

tiva», che coabiti con il dominio della borghesia, è un assurdodestinato al mino-
ritarismo ed alla emarginazione, a meno che diventi a suomodo un settore sepa-
rato e specialistico, come la musica pop rispetto alla musicaclassica. L'importan-
zache rivestono i mass-media per conservare l'attuale dominio capitalistico risie-
deproprio nell'impedire che il processo di coagulo di una cultura proletaria di
massavada avanti intaccando gli equilibri del potere; potere che è per sua natura
antidemocraticoanche a questo livello, come le vicende sui giornali e la RAI-TV
illustrano.
Nonbisognaaspettare l'ora X della rivoluzione per costruire la cultura adat-
ta, nè pensareche durante la crisi economica l'unica cosache si può fare è difen-
derequella dei borghesi da loro stessi. Imparare a riconoscere nelle lotte operaie,
delle donne, degli studenti, dei disoccupati, dei precari, quegli embrioni antago-
nisti al sapere capitalistico, che la classe unifica in un progetto conoscitivo e poli-
ticocomplessivo. Così la stessacostellazione scientifica capitalistica va rotta, per
generare una nuova rivoluzione copernicana, che coinvolga i problemi degni di
esserestudiati, le tecniche per affrontarli, le istituzioni per organizzarli. Se duran-
tequella tappa della presa del potere della borghesia, che fu la rivoluzione fran-
cese,venne chiuso il tempio scientifico più prestigioso dell'epoca, chiamato Aca-
démiedesSciences, noi che lottiamo per una rivoluzione ancora più profonda,
cheponga fine alle classi, dobbiamo farci intimidire dal CNR, dal CNEN e dagli
istituti universitari? O essi si confrontano e rendono possibile le soluzioni dei
problemi, che pone la classe, oppure — in quanto corpi culturali separati — van-
nosoppressi, per permettere di progettare quelli adatti.
Chi fa coincidere il processo di solidificazione di una cultura proletaria di
massacon la barbarie, con l'utopia e con l'irrazionale, ignora la storia e trasfor-
ma la scienza in una parola vuota con cui si indica tutto e niente. La scienza nata
dalle ceneri della metafisica aristotelica per realizzare e far funzionare il dominio
di classedella borghesia, non può che perire conessa, ma dalla suamorte non ri-
sorgeràuna «nuova scienza». Non dobbiamo avere paura delle parole; dobbiamo
dire chiaramente che il nuovo sapere sarà così diverso dal precedente da meritare
unnuovo vocabolo. Anche l'invenzione linguistica, che la cultura specialistica ca-
pitalista tollera solo nei poeti e nei pazzi, sopprimendola nei bambini, deve entra-
re a far parte del sapere proletario di massa.
Elisabetta Donini, Tito Tonietti
BIGLIOGRAFIA
(indichiamo qui solo le opere, cui il testo fa
riferimento esplicito)
Par. 1
acura di I. Lakatos, A. Musgrave:
Critica
e
crescita della conoscenza,
Feltrinelli 1976.
L. Geymonat: Storia del pensiero filosofico e scintifico - Vol. VI I , I l Novecento, Garzanti 1976.
G. Ciccotti, M. Cini, M. de Maria, G. Jona-Lasinio:
L'ape
e
l'architetto,
Feltrinelli 1976.
A. Baracca, A. Rossi:
Marxismo
e
scienze naturali,
De Donato 1976.
«Rinascita», anno 1976 n. 30-32-33-36-37-38-40-41-43-46.
Par. 2:
R. Roussel:
Loca solus,
Einaudi 1975.
E. Schrtidinger: Scienza e umanesimo, Che cos'è la vita?, Sansoni 1970.
W. Heisenberg:
Fisica
e
filosofia,
I l Saggiatore 1961.
—132