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LeonardoCeppa

OGGETTIVITA' SCIENTIFICA E CAPITALISMO

Chi si accinge a studiarequalcosa di vivente,

Di cacciarne lo spirito tenta primieramente,

Quando tutte le parti in man poi ha,

Lo spiritual legame, ahimé, gli mancherà.

(GOETHE) (1)

L'abilità parziale dell'operaiomeccanico individuale svuotato,

scomparecome un infimo accessoriodinnanzi alla scienza, alle

immani forze naturali e al lavoro sociale di massa, che sono in-

carnati nel sistemadellemacchine.

(MARX) (2)

È noto quale dibattito abbianoprovocato i saggi di teoria dellascienza raccolti

nel volume

L'ape

e

l'architetto,

uscitopressoFeltrinelli nel l 9/6 (3). Non è nostra

intenzione entrare nel merito di questo dibattito con un contributo di tipo stretta-

mentescientifico o epistemologico. Diciamo subito, senza falsamodestia, che non

nesiamo in grado. Tuttavia, in margine alle discussioni che si sonoaccesesul rap-

portoscienza-società, vorrei sviluppare alcune considerazioni sulla concezione dia-

lettica dellascienzaelaborata—agli inizi del secoloscorso—dalla filosofiaclassica

tedescaesuccessivamente, in strettaconnessioneadessa, da Marx. Mi sembra infat-

ti che, sotto uncertopunto di vistasia la culturaclassico-borghesesia Marx seppero

istituire un rapporto dialettico tra scienzeempiriche e filosofia (o teoria

tout court)

di tipo sostanzialmenteanalogo. La differenza più rilevanteèchenel primocasotale

dialetticaassunseuna forma nonsoltanto critica (nei confronti del feudalesimo), ma

anche ideologicamente ottimistica, quale celebrazione dello sviluppoborghese. In

Marx, invece, la dialetticaassunseunavestepiù radicalee rivoluzionaria, articolan-

dosi, in funzione antiborghese, quale teoria dell'alienazione e del feticismo della

merce. La nostra ideaèche, di fronte all'attuale, tendenziale, riduzione della teoria

della scienza a mera epistemologia analitica di tipo empiristico, di fronte cioè allo

sgomentopositivistico (anche dell'ultrasinistra) manifestato versoogni argomenta-

zionemarxistica, cheponga in questione il

metodo

rispetto alla divisionecomplessi-

va del

lavoro

sociale, sia ancora utile e meritorio cercare di risalire ai principi della

dialettica hegeliana emarxiana. Lo provano almenodue tipi di atteggiamentooggi

diffusi. Da un lato, certe reazioni che il libro

L'ape

e

l'architetto

hasuscitato in chi,

separando tra loro scienza e capitalismo e difendendo il «cosmopolitismo interna-

zionale» della scienza, non s'avvede che proprio del cosmopolitismo del capitale

qualecontestouniversale della crisi

(Krisenzusammenhang)

in fondo si tratta. Dal-

l'altro lato, l'atteggiamento di chi rifiuta ognidiscorso teorico—«cheparte dai testi

efiniscenei testi» —, giacchési è ridotto a combattere la scienzaborghese, e a criti-

carne le dimensioni ideologiche, a partire dalle forme allucinate e reificate dello

(1) I l primo Faust,

trad. it. di L. Scalero, Milano 1949, p. 71.

(2)

I l capitale,

I , trad. it. di D. Cantimori, Editori Riuniti, Roma 1964, V ed., p. 467.

(3) Ciccotti-Cini-De Maria-Jona Lasinio,

L'ape

e

l'architetto,

Feltrinelli, Milano 1976.

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