni, negli infiniti mercatini di quartiere e di vicolo in cui si vende di tutto, dalla
ciabatta al granchio alla pera (con annessobidone dell'acqua e rubinetto per la-
varla e coltellino per sbucciarla, perché in Cina, almeno nelle grandi città, ma
anchenelle comuni, l'igiene del cibo è altissima); gli abiti; i beni di consumo du-
revoli (soprattutto biciclette e orologi ecc.) sono abbondanti. I prezzi sono alti; in
qualchecaso (gli orologi di importazione,
non
di lusso che possono arrivare a
costarecieci volte il salario operaiominimo) molti alti. La ricchezza e complessità
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