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possibile, questa vol ta le trat tat ive sembrano destinate a l successo. Non c i

sarà una nuova Conferenza d i Ginevra: saranno i vietnami t i a t rat tare e a

decidere del propr io destino. Ma sarà chiaro a tut t i che l'atteggiamento della

Cina avrà permesso questo esito. La Cina ne uscirà come una grande poténza,

mentre i sovietici ne usciranno doppiamente sconfitti: per non essere r iusci t i

a imporre la trattat iva quando la lotta armata era all 'ordine del giorno e per

essere r imast i forzatamente assenti dal la t rat tat iva quando l a v i t tor ia de l

popolo vietnamita (e della Cina) l 'avrà imposta come una necessità.

Naturalmente, esiste un grosso r ischio i n questo nuovo atteggiamento

cinese, consistente nel porsi chiaramente Come un concorrente di ret to del-

l'URSS. I l rischio è che l'URSS attacchi la Cina pr ima d i vedere sgretolarsi

i l propr io potere mondiale e pr ima che la Cina sia diventata talmente for te

da essere praticamente inattaccabile. Ma è un rischio calcolato, che i dirigenti

cinesi ritengono evidentemente d i dover correre, alternando audacia e pru-

denza, e ricordando d i continuo a settecento mi l ioni d i cinesi che l a guerra

è una possibilità cui bisogna sempre essere preparati. +

b)

Occo r r e uscire dall'isolamento. Al t ra cosa sono le lotte degli sfrut tat i

contro i loro sfruttatori , cui va la simpatia e i l plauso dei compagni cinesi,

spettatori curiosi di i:luanto accade in ogni angolo del mondo; al t ra cosa sono

i rapport i internazionali tra stati. Qui non si tratta più di invocare le contrad-

dizioni interne al l ' imperial ismo ( t r a l a Grecia e g l i USA?) o un'aggiornata

ripresa della teoria delle borghesie nazionali ( l ' I ran, i l Kuwai t?). I l fatto, più

semplicemente, è che

i l

Canada, l ' I tal ia, l 'Et iopia, l a Grecia,

l'Austria

e

via

dicendo significano voti all'ONU,

buoni rappor t i pol i t ici , cul tural i , commer-

ciali, l 'usci ta dall ' isolamento e l 'acquisto d i influenza i n ogni punto del lo

scacchiere mondiale. Su questo piano, i successi della diplomazia cinese negli

ul t imi mesi sono stat i innegabili: straordinari, direi.

c)

M a i l successo p i ù grosso è i l viaggio d i Nixon. Perchè Nixon va a

Pechino da sconfitto, a implorare i cinesi perchè l o aiut ino a uscire, senza

perdere t roppo l a faccia, da l pantano vietnamita. Questo, naturalmente, i

cinesi non possono d i r l o t roppo chiaramente, perchè o s i sta a l gioco o i l

gioco non funziona, e Nixon ha bisogno, appunto, di salvare la faccia, e anche

di essere rieletto. Lo fanno di re da K im I l Sung, che è già diverso.

Nei fat t i , a quanto è dato capire, i l successo cinese è grosso, e viene

gestito con una sapienza diplomatica senza pari. Quali saranno, con ogni pro-

babilità, i costi pagati da Nixon?

Prima d i tut to, i l Vietnam. Per essere ricevuto a Pechino, Nixon dovrà

aver r i t i rato le sue truppe. La riunificazione d i Nord e Sud potrà richiedere

tempi più lunghi, ma sarà una questione che riguarderà solo i vietnamiti. Nel

frattempo, gl i americani dovranno avere abbandonato l 'Indocina.

Anche per Taiwan, i cinesi alternano decisione e pazienza. A loro importa

che le truppe USA abbandonino Taiwan. Ma sanno bene che l 'opinione pub-

blica statunitense (grazie anche alla forza di persuasione del

lobby

d i Chang

Kai-shek negli USA) non è ancora del tut to preparata ad accogliere un repen-

pazione nei confronti della possibilità che le sorti della pace vengano discusse e decise

piuttosto a Pechino che nel Vietnam. Questo spiega il riserbo con cui hanno accolto la

notizia del viaggio di Nixon. Ma per ora non c'è nulla, nelle iniziative e nelle prese

di posizione cinesi, che possa f a r pensare a un « sacrificio)) delle esigenze fonda-

mentali dei vietnamiti.

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