

sempre funzionano, e i gruppi a volte si sfasciano. Se questo avviene, non è solo per
errori politici strategici, ma anche per il peso— che diventa enorme proprio in
quantoènegato—di rapporti interpersonali che, al di sotto di una apparenza di rigi-
dità, correttezza e funzionalità, sonomoltospessodei rapporti umani di merda. (Fa
parte di questostesso errore l'illusione di superare inmodo rapido, facile e volonta-
risticamente anti-psicologico, tutte le «vecchie» contraddizioni borghesi della vita
privata e dei rapporti interpersonali). Ma vi èun altro prezzo, che qui si paga: edè il
costoumano relativo a quei quadri equei militanti chesonopresi inqueste difficoltà.
Fra l'esigenza di un rinnovamento umano reale e la necessità di gestire
vecchi
rap-
porti; fra una disciplina arida, sterile, faticosa ed esteriore e il desiderio di vivere e
rinnovare con i compagni affetti entusiasmi e speranze, esistono contraddizioni dif-
ficili da sanare. Il disagio viene negato, o addirittura i militanti equadri di baseche lo
avvertono peggiorano ulteriormente le cose reagendo inmodomoralistico e rigido;
adesempiodicono «lavorerò di più» «mi impegnerò di più»: ma il risultato alla lunga
nonpuò che essere, per quanto li concerne personalmente, lo scompenso psicologi-
co. Nascono così, con impressionante frequenza, «esaurimenti nervosi», attribuiti
regolarmente al «superlavoro».
In questa situazione, non stupisce se molti giovani, delusi dei gruppi e delle
organizzazioni politiche, tendono a uscirne, sia per rifluire suforme esplicite di adat-
tamento borghese ai valori della carriera e della famiglia, sia per passare a forme
spoliticizzate (ma pure cariche di insoddisfazione e di protesta) di esperienza e di
convivenza, quali ad esempio le «comuni» di derivazione hippie. La subcultura ado-
lescenziale dellamusica
rock,
dei capelli lunghi e delle «droghemorbide» (hashishe
LSD) rappresenta, per quanto limitata e criticabile, una indicazione precisa: cioè il
bisogno di costruire forme di esperienza personale, di scelta e di identità, di presa di
coscienzae di rapporti interpersonali, chenon siano quelli imposti egemonicamente
dalla borghesia.
L'unico esempio di movimento che oggi raccoglie e porta avanti la doppia esi-
genza di una battaglia impostata secondo le grandi linee strategiche delle rivendica-
zioni politiche, e anche secondo le «linee interne» di una lotta sui fronti molteplici
della vita quotidiana, è rappresentato dai gruppi femministi. Per quanto l'origine
stessadella problematica femminista si situi alla intersezione di queste linee, e costi-
tuisca quindi un fenomeno unico nel panorama delle lotte politiche attuali, occorre
esprimere sul femminismo un giudizio che va al di là del tema della liberazione della
donna. I gruppi femministi contemporanei indicano una esigenza vitale e corretta,
che è quella di legare strettamente la teoria e l'azione politica a una analisi e a una
lotta sul terreno della «politica della vita quotidiana». Così, i gruppi femministi indi-
canoche è necessario, e anche possibile, operare attraverso una valutazione e una
correzione continua della
soggettività
personale, cioè del livello e del tipo di
coscienza individuale nell'ambito di un impegno interpersonale e collettivo basato
sulla solidarietà reciproca.
Una analoga esigenza si esprime oggi nella prassi e nella analisi politica quoti-
diana che i cinesi compiono, nei gruppi enelle assemblee, a proposito di ogni aspetto
della loro vita associata. Se in Cina nonè altrettanto sviluppata l'analisi dei rapporti
interpersonali nella vita privata, nè tantomeno la valutazione delle componenti psi-
cologiche individuali, è però acutissima l'attenzione continua al fatto che la «lotta
fra le due linee» non è solo lotta di classe nella sua accezione tradizionale, ma—
indissolubilmente—costruzione di una etica alternativa; edèanche scontro fra ten-
denzeborghesi e tendenze rivoluzionarie (o fra linea avanzata e linea arretrata) in
ogni momento della vita, in ogni decisione, all'interno di ogni gruppo, e anche «al-
102