

funzione che svolse il nazionalismo nella prima metà di questo secolo.
4) È necessario—secondo noi—insistere su questi aspetti «irrealistici» delle
nuove forme di repressione sociale perchè nella tradizione del pensiero marxista tali
aspetti sono stati ingiustamente sottovalutati. È prevalsa, sia nella I I che nella I I I
Internazionale, una visione materialistica-volgare sia dei rapporti materiali che delle
relative forme ideologiche di coscienza (la
Distruzione della ragione
di Lukàcs è la
massima formulazione teorica di tale posizione), che ha portato alla sottovaluta-
zione degli aspetti dell'irrazionalismo e delle sue influenze nella costituzione
socio-psichica del soggetto. Ma ciò non deve portare all'errore opposto: al misco-
noscimento cioè del doppio carattere inerente a ogni funzione ideologica: che è
insieme di costituzione di una struttura di funzioni psichiche adeguate al livello di
falsa coscienza delle classi dominanti (e quindi irrazionale) e nello stesso tempo
cosciente strumento di repressione classista. È la funzione «razionale» delle ideolo-
gie irrazionali, l'uso di classe della
Weltanschauung
irrazionalistica.
Anche nel settore specifico che stiamo esaminando tale doppia funzione è
chiara: le leggi repressive — irrazionali nella loro conformità allo scopo ufficial-
mente dichiarato—sono perfettamente adeguate allo scopo nascosto: di essere ele-
mento portante di una futura strategia antioperaia. La funzione delle leggi sul-
l'ordine pubblico sarà quella di dotare il potere repressivo dello Stato di nuove forme
di coazione verso i proletari, gli studenti ecc. e vedremo presto la loro adeguatezza a
tale scopo proprio nei loro confronti. La loro destinazione alla lotta contro la c.d.
delinquenza comune maschera la loro funzione di classe, antioperaia e antistuden-
tesca.
Tale doppia funzione delle leggi repressive risulta purtroppo confermata dalle
reazioni che essa ha provocato nello schieramento di sinistra. L'atteggiamento dei
partiti è stato di una gravità senza precedenti. Meno meraviglia desta il comporta-
mento del PSI, compromesso nella logica del centro-sinistra e timoroso di fare il
gioco di Fanfani e di provocare una crisi di governo nel caso di sua opposizione alle
leggi repressive. Ma il PSI non si è reso conto che lo scontro elettorale è comunque
politico, e l'indirizzo assunto dalla polemica elettorale negli ultimi giorni dimostra
appunto che il suo sacrificio sulla legge per l'ordine pubblico non è servito a nulla e
comunque ha concesso a Fanfani una ulteriore occasione per riprendere quota e det-
tare le condizioni della polemica elettorale. Ma il comportamento del partito socia-
lista non desta grande meraviglia perchè non è certo la prima volta che questo par-
tito sacrifica alla logica del meno peggio irrinunciabili posizioni di difesa democrati-
ca. Quello che desta maggiori preoccupazioni è il comportamento del PCI, che non
aveva certo alcuna ragione di quelle che hanno spinto il PSI ad assumere l'atteggia-
mento che ha assunto, per il quale quindi devono essere fatte altre considerazioni.
Non trae in inganno il voto contrario comunista alla legge. Quello che è decisivo è
che il PCI ha rifiutato
sistematicamente
di condurre una opposizione reale alla leg-
ge, valendosi di tutti gli strumenti parlamentari disponibili, primo tra i quali l'ostru-
zionismo; e questo nonostante il carattere altamente lesivo delle libertà costituzio-
nali di questa legge e nonostante l'affermazione ripetutamente fatta in passato dal
partito comunista che l'ostruzionismo è appunto lo strumento cui si ricorre quando
la maggioranza infrange i principi costituzionali. I presupposti oggettivi dell'ostru-
zionismo c'erano largamente (e non solo per noi, ma secondo gli stessi principi del
PCI), e il mancato ricorso a questo strumento richiede considerazioni sulla portata
strategica di questa decisione comunista. Non va dimenticato che solo pochi mesi fa
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