

i fascisti erano ricorsi c o n successo immediato—all'ostruzionismo per svuotare
dei pochi contenuti innovativi la riforma della RAI-TV.
Abbiamo invece assistito a ripetute affermazioni comuniste chequesta «non è
una legge liberticida» (nessuno aveva richiesto all'on. Natta tali pronunciamenti), e
il PCI ha accompagnato la discussione parlamentare della legge sino ad acconsen-
tire che, in seconda lettura alla Camera, il provvedimentopassasse in commissione
insede deliberante. Basti pensare a cosa successe ai tempi della legge truffa per
capire quanta acqua è passata sotto i ponti.
I comunisti hanno anche detto che all'ostruzionismo si ricorre per appoggiare
insede parlamentare una opposizione, reale e di massa, esistente nel paese tra le
massepopolari. Questo è veramente un discorso capzioso: in primo luogo, perché
l'opposizionee la rivolta di base c'era (a livello dei sindacati, dei consigli di fabbrica,
dellemasse giovanili), e poi perchè è ben strano che un partito che pretende di rap-
presentare l'avanguardia organizzata della classe operaia non comprenda che è
proprio in queste situazioni che si esalta tale figura del partito, quale strumento di
raccolta, di coesione, di sintesi di realtà esistenti a livello di base. Bastava che il PCI
sifosse fatto carico di questo compito per bloccare a tutti i livelli il diségno fanfa-
niano e porre veramente lo scontro elettorale come una drastica contrapposizione
tra autoritarismo democristiano emasse popolari. Il rifiuto comunista di assolvere
tale funzione va quindi vistocome sacrificiodi una irrinunciabile posizione politica a
favore di un disegno— il compromesso storico—di accordo con la DC.
D'altra parte l'opposizione che il disegno di leggeha incontrato tra i sindacati,
nelle realtà di base dei consigli di fabbrica, tra gli studenti, in genere nella Nuova
Sinistra, dimostra che, nei confronti dei suoi reali interlocutori, la legge ha avuto la
sua realistica interpretazione. E qui si collega appunto il discorso che facevamo
prima sul doppio carattere—derealizzante e razionale—di ogni politica autoritaria.
L'elemento di maggiore gravità della presente situazione consiste—secondo noi—
nello sdoppiamento di personalità e di ruoli che si produce di fronte ad una impen-
nata autoritaria della politica della borghesia. Mentre la funzione razionale, ade-
rente allo scopo, è individuata dallemasseoggettivamente destinatarie di tale scelta
politica, i partiti sembrano divenire semprepiù prigionieri della componente irrazio-
nale che sta alla base di tale politica. Il PSI e il PCI non si sono opposti realmente
alla legge liberticida perché hanno assunti come
loro proprii
i valori fondanti tale
politica: la concezione piccolo-borghese dell'ordine pubblico e l'odio sado-ma-
sochistico verso il c.d. disordine sociale. È una scelta conseguente alla modifica-
zione sociale, in senso interclassista, di tali partiti. Ma per il PCI bisogna sottoli-
neareche tale scelta a livello ideologico sopravanza edistorce la reale natura sociale
della sua base in quanto esso indubbiamente rappresenta ancor oggi la classe ope-
raia in Italia; e pertanto tale suascelta dovrà indubbiamente provocareconseguenze
rilevanti al suo interno.
Sembra, a questo proposito, riproporsi il tragico destino della Socialdemocra-
zia tedesca nel periodo della I I Internazionale. L'espansione elettorale del Partito
produceprogressivamente l'introiezione di valori borghesi. Il PCI in questomodo
porta il suo contributo alla creazione di un apparato istitiaionale tipico di una
società unidimensionale—quanto ai valori di fondo e alla dinamica strutturale—e,
senon possiamo dire, perché non ce nesono le condizioni, che il PCI ha cosciente-
mente favorito questo sviluppo per condizionare largamente la crescita di processi
politici consistenti alla sua sinistra, è certo che quanto è successo recentemente ne
condizionerà largamente l'attività politica. La nuova leggeconcede poteri di inter-
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