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questi erano stati sostituiti da una tabella fissa di valutazione dei titoli scientifici

incorporata nella macchina, sicchémentre questa sfornava il titolo assegnava al

committente anche i l grado relativo, informandone l'Ufficio personale. Per le

materie letterarie la tabella teneva conto soprattutto del numero dei metodi usati.

Se, per rifarsi all'esempio precedente, accanto al trattato di narratologia se ne

fosse introdotto un altro di diversa impostazione, Acadèmo avrebbe elaborato

unasintesi dei due metodi e conessaavrebbe prodotto uno studio sull'Invernizio

di punteggio più elevato. Ciò significava peraltro un maggiore sforzo pecuniario,

chepochi committenti potevano permettersi. A parte gli alti costi di manutenzio-

nee di ammortamento dellamacchina, il Ministero aveva tutto l'interesse a farne

pagare salato l'uso onde ridurre la mobilità accademica e mantenere il maggior

numeropossibile di docenti nelle fasce a stipendio inferiore. Mentre dunque l'ac-

cessoall'università era stato sottratto all'arbitrio e delegato a un criterio sicuro e

obiettivo come quello della nascita, anche la carriera era stata affidata a un crite-

rio non meno sicuro e obiettivo: il censo. Con ciò l'università italiana si riallac-

ciava alle sue migliori tradizioni, poiché già negli antichi tempi i professori usci-

vano in buona parte dalla categoria dei proprietari terrieri. Ci furono anzi com-

moventi casi di trapasso da una fase all'altra: un vecchiodocente di bassa fascia,

autore di buoni saggi e di qualche onesta edizione critica ma che non era mai

riuscito a far carriera perché incapace di adattarsi all'era metodologica, dopo la

riforma vendette tutti i suoi vasti possedimenti e con il cospicuo ricavato poté in-

caricareAcadèmo di eseguirgli una ricerca usando tutti i trentasette metodi con-

templati nell'ultima edizione del volume I metodi attuali della critica letteraria in

Italia,

dal sociologico allo psicanalitico al semiologico, senza dimenticare l'algo-

ritmico, il micrometrico e l'idropneumatico. Sia pure cigolando e surriscaldando-

si,Acadèmo obbedì e il committente si ritrovò issofatto nella categoria A/1. Ma

morì dalla gioia, e il figlio non poté ereditare il postoperché una delle disposizio-

ni transitorie della legge Diocleziano escludeva dal diritto di eredità i figli che

avessero già compiuto quarant'anni all'atto della pubblicazione nella «Gazzetta

Ufficiale».

Era questo uno dei rari casi in cui, non funzionando il meccanismo dell'ere-

dità, i l consiglio di dipartimento si riuniva per eleggere un successore, e in cui

quindi le discussioni non servivano soltanto ad esercitare le menti del corpo acca-

demicoma conseguivano uno scopoconcreto. I l viandante - cui possiamo ora ri-

tornare - che in quel brumosomattino del novembre 2020avesse vinto le sue titu-

banze e si fosse avvicinato al palazzo, avrebbe notato un'insolita animazione. Da

tutti i piani superiori e inferiori scendevano e salivano verso l'aula magnaschiere

di docenti di ogni ordine e grado, al ritmo della marcia dei cavalieri del Gral del

Parsifat

Si trattava appunto di uno di quei rari eventi suaccennati: nel diparti-

mento di materie letterarie un docente di filologia medioevale e umanistica della

fascia A/5 andava in pensionesenza lasciare eredi legittimi. Procedeva davanti a

tutti una letiiga su cui giaceva il direttore del dipartimento, che per legge era il

decanodegli A/1, il centenario professor Amfortas, nei cui occhi moribondi si

leggevanoancora gli ultimi riflessi dei ricchi, anche semonotoni paesaggi crocia-

ni di cui essi si erano pasciuti in gioventù. Procedeva a sbalzi, poiché nonostante

leestenuanti trattative tra le categorie interessate - secondo la circolareministeria-

le prot. n. 5312 le sottofasce da C/6 a C/8, che con la riforma Diocleziano ave-

vanoassorbito l'ex personale non docente, bidelli compresi -, non si era ancora

stabilito a chi toccasse il compito di reggere la lettiga, e i rappresentanti delle va-

rie categorie si alternavano alla bisogna, non sempre tempestivamente, sicché la

lettiga ondeggiavaspesso al di sopra o al di sotto del corteo, mentre Amfortas