

Elisabetta Donini e Tito Tonietti
«LO SCIENTIFICO È POLITICO»
(Gli scienziati nella crisi)
al compagno Giulio Maccacaro
militante rivoluzionario
1. Quale problema
«Dobbiamo derivare l'universale dal singolo, non da sestesso o dall'aria alla
Hegel... Del resto tutte queste chiacchiere teoriche mi annoiano ogni giorno di
più, e ogni parola che si deveperdere su l'"uomo", ogni riga che si deve scrivere
oleggere contro la teologia e l'astrazione così come contro il crassomaterialismo
mi irritano. E proprio tutt'altra cosa quando invece che di tutti quei fantasmi ci
sioccupa di cosevive e reali, di sviluppi e risultati storici» (1).
Bastasostituire in questa lettera (di Engels a Marx) ai termini «teologia» e
«astrazione» altri come«scienza» e «natura», perché si abbia l'esatta nostra opi-
nione sull'attuale dibattito, che ha per oggetto le scienze. Naturalmente, come
vedremo in seguito, Engels non sarebbe stato affatto contento di questo nostro
usotraslato del suo scritto, ma ciò non ci preoccupamolto. Ci preoccupaassai di
più chiarire perché l'attuale polemica sulla scienza abbia seri limiti e dire come
secondonoi potrebberoesseresuperati. Già presentare la questionecome «dibat-
tito sulla scienza» ci pare insoddisfacente, perchépresuppone di questa cosa, che
chiamiamo«scienza», un'identità certa, che non ha più o non ha mai avuto, im-
prigionandoci nelle categorie, che vogliamo rompere.
Di fronte a tale parola, si può ormai pensare di tutto: da Pitagora a Ein-
stein, dalla gravitazione universale alla bomba atomica, dall'agopuntura alla pe-
nicillina, dai segreti della vita ai segreti delle stelle e dell'atomo. Non solo quindi
la scienza è un concetto astratto, rispetto al pullulare delle discipline scientifiche
concrete, ma soprattutto accettare di parlare di scienza e basta, significa ammet-
tere che alcune categorie ideologiche e non altre siano adatte a descrivere corret-
tamente i l fatto. Frasi come «la scienza è conoscenza oggettiva», oppure «la
scienza è conoscenza razionale di una natura irriducibile al soggetto», oppure «il
rapporto uomo-natura è storicamente determinato, ma non per questomeno og-
gettivo o razionale», insieme a tante altre, comequestepronunciate o pronuncia-
bili, sono dotate di significato solose si ammettono come fondamentali le oppo-
sizione ideologiche tipo «razionale-irrazionale», «soggetto-oggetto», «uomo- na-
tura», «scienza-storia», «scienza-filosofia» etc. Ora, non c'è nulla di male ad
usareconcetti astratti o categorie ideologiche, purché siano adeguate al fine (va-
lore, lavoro, merce, capitale, sono astrazioni ben finalizzate). Quindi, se il fine è
(1) Engels a Marx:
Opere complete-Carteggio,
vol. XXXVI I I , p. 12, Ed. Riuniti 1972. Questa è l'unica nota, che si
troverà nel testo. Vogliamo evitare qui la tecnica tutta accademica di infiorettare le argomentazioni e le pole-
miche di citazioni, che in genere non provano nulla, perché i contesti, storici o meno, sono mutati. Vogliamo
evitare anche l'arte di nascondere nelle note i temi, che non si vogliono affrontare, o i dati scomodi. Un testo
col.) troppe note è sempre di difficile lettura, perché rivela a livello di organizzazione formale l'incapacità di
centrare il tema principale. Con questa scelta siamo convinti quindi di guadagnare in chiarezza. Alla fine dare-
mo invece un elenco di testi, per chi volesse approfondire i problemi qui trattati.