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spontaneismooperaio. Contro questapseudo-sinistra nonsaràmai sufficiente ripe-

tereche—rispetto al

che fare?

della tattica quotidiana— il marxismoè teoria della

rivoluzione

solo in quanto

è teoria del lavorosocialediviso, e nonviceversa. Pertan-

to la nostra tesi è che — dopo un secolo d'inquinamento positivistico e neo-

positivistico— il marxismodebbaoggi nuovamente imparare da Marx a

distinguere

duepiani peraltro dialetticamenteconnessi:conoscenzaescienza, teoria dialettica e

scienzaempirica, discorsocomplessivoesistematico

sulle

scienzeemetodologia em-

piristica della ricerca. SequestoMarx sembrerà poi troppo indigesto— troppome-

tafisico o teorico — per le facoltà assimilative di chi si è purificato ai digiuni, alle

cautele, alle astinenzemetodologiche di certa epistemologiaanglosassone (o agli

estremismi verbali di certo schizo-marxismo) non dovremopreoccuparcene più di

tanto.

Nel suo intervento sull'«Espresso» del 25 aprile 1976, Colletti rispolvera il suo

vecchioanatema sullaScuola di Francoforte, e lo fa conargomenti tutto sommato

sorprendenti per chi si era già rallegrato ai segni di auto-critica contenuti nella

Inter-

vista politico-filosofica.

La Scuola di Francoforte nonevoca affatto, per Colletti, il

corpus

teoricodella

Zeitschrift far Sozialforschung,

il rigore della tradizioneaccade-

mica tedesca, il dramma dell'emigrazione americana e—se vogliamo— la grande

produzione estetico-sociologica di Adorno nel secondodopoguerra. Essa sembra

evocargli semplicemente ledanze

hippies,

le scrittemurali del Sessantottoe— in sot-

tordine— la figura nobileeseniledelMarcuse californiano. Ultimo erede (in versio-

nemarxistica) del neo-illuminismo italiano, Colletti avevagiàprovveduto a

épater le

bourgeois

col suo libro

li marxismo

e

Hegel

(Laterza, Bari 1969), dovesi dimostrava

comequalmente Marx nonavessenulla da spartire con la dialettica hegeliana, e co-

meLukàcs eBergsonfossero equiparabili sullabasedella «reazione idealistica con-

tro la scienza». In realtà, la caricatura di ogni forma di pensiero dialettico, dal gio-

vaneLukàcs alla scuola di Francoforte, nonè altro, in Colletti, che l'esito obbligato

dellasuasordità ai problemi gnoseologici. Egli negache il condizionamento storico-

socialedella scienzasi protenda «fin dentro la suastessastruttura teorica», né vede

comesiano conciliabili storicità eoggettività della prestazione scientifica. La storici-

tàècosì ridotta a una feticizzante connotazione di classe(scienza

borghese

in alter-

nativa astratta alla scienza

proletaria),

mentre, d'altro canto, l'oggettività ha perso

la

teitigeSeite,

la mediazione pratica, di cui parlava Marx. Da un lato, l'uso capita-

listicoche dell'intelletto scientificocompie la ragione politicaborghese (omeglio la

non ragione

capitalistica, la

dea sragione

che è la sostanza capovolta dell'umanità

nella forma-valore) viene frainteso da Colletti come identità immediata di scienza e

capitalismo. Dall'altro lato, l'oggettività scientifica prodotta non è la costruzione

progressiva dell'oggetto-mondoattraversounasemprepiù accentuataoperazione di

mediazione pratica-lavorativa, ma sembra tendenzialmente ridursi a una «informa-

zioneedescrizionedelmondo reale».

In realtà, sul pianognoseologico, Marx èveramente l'erede di Kant e di Hegel.

Soloattraverso le strutture

soggettive

del lavoro (autoproduzione degli strumenti e

mediazione simbolica), possonocostituirsi le forme

oggettive

del mondo scientifico

edellacoscienza individuale e collettiva. Che scienzae capitale, oggettività e lavoro

sociale, verità e storia siano elementi dialetticamente

mediati

significach'essi sono

insieme identici enon identici, coincidenti nella forma attuale del mondoeppure al-

trimenti riorganizzabili attraverso l'autodeterminazione umana. La tecnicanonèné

soltanto

neutrale

(cioè progettabile in forme sociali semprenuove), né soltanto

de-

terminata

sul piano storico e sociale (scienze del comunismo, oppure del capitali-

smo). Al contrario, la mediazioneche ricollega integralmentescienzaesocietà, sto-

ria naturale estoria civile, è lastessamediazione d i

deduzionematerialistica

ede-

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