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di capitalismo avanzato. I riflessi di tale mutamento, politico e teorico, nella

prospettiva strategica della sinistra di classe non sono stati però esaminati.

Le esperienze rivoluzionarie di questo secolo hanno inciso su questa prospetti-

va; il fatto che la rivoluzione proletaria abbia vinto in paesi di scarso sviluppo

industriale ha condizionato questo rapporto. In una situazione di arretratezza eco-

nomica i compiti che si pongono al potere rivoluzionario sono prefissati dalla neces-

sità di raggiungere alcuni obiettivi, sul piano dello sviluppo, che sono destinati ad

incidere sui rapporti tra approfondimento del processo rivoluzionario ed espansione

delle sfere di libertà. La fase autoritaria nella transizione al socialismo, nata da

questa contingenza, ha posto però dei problemi che alla teoria marxista tradizionale

erano sconosciuti (sono problemi che, è inutile negarlo, non si trovano nella

Critica

al Programma di Gotha)

ed ha mostrato come la stessa articolazione, storicamente

condizionata, di tale rapporto abbia profondamente inciso sugli esiti ulteriori della

costruzione del sistema di potere nelle società di «socialismo realizzato». Ciò che la

teoria marxista non aveva previsto, e che tuttora nelle sue componenti revisioniste si

rifiuta di ammettere come modificazione sostanziale del quadro teorico, è che tale

fase repressiva del processo di transizione abbia prodotto sia nei paesi capitalisti che

in quelli socialisti delle strutture di classe e di potere tali da condizionare in maniera

decisiva lo sviluppo ulteriore delle società postrivoluzionarie. Quello che i cinesi

chiamano restaurazione del capitalismo in URSS non è altro che la conseguenza

della particolare impostazione del modello di autorità rivoluzionaria nella gestione

della fase di transizione.

Che i partiti revisionisti neghino (o rifiutino di accettare come dato che scon-

volge i rapporti tra tradizione teorica e prassi concreta) che tale esito storico pro-

duca una nuova struttura di classe o di potere tale da alterare radicalmente la natura

dei paesi di «socialismo realizzato», non meraviglia; uno dei dati di fondo del revi-

sionismo è il rapporto di continuità con le realtà che si sono trasformate in fattori di

consolidamento dell'attuale equilibrio mondiale. Meraviglia assai di più che l'esi-

genza di ridiscutere a fondo il rapporto tra tradizione e strategia rivoluzionaria non

sia sentito da quelle forze della sinistra di classe la cui nascita è oggettivamente col-

legata alla crisi dei rapporti tra tradizione e rivoluzione.

In realtà le organizzazioni di sinistra che più radicalmente hanno vissuto la cri-

tica e la negazione della prassi revisionista hanno visto tale fase come ritorno alle

origini, cioè come ripresa della tradizione rivoluzionaria del passato. Questa è la

ragione per cui, anche a livello teorico, la riflessione acquista una dimensione preva-

lentemente filologica, di riacquisizione di una tradizione adulterata. Ciò non è vero

ineguale misura per tutti; e si può certamente dire che tanto più seria e aderente alla

situazione attuale è la prassi di ciascuna organizzazione quanto più essa sa radicare

la propria azione più sulle contraddizioni presenti che su un richiamo al passato. In

poche parole, tanto meno è ideologica la autofondazione ed autogiustificazione di

ogni organizzazione, tanto più

contemporanea

è la sua dialettica interna. Ma, pur tra

lediverse gradazioni, ci sembra comunque che nessun gruppo sia riuscito a sistema-

re, sino ad ora, il proprio rapporto tra prassi politica e fondazione teorica; che cioè

l'empirismo sia la nota dominante di ogni organizzazione.

Anche nel campo dei c.d. diritti civili, e cioè in quello che sopra abbiamo defi-

nito come rapporto tra libertà e prassi rivoluzionaria, la deficienza dell'approccio

teorico ci sembra sensibile. Dato, e non sempre concesso, che la sensibilità a tale

problema sia maggiore rispetto alle forze della sinistra storica (e sul problema del-

l'ordine pubblico la differenza è stata comunque sensibile), manca tuttora il quadro

di riferimento teorico entro cui sistemare tale posizione. In altre parole: quale è la

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