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vento amplissimi nei confronti di qualsiasi prassi politica non istituzionalizzata.

Ma la scelta del PCI dimostra che la logica del processo di incontro con le com-

ponenti moderate del paeseè in realtà una accettazione delle stesse ipotesi moderate

come asse portante della sua politica e della sua preoccupazione di presentarsi al

paese come portatore di esigenze già di per sèstesse accettabili all'opinione modera-

ta. La stessa impostazione dei contenuti di politica amministrativa locale in questa

campagna elettorale, il rifiuto comunista di impegnarsi nella raccolta di firme per la

messa fuorilegge del MSI o per la depenalizzazione dell'aborto testimoniano già da

ora, oscuramente, su quale livello dei rapporti civili si attesterebbe il compromesso

storico. Ma, d'altro canto, gli spazi che si aprono per queste carenze comuniste

dimostrano anche le possibilità reali che stanno di fronte ad una sinistra di classe

che, in modo intransigente ma unitario (consapevole cioè della rappresentatività e

della ascendenza sociale del PCI), sappia riassumere una serie di istanze irrinuncia-

bili cui purtroppo i l PCI ha abdicato. Gl i stessi processi di riaggregazione e di

responsabilizzazione che si verificano alla sinistra del partito comunista testimonia-

no, secondo noi, a prescindere da qualsiasi valutazione sul comportamento di tali

forze, che in questa sede la Nuova Sinistra ha in parte compreso l'importanza del-

l'appuntamento cui molte volte, negli anni scorsi, è mancata.

Certo il fatto che la sinistra storica abbia deglutito con disinvoltura il boccone

delle leggi sull'ordine pubblico è cosa assai grave. Che lo faccia la socialdemocrazia

tedesca non desta meraviglia; per quanto essa rappresenti la totalità della classe

operaia della Repubblica Federale, bisogna non dimenticare che essa da decenni è il

supporto della stabilità capitalistica tedesca, che essa è la più fedele alleata délla

politica estera americana e che è ormai adeguata, ideologicamente e organizzativa-

mente, a tale funzione politica. Ed anche prima del nazismo essa si era configurata

come la più feroce avversaria di ogni prospettiva rivoluzionaria. Non meraviglia

quindi, fino a un certo punto, che attraverso di essa passi una legislazione eccezio-

nale di sostanziale abolizione delle più importanti garanzie giuridiche individuali e di

associazione. Ma la insensibilità della sinistra storica italiana a questa svolta repres-

siva pone un dilemma veramente atroce: o essaècosì miope da non comprendere che

questo corpo di norme è un formidabile strumento concesso all'avversario e che lo

stesso non mancherà di sfruttare in futuro, di fronte a una ripresa della iniziativa

politica di classe, oppure essa si sente ormai così interna al sistema da ritenere di non

essere più la possibile destinataria di questi provvedimenti. Entrambe le possibilità

sono davvero terribili; e non si può neppure sostenere che si tratta del «passo

indietro» necessario per potere in futuro compierei famosi «due passi avanti»,

perchè mai come ora l'avversario di classe si era presentato debole, mai esso aveva

avuto così poche capacità di unificazione ideologica e di egemonia, dopo il referen-

dum sul divorzio, le recenti sconfitte elettorali e la crisi economica e istituzionale.

Vero è invece che questa rinuncia della sinistra a svolgere la funzione che storica-

mente le era delegata, testimonia di un pauroso cedimento e della sostanziale incapa-

cità di risolvere a proprio favore una situazione di stallo venutasi a creare con l'ini-

zio del declino della egemonia democristiana.

Noi non ci siamo, forse, resi conto che mai come in questi ultimi mesi la stessa

rete istituzionale del potere borghese era entrata in crisi. Dalla sconfitta fanfaniana

nel referendum sul divorzio alla crisi dei corpi separati e principalmente dei servizi

segreti civili e militari, fino all'arresto di Miceli, era entrato in crisi tutto il sistema

occulto del potere borghese; mai come oggi eravamo stati lontani da una possibilità

golpista (della quale fino a pochi mesi fa si parlava con una dimestichezza rivelatrice

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