

nuovi con una proposta
positiva
nuova sulla qualità diversa del lavoro permette di
scendere da un astratto «nuovo modello di sviluppo» nel concreto del funziona-
mento degli organi dello stato che sono responsabili degli investimenti, delle scelte
produttive, della organizzazione del lavoro. Se la lotta per l'occupazione può essere
il centro di un discorso sulla transizione, essa si deve legare direttamente, per vince-
re, non solo alla conquista del governo ma alla trasformazione dello stato. Si prenda
l'esempio della scuola. La richiesta di nuovi posti di lavoro non può che legarsi, per
essere credibile, a un progetto di distruzione della scuola come è, alla creazione di
nuove strutture che permettano il superamento tra scuola e società; il che vuoi dire
legare una forza sociale (gli insegnanti e i neolaureati in cerca di lavoro) ad un'altra
(gli studenti coi loro bisogni materiali e culturali alternativi) rendendole protago-
niste di una lotta che è insieme di riforma di governo e di trasformazione dello stato.
Se insomma è vero che nella nostra società è forte l'intreccio tra sociale e politi-
co, seè vero che ognuno si trova, lo voglia o no, ad agire politicamente, le forze della
sinistra devono lavorare per non rimanere le sole depositarie del momento politico.
Abdicare anzi al monopolio della «politica» è divenuto un obbligo proprio per favo-
rire uno sbocco nuovo e di transizione alle lotte di questi anni. Non basta solo che
forze non partitiche agiscano politicamente, cosa che già accade, esse devono venire
sempre più coinvolte nella gestione della politica, devono
contare.
Marcello Flores —Vincenzo Sparagna
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